I guardiani della natura

Illustrati nella capitale i risultati di una ricerca del WWF, di Huawei e di Rainforest Connection, che hanno confermato il ritorno della fauna nelle aree coltivate biologicamente

Le coltivazioni biologiche favoriscono la ripopolazione della fauna e il ritorno anche di alcune specie che sembravano scomparse. La situazione è stata svelata dai responsi di un’approfondita iniziativa promossa e realizzata dal WWF, da Huawei e da Rainforest Connection e resi noti nel corso di un incontro organizzato nel suggestivo scenario della sala ‘Sergio Tofano’ di Villa Piccolomini. ‘I guardiani della natura. Indagini bioacustiche per un’agricoltura sostenibile’ è stato il filo conduttore su cui sono stati articolati e sviluppati gli interventi coordinati dalla zoologa Mia Canestrini e da Franco Ferroni del WWF, il World Wide Fund for Nature.
“L’agricoltura è la prima causa di perdita di biodiversità in Europa. La produzione di cibo e ri altri beni, infatti, entra in diretta competizione con la conservazione della natura in due principali modi: la conservazione degli ecosistemi naturali e le modalità di conduzione delle pratiche produttive, che possono essere più o meno intensive e perturbative per l’ambiente”. In pratica, gli esperti hanno rilevato come “la conversione degli habitat naturali nei terreni agricoli, ad esempio con la bonifica di aree paludose o il disboscamento” possono condizionare la presenza delle specie animali, oltre all’utilizzo di prodotti chimici. Negli anni sono scomparsi uccelli, insetti e anfibi.
E proprio i suoni, soprattutto dei volatili e degli anfibi, come rane e rospi, hanno caratterizzato la ricerca arrivata alla seconda esperienza dopo quella iniziale del 2021, in particolare nell’area di Napoli e di Orbetello. In questa occasione i sensori, che periodicamente hanno registrato i suoni dei frequentatori della natura, sono stati posti in otto aree protette di ogni dislivello, dalle pianure alle colline fino ai 900 metri, dalla quota marina, dell’Oasi trentina della ‘Valle dello Sporeggio’. Nel settentrione sono state coinvolte anche quelle del ‘Bosco di Vanzago’ e di ‘Gherardi’, rispettivamente in Lombardia e in Emilia-Romagna. Le zone centrali della nostra penisola sono state interessate nelle Marche, Oasi ‘Ripa Bianca’ e in Abruzzo, ‘Calanghi di Atri’ e ‘Lago di Penne’. Nel meridione sono state indicate quelle del ‘Monte Sant’Elia’, Puglia e del ‘Lago Preola’ e ‘Gorghi Tondi’, in Sicilia. Territori variegati per uno studio il più completo possibile come la tipologia di coltura agricola, fra l’altro prossima alla stessa, ma utilizzando i sistemi tradizionali.
Meli, seminativi, prati e pascoli, vigneti, oliveti e agrumeti, le specialità. “La raccolta dei dati è avvenuta attraverso dei particolari dispositivi di registrazione forniti da Rainforest Connection, RCFx. Sensori acustici a bassocosto che sono in grado di ‘ascoltare’ sia le frequenze udibili dall’orecchio umano, ma anche quelle ultrasoniche”. Gli innovativi dispositivi sono stati predisposti per essere attivati alla registrazione di sessanta secondi intervallata ogni quattro minuti in un paio di momenti della giornata, dalle 4 alle 11 e dalle 18 alle 22. Ogni apparecchiatura è stata in funzione per almeno venti giorni condizionata dalla resistenza delle batterie. Intanto, durante la necessaria sostituzione per la ripresa della ricerca, sono stati recuperati i dati che sono stati tecnologicamente elaborati con un sistema in grado di riconoscere e catalogare i molteplici suoni immagazzinati.
Alla piattaforma ‘Arbimon’ sono state “confermate le previsioni. Quasi 500 mila le registrazioni, che se accorpate formerebbero un file audio di 347 giorni”. E, invece, con l’algoritmo dell’intelligenza artificiale i ricercatori hanno accertato il riconoscimento di 57 specie. “Una ritrovata biodiversità, che appura come l’agricoltura biologica contribuisca a creare un habitat più stabile e accogliente per una maggiore varietà e presenza”. La fauna, quindi, percepisce quelle aree come sicure e ricche di risorse.
L’agricoltura biologica, oltre al passaggio e alla nidificazione, ha un effetto benefico sul paesaggio rurale e sulla rigenerazione dei territori e dove poter mantenere e potenziare la biodiversità, fondamentale per la salute a lungo termine del nostro pianeta. Al confronto hanno contribuito Fabio Romano ed Eduardo Perone di Huawei, che ha sottolineato “l’impegno e il contributo tecnologico dell’azienda” cinese “per la sostenibilità ambientale”; isabella Pratesi, Silvia Scozzafava e Aaron Iemma del WWF; Luigi Servidei del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste; Susanna D’Antoni dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; Federica Luoni della LIPU, la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli e Mariagrazia Mammuccini di FederBio. “I sensori potrebbero essere utilizzati anche sugli argini dei fiumi per un continuo monitoraggio sull’andamento del livello delle acque in caso di situazioni metereologiche critiche”.
Il progetto italiano sviluppato in collaborazione con il WWF, anche per individuare eventuali attività illegali all’interno delle Oasi, segue e ricalca quello promosso cinque anni fa da Huawei e da Rainforest Connection nell’ambito di ‘Tech4All’. È il programma globale di “Huawei che pone la tecnologia al servizio delle persone e dell”ambiente in ogni parte del mondo per promuovere la conservazione della natura e l’inclusione digitale”. ‘Nature Guardians’, dal 2018, ha contribuito “con soluzioni tecnologiche innovative basate sulla bioacustica a proteggere gli ecosistemi terrestri e quelli marini, le foreste e le rispettive specie animali in trentadue paesi, fra cui Austria, Cile, Ecuador, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda e Malesia”.
La ricerca è stata dedicata alla memoria di Gianni Pavan, scomparso all’ospedale ‘San Gerardo’ di Monza dove era stato trasferito in seguito a un incidente stradale avvenuto a Casteggio negli ultimi giorni dello scorso maggio. Aveva 62 anni. Era docente all’Università di Pavia ed era uno dei massimi esperti in bioacustica marina. Il ricercatore è stato ricordato per “l’impegno instancabile e la passione” per il continuo approfondimento nel particolare settore, il cui “contributo è presente in ogni aspetto del Report”.

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