Coltivazioni da valorizzare

Quinto Forum su ‘Agroecologia circolare’ a Roma per una transizione energetica e sociale del settore proprio alla vigilia del Congresso nazionale di Legambiente

L’agroecologia è uno dei dieci argomenti che saranno approfonditi dall’apposito gruppo di lavoro che sarà formato all’ormai imminente dodicesimo Congresso nazionale di Legambiente, in programma a Roma dal 1° al 3 dicembre, con l’eloquente riferimento, ‘L’Italia in cantiere. Innovare, includere, riconvertire’, per accelerare la transizione e superare la crisi climatica e costruire un futuro di pace. ‘L’agroecologia circolare’ è stata anche la piattaforma del quinto Forum promosso dall’associazione ambientalista nella capitale a cui hanno partecipato i rappresentanti di numerose realtà produttive, delle organizzazioni di riferimento di alcuni comparti collegati alla coltivazione, alla produzione e alla trasformazione degli alimenti, delle università, delle imprese e delle aziende del settore.
L’appuntamento alla libreria ‘Spazio Sette’ di via dei Barbieri è stato suddiviso in alcuni segmenti che, via-via, hanno affrontato le ‘azioni concrete per la sostenibilità delle filiere dal campo alla tavola’; ‘L’economia circolare, agroenergia, ricerca e innovazione per fare fronte alle sfide della crisi climatica’; ‘Diritti umani, legge sulle agromafie, contrasto al caporalato. Gli strumenti per un’agricoltura giusta’ e ‘Dalle strategie europee all’agroecologia come asse portante del Made in Italy’. Momenti di onori e gloria, fra l’altro, con la consegna del Premio ‘Ambasciatori dell’Agroecologia’.
Gli ormai arcinoti cambiamenti climatici, che vanno dall’estrema siccità al limite della desertificazione alle alluvioni con piogge intense nel tempo e concentrate nel perimetro, che causano anche problemi idrogeologici in un territorio per lo più vacillante, hanno condizionato i raccolti. Un settore, l’agroalimentare, comunque in grado di sviluppare un giro d’interesse nel 2022 da 41 miliardi e 700 milioni di euro. E, questo, nonostante la solita concorrenza sleale nel settore dei trasformati, che lamentano l’assenza di indicazioni soddisfacenti sull’etichetta, quando è posta ed è leggibile.
Nell’ultimo secolo sono stati persi una gran quantità di ettari di terreno coltivabile e questo abbandono toglie il presidio e la relativa cura. Una larga porzione è stata inghiottita dall’urbanizzazione, alcune volte incontrollata, come la cementificazione, poi finita nella rete dei periodici condoni salvabusi. È soprattutto la zona dell’entroterra della nostra penisola ad essere lasciato e, allora, è la vegetazione spontanea a tornare protagonista e a occupare anche selvaggiamente le posizioni che erano gestite dal coltivatore e dall’allevatore. Avanza il bosco, ma le note liete arrivano dal dato assorbito nel 2022, che mostra il 9,3% di under 40 coinvolto nel lavoro dei campi. Aziende che sono dirette con le indicazioni ammodernate e tecnologiche, ma sempre con la passione e la tradizione di un Paese in grado di essere leader nella presenza di specie ortofrutticole. Uno sguardo alla tipicità e l’altro al presente, se non a dopodomani.
Al Forum hanno contribuito direttamente, fra gli altri, Massimo Fileni, vicepresidente dell’azienda alimentare; l’apicoltrice Anna Ganapini appartenente al CONAPI; Maria Luisa Rancati dell’Oleificio Zucchi; i docenti universitari Stefano Bocchi, Gabriele Chilosi e Albino Maggio. Hanno partecipato anche la vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Gisella Naturale; il vicedirettore generale della FAO, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite, Maurizio Martina e i vertici di tutte le associazioni di categoria.
Massimiliano Giansanti, che guida la Confagricoltura, ha ribadito come “le coltivazioni siano utili anche per l’ambiente e la necessità di rispettare, per quanto possibile, i cicli naturali”. Cristiano Fini che gestisce la CIA, ha sottolineato l’opportunità “di sostenere l’attività dove è maggiormente complicata, in particolare nelle aree collinari e montane e quel settore più povero impegnato a risolvere i dati del bilancio”. Ettore Prandini della Coldiretti ha rivolto l’attenzione “sull’agricoltura di precisione utilizzando droni e sensori per abbassare il consumo di acqua di almeno il 30%. E, poi, realizzare finalmente le ‘autostrade del mare’ e non quelle di asfalto” soprattutto per il trasporto dei prodotti. “Crescono le aree di coltivazione biologica”, ha rivelato il presidente di FederBio Mariagrazia Mammuccini. Le richieste riguardano “la tutela del mercato, anche con una tassazione eventualmente più contenuta”, in modo da abbassare i prezzi e diventare competitivi. “L’obiettivo è di raggiungere nel 2027 il 25% dell’estensione della produzione”.
L’incontro è stato concluso dall’intervento del presidente di Legambiente Stefano Ciafani, che ha ricordato “il plurimilionario giro d’affari delle agromafie, di evitare un ulteriore consumo di suolo e di varare interventi di riqualificazione per l’intero comparto in modo da favorire la transizione ecologica solo esclusivamente a favore e a sostegno dell’agricoltura”. I contributi degli intervenuti sono stati coordinati da Giulia Assogna, da Margherita Ambrogetti Damiani, da Enrico Fontana e da Francesco Loiacono.

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