Mercati energetici

‘Le prospettive tra sicurezza, sostenibilità e competitività’ sono state all’ordine del giorno del convegno organizzato da Utilitalia con la partecipazione delle istituzioni e delle imprese

“Rispettare le indicazioni della Commissione Europea per il 2030 sarà sicuramente complicato” e la fase di transizione sarà inevitabilmente più ampia e l’annunciata decarbonizzazione non potrà essere completata nei tempi e nei modi previsti. Un conto sono i dati fissati in maniera tecnica, un altro è seguire le varie fasi anche in considerazione dell’evidente ritardo riscontrato in alcuni settori, fra l’altro gestito e organizzato dai singoli paesi. Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia causata dal temibile Covid-19 che ha modificato e stravolto i piani, l’interesse delle istituzioni, delle forze politiche, delle imprese e dei cittadini è essenzialmente rivolto al comparto dell’energia, dei rifiuti, dell’acqua e dell’ambiente. La necessità di trovare alternative alle tradizionali fonti fossili e ai materiali utili per le attività italiane è diventata un’assoluta priorità. Le situazioni geopolitiche hanno condizionato il generale andamento e cercare soluzioni per una maggiore autonomia, visti soprattutto gli aumenti dei costi, è vitale.
‘Le prospettive dei mercati energetici tra sicurezza, sostenibilità e competitività’ è stato il comun denominatore dell’approfondimento promosso a Roma da Utilitalia, la Federazione delle utilities dell’acqua, dell’ambiente e dell’energia, a cui hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti del Parlamento, del Governo e delle attività produttive. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato che “il petrolio non è utilizzato solo per l’energia e la mobilità, ma anche per la realizzazione di oggetti e materiali plastici”, come è stato rivelato in un tete-a-tete da un importante produttore di ‘oro nero’. “Dovremo assicurare un futuro anche nei prossimi secoli, per cui l’impegno è verso le alternative, rinnovabili e biocarburanti”, avrebbe affermato l’interlocutore al ministro Pichetto Fratin. “Entro il 30 giugno saremo chiamati a varare il PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.
“Rinnovabili, con il fotovoltaico, l’eolico e l”idroelettrico”, ma anche il nucleare, “con il gas fondamentale per la transizione” per affiancare la produzione e “avvicinare gli ambiziosi traguardi posti dall’Unione”, che l’Italia e altri paesi avranno difficoltà a raggiungere. “Positivo è il giudizio dei giovani, che sembra invertire quello dei referendum”. La nostra penisola deve risolvere la questione idrica “con gli acquedotti che perdono il 42%” del prezioso liquido. La raccolta dell’acqua piovana è insufficiente. Rispetto allo scorso anno è cambiato lo scenario considerato insufficiente l’11% da riutilizzare, anche in confronto ad altre realtà, fra cui la Spagna, paese nella stessa fascia l’orizzontale, che, però, trattiene il 37%”, utile, fra l’altro, all’agricoltura. Al capitolo, ‘raccolta differenziata’, dei rifiuti mancanti all’appello ancora numerose aree del meridione dove è da realizzare una rete fognante adeguata. Una situazione ormai intollerabile e insopportabile, che costringerebbe l’Italia a rimanere ‘attenzionata’ dall’Unione Europea.
All’incontro sono intervenuti i parlamentari Silvia Fregolent, Luca Squeri e Giuseppe Zollino e gli eurodeputati Nicola Procaccini e Patrizia Toia, fra l’altro vicepresidente della Commissione ITRE per l’Industria, la Ricerca e l’Energia. Sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica ruota l’interesse e il futuro dell’Europa, in generale e dell’Italia nello specifico per cercare di evitare una scomoda e onerosa dipendenza dagli altri paesi, soprattutto dalla Cina e anche dagli Stati Uniti. “Il grande paese asiatico ha conquistato gran parte del mercato dei pannelli solari, delle auto elettriche e delle relative batterie attraverso imponenti investimenti e l’anticipata strategica programmazione, ma l’Italia è in grado di inventare prima di altri soluzioni Idonee alle necessità”, ha sostenuto l’europarlamentare. E, poi, “competitività fra gli operatori, salvaguardia per i consumatori, soprattutto per chi è in difficoltà economiche, sostegno per la produzione di energie ‘pulite’, garantire una moderna rete distributiva con progetti anche ambiziosi, ma realizzabili”.
La funzione dei rifiuti potrebbe essere se non determinante, almeno importante, per la produzione di energia, con “l’organico” e “di materie prime seconde con la differenziata”. Gli operatori reclamano la realizzazione di 0impianti, fra cui i termovalorizzatori di ultima generazione, in modo da superare lo smaltimento ed essere utilizzati per obiettivi produttivi. “Il ‘rinascimento’ delle utility vale complessivamente l’8,5% del Prodotto Interno Lordo con una proiezione positiva per il 2030 al 10%. Un comparto che coinvolge oltre 150 mila operatori e che avrà sempre maggiore responsabilità nei prossimi anni”.
L’idroelettrico ha necessità di un restyling per sostituire una tecnologia datata. L’ammodernamento potrebbe dare un impulso anche se i cambiamenti climatici condizionano il funzionamento, in quanto la neve e l’acqua sono sempre meno disponibili. E questa situazione conduce al rischio di una produzione a intermittenza. L’aggancio all’intelligenza artificiale attraverso l’installazione di sensori per la programmazione potrebbe favorire il funzionamento anche se il maggiore problema riguarda sempre la liquida materia prima.
Per l’eolico le richieste e la presentazione dei progetti riguardano anche l’offshore. Il gas, comunque, avrà un ruolo importante ancora per molte stagioni. Al confronto, organizzato in una sala di Palazzo Merulana, hanno portato il contributo, fra gli altri, Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia e i vice Roberto Tasca e Luca Del Fabbro; Stefano Besseghini, vertice di ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente; Federico Boschi del dicastero di via Cristoforo Colombo; Guido Bortoni di CESI; Cristian Fabbri del Gruppo Hera; Francesco Macrì di ESTRA; Marco Cantamessa di CvA, la Compagnia Valdostana delle Acque e Federico Testa dell’AGSM AIM.

 

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