Auto, bus, tram e metro

‘Cambia la mobilità in Italia’, è stato il riferimento del convegno promosso a Roma da Legambiente, in cui è stata ribadita ancora l’importanza e la necessità del mezzo privato per gli spostamenti

L’auto nel nostro Paese è ancora troppo importante, considerata fondamentale come proprietà e di conseguenza per l’utilizzo. “Ed è notevole la differenza”, ha affermato l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè nel corso dell’incontro promosso da Legambiente. “A Roma, è sempre opportuno ricordare, ci sono più auto che patenti e almeno 300 mila sono senza assicurazione e sprovviste della periodica revisione. Quasi la metà occupano uno spazio pubblico in modo inopportuno, ma non possono essere rimosse in quanto non sono catalogate come in ‘stato di abbandono’. E, inoltre, le auto, mediamente, sono utilizzate dal 5 all’8 per cento, per cui il resto della giornata sono parcheggiate sfruttando metri di suolo cittadino. A Roma, poi, è alta la percentuale di spostamenti brevi in auto, intorno ai 2 chilometri, che potrebbero essere percorsi anche camminando”.
Questo, fra l’altro, è uno dei dati emersi dalla ricerca di Ipsos illustrati a Roma da Alberta Della Bella nel terzo appuntamento su ‘Cambia l’Italia’. È stata l’occasione per la ‘Presentazione del nuovo sondaggio dell’Osservatorio stili di mobilità Ipsos-Legambiente’. Lo studio ha evidenziato, fra l’altro, una distanza dei comportamenti e delle emergenze segnalate e registrate in cinque città della nostra penisola, la new entry, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. Intanto, il tempo passato nelle auto, più nei giorni festivi che negli altri e l’83% dei contattati da Ipsos “non può rinunciare” sia per il lavoro che per lo studio e per il ricorso alle cure sanitarie.
Uno su quattro rinuncia all’occupazione a causa della lontananza o per le complicazioni nel tragitto, più a Napoli, 34%, che a Milano, 23%. Il 25% in Italia ha difficoltà nel tempo libero, top nel capoluogo campano, 36%, molto meno a Torino, 24%. Il 17% è collegato alla frequentazione scolastica e il 19% per le visite sanitarie con leader sempre Napoli, 29% e Milano all’11% per chiudere gli estremi.
La maggior parte, 6 su 10, non potrebbe rinunciare alla quattroruote e il 64% utilizza per la mobilità vetture ad alto livello inquinante. Meno a Bologna, quasi nella media nazionale a Roma e a Napoli. Cresce l’uso di biciclette e monopattini, oltre a quello di ciclomotori e moto. Non sono in molti, secondo la ricerca, 49%, a pensare di sostituire prossimamente l’auto, soprattutto a causa delle risorse economiche e, relativamente e conseguentemente, il livello continua a scendere quando la proposta coinvolge la vettura elettrica, fino al 36%. I motivi sono ben noti e riguardano, in particolare, i costi, l’autonomia e le infrastrutture per la ricarica ancora insufficienti. Le considerazioni sono inversamente proporzionali al riconoscimento del vantaggio per l’ambiente.
Il trasporto pubblico locale appartiene allo stesso lato della medaglia, che se funzionale potrebbe contenere l’utilizzo dell’auto privata. Patanè ha ribadito l’interesse dell’amministrazione comunale di Roma verso la mobilità su rotaia e ha riconosciuto che il servizio nelle vaste zone periferiche sia inadeguato alle richieste e alle esigenze dei cittadini.
Sulla cosiddetta ‘cura del ferro’, treni, tram e metropolitane, sono naturalmente allineati il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e quello regionale del Lazio Roberto Scacchi. Hanno anche ribadito che il futuro dell’auto è l’elettrico, come dimostra l’impegno economico, di ricerca e di sviluppo della case costruttrici. Il vertice di Legambiente chiede interventi per migliorare le infrastrutture sulla nostra penisola e alle amministrazioni comunali di alimentare la realizzazione di piste ciclabili e isole pedonali anche per limitare l’esplosione delle cosiddette ‘morti silenziose’.
“L’Italia è in ritardo con l’elettrico, in quanto gli incentivi sono stati messi per qualche stagione, poi sono stati tolti e, quindi, sono stati parzialmente riproposti, mentre negli altri paesi i sostegni economici sono attivi da almeno una decina d’anni. Il consumatore, fra l’altro, è confuso e frastornato dai ripetuti annunci”, in alcuni casi anche contraddittori, “e dalle normative. Le infrastrutture, non solo le colonnine per la ricarica, sono ancora inadeguate e l’Europa dovrebbe investire risorse importanti”, ha rilevato Andrea Cardinali, direttore generale dell’UNRAE, l’Unione Nazionale dei Rappresentanti degli Autoveicoli Esteri. “È stimata per il 2030 una circolazione di 6 milioni e 600 mila auto elettriche, ma sarà complicato raggiungere quella concentrazione”. Cardinali ha anche ribadito che “l’auto non è utile solo per il percorso casa-lavoro-casa, ma anche per accompagnare i figli a scuola, per andare al supermercato e ai centri commerciali, per gli svaghi e per il rispettivo hobby”.
All’approfondimento romano hanno contribuito anche Francesco Naso di Matus-E, che ha sottolineato come “i regolamenti comunali siano diversi ed è complicato anche per le aziende interessate al settore”, Carlo Magliulo di Clean Cities e Andrea Poggio, responsabile del settore Mobilità di Legambiente.

 

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