Salvataggio ambientale

Varata la Direttiva europea per il monitoraggio e la resilienza del suolo. L’obiettivo è un completo risanamento entro il 2050. Ogni paese potrebbe operare autonomamente

La Commissione Europea lo scorso luglio, precisamente il 5, ha ufficializzato la proposta di Direttiva per il monitoraggio e la resilienza del suolo per fissare i parametri utili al raggiungimento dello stato ideale di buona condizione. Stabilito anche il limite temporale, entro il 2050. Il provvedimento, naturalmente, riguarda tutti i paesi dell’Unione anche se ognuno dovrebbe recepire e poi adattare agli interessi e alle rispettive esigenze nazionali e alle singole situazioni. Insomma, l’iniziativa appare più come un consiglio che un’imposizione anche se il coinvolgimento è indicativamente diretto ed esplicito.
Altrettanto eloquente è l’obiettivo della Commissione Europea, che riguarda il massimo contenimento delle fasi di danneggiamento degli orizzontali di tutti i paesi, il modo di prevenire gli impatti dei cosiddetti ‘cambiamenti climatici’ ormai riconosciuti quasi unanimemente dagli scienziati e dai ricercatori del pianeta, la maniera di evitare la dispersione della biodiversità, di limitare i disastri naturali, di sospendere la contaminazione dei terreni che danneggiano uomo e ambiente garantendo, oltretutto, la sicurezza delle coltivazioni e degli allevamenti. È stato stimato che sarebbe da risanare complessivamente una estensione superiore al 60%, ma al di sotto del 70%.
L’argomento è stato il filo conduttore del convegno promosso a Roma dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in collaborazione con il CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, ‘L’agorà dei suoli italiani’. All’importante incontro-confronto hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni ambientaliste e delle strutture che hanno organizzato la giornata, che è stata articolata su ‘Costruire l’agorà della nuova Direttiva per il monitoraggio e la resilienza del suolo’ e su ‘Il suolo tra tutela, uso sostenibile, monitoraggio e ripristino nel sistema nazionale’.
La serie degli interventi sono stati aperti dalla direttrice generale dell’ISPRA Maria Siclari e da quella del CREA Alessandra Pesce. Ad illustrare la normativa ha pensato, nella sala del riqualificato Palazzo Merulana, Mirco Barbero, responsabile per la politica sul suolo nella Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea. “Un patto verde europeo, una strategia favorevole alla sostenibilità, al suolo e alla biodiversità. La Commissione ha ritenuto che il periodo di una generazione sia sufficiente a risanare e a ripristinare le condizioni ideali dei terreni. Le azioni autonome e volontarie, almeno finora, non hanno prodotto gli effetti e i risultati inseguiti. Dopotutto l’Europa aveva mostrato interesse legislativo per altre componenti come l’acqua, l’aria e la natura e mancava, appunto, il suolo”. Nel Vecchio Continente il 40% è adibito alla coltivazione agricola, un’altrettanta estensione è rappresentata da foreste o aspetti simili. “In Europa, comunque, manca una mappatura completa dei suoli. Un monitoraggio sarebbe importante per poi utilizzare i dati per le opportune verifiche anche se è stata ipotizzata la quantificazione della contaminazione, a diversi livelli, quasi 3 milioni di aree”. È stata ricordata l’opportunità di evitare o, almeno, contenere un ulteriore consumo di suolo. Barbero ha rivelato che sono state fissate alcune scadenze: un paio d’anni per l’applicazione della normativa e prima di un quadriennio gli esami, periodicamente, replicabili. “Una certificazione di ‘suolo sano’ può essere già ottenuta, ad esempio da parte di un agricoltore, in modo da valorizzare l’area coltivata e la relativa produzione”.
All’approfondimento romano hanno contribuito nelle varie sezioni, ‘Conoscenza, indicatori e il ruolo dei dati ambientali’; ‘La visione normativa e tecnica regionale, del settore privato e delle associazioni’ e ‘Elementi per una agenda per i suoli italiani’, fra gli altri, Laura D’Aprile del Ministero di via Cristoforo Colombo, Giuseppe Blasi di quello dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e Maurizio Federici ed Ester Giolo, componenti delle commissioni parlamentari. L’appuntamento ha proposto anche un raffronto da diverse prospettive, ma con il comune obiettivo di individuare e risanare le contaminazioni e di salvaguardare e valorizzare il suolo terrestre. È fondamentale varare e applicare gli opportuni interventi integrati fra azioni di monitoraggio, iniziative concrete e inevitabili controlli per riqualificare e tutelare i suoli dei paesi europei.

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