1883-2023. ‘140 anni di cooperazione di credito’. È una giornata di celebrazione all’Auditorium-‘Parco della Musica’ di Roma, dedicato al Premio Oscar Ennio Morricone, alla presenza, fra gli altri, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del responsabile dell’aula di Montecitorio Lorenzo Fontana. L’occasione è stata l’Assemblea degli Associati guidati dall’emblematico richiamo, ‘La buona comunità’ e caratterizzato anche dalle finalità, ‘per lo sviluppo inclusivo, sottolineato nella relazione del presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba e dalla ‘Lectio Cooperativa’ del rettore dell’Universit ‘Cattolica del Sacro Cuore’ di Milano Franco Anelli. Il ruolo, la funzione e gli obiettivi sono emersi pian piano nella ricostruzione storica, economica e sociale del credito cooperativo creato con la Cassa Rurale il 20 giugno del 1883 a Loreggia, a pochi chilometri dalla veneta Padova. “Ispiratore e fondatore è stato un giovane di ventiquattro anni Leone Wollemborg”, nato a Padova, discendente di una famiglia ebraica originaria della tedesca Francoforte. “A vent’anni era già laureato in Giurisprudenza nel capoluogo veneto e ha cercato una soluzione strutturale alla povertà”. Leone Wollemborg aveva conosciuto il modello della cassa rurale tedesca attraverso le letture e gli approfondimenti degli scritti, in particolare di Federico Guglielmo Raiffeisen, il primo a sperimentare quell’intuizione, “nel 1864 a Haddesdorf. A quel punto ha adattato e plasmato le esigenze delle campagne venete al modello della Valle del Reno fondato su quattro colonne, che riguardavano “l’assenza di dividendi, la circoscrizione locale, le lunghe scadenze dei prestiti e l’intangibilità del capitale sociale. I principi qualificanti ed essenziali che sono ancora presenti El Testo Unico Bancario e radicati nella nostra Costituzione, all’articolo 45”. Fino a quel giorno “non esisteva in Italia un solo socio cooperatore, oggi sono un milione 407 mila 298 e il numero è raddoppiato negli ultimi, difficili, vent’anni”. Prima di quel sistema di “autoaiuto non vi era una lira di risparmio depositato, attualmente nelle casse del Credito Cooperativo supera i 188 miliardi e 600 milioni di euro. All’epoca non c’era alcuna filiale, al momento il Credito Cooperativo vanta il 20% delle agenzie bancarie in Italia e nei giorni precedenti del 20 giugno del 1883 non era stato costituito nessun atto e statuto”, insomma un quadro normativo. “La Banca d’Italia sarebbe stata istituita dieci anni dopo”. Nel nostro Paese gli sportelli sono 4.101 in 225 fra banche e casse rurali, il 51,6% di quelle operanti. Sono attivi in 2.531 comuni, in 102 province e in 723 centri è l’unico riferimento bancario. I soci sono aumentati nell’ultimo anno dell’1,7%. L’organico è composto da quasi 29 mila dipendenti con l’area femminile arrivata al 41,3% del totale, che salgono a oltre 36 mila considerando anche i dipendenti delle realtà locali, dalle federazioni alle società fino agli enti del sistema. Gli impegni economici lordi sono 140 miliardi e 900 milioni di euro con la quota-mercato pressoché stazionaria rispetto al recente passato. Alle imprese le BCC hanno erogato 77 miliardi e 700 milioni di euro. “È la logica della finanza geocircolare: erogare credito nei territori nei quali la fiducia ha consentito di raccogliere risparmio. Un ritorno finalizzato ad un ulteriore investimento e non alla distribuzione ai singoli. Quasi un/quarto è stato concesso alle imprese artigiane e del turismo, alle aziende agricole e del commercio, alle realtà del Terzo Settore e delle costruzioni e anche per le tipiche produzioni del Made in Italy che trainano le esportazioni. Le quattro ‘A’, abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione”. Premiate anche le microproduttività a cui è stato riservato il 18,8% dell’erogato. “Nel 2009 Benedetto XVI nella ‘Caritas in veritate’ aveva definito la cooperazione di credito ‘una forma d’amore intelligente'”. Per il presidente Dell’Erba “la mutualità bancaria è un modello che conferma l’originalità dovuta alla funzione multidimensionale dell’obiettivo, al peso sociale identico indipendentemente dalle quote possedute e dalla normativa praticamente unica in Europa”. “È un altro modo di intendere l’economia, il pluralismo è sempre un fattore positivo per un settore e quella del credito cooperativo è autorevolissimo”, ha rilevato il presidente dell’ ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli. Sul palco e illuminati dai riflettori della ribalta sono finiti anche i giovani soci del Credito Cooperativo impegnati in alcune iniziative ambientali e sociali, ‘Dalle radici al futuro’, il filo che accompagna la costante operatività. Nell’intervento il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato l’importante e fondamentale opera avuta in questi primi 140 anni dal Credito Cooperativo. “La Cassa Rurale è stata inclusiva e di sostegno per le famiglie e sviluppo e possibilità per le imprese e, quindi, per tutto il Paese. Ha favorito l’integrazione, ha offerto un’opportunità a tutti, ha sollecitato l’economia reale e continua a evitare la desertificazione bancaria in molti piccoli centri dell’entroterra della nostra penisola. Sono stati determinati per una ‘pace sociale’, se non economica, con il credito concesso anche alle microimprese”. “La ‘buona comunità'”, ha ribadito Augusto Dell’Erba, “è quella vista all’opera in tante emergenze che hanno colpito il nostro Paese, da ultimo lo scorso maggio in Romagna, anche se una ‘buona comunità’ è soprattutto quella che investe nella prevenzione dei rischi fisici e del degiovanimento, di quelli della crescita delle diseguaglianze fra i generi e le generazioni”. E la chiusura ha riguardato una frase datata 1883 di Leone Wollemborg, ‘La Cassa Rurale sa veramente conseguire i fini che si propone: pareggiare nel credito ai grandi gl’imprenditori più minuti; stimolare le energie morali assopite, ridestando negli animi avviliti la speranza, richiamando forze latenti alla vita’.
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