Testimonianze dal mondo

Giornalismo in lutto per la scomparsa a 84 anni di Gianni Minà. Ha intervistato importanti personaggi non solo dello sport

 

Un’agenda con i contatti telefonici personali da far impallidire chiunque su questo pianeta, tanto che, con l’indimenticabile e indiscutibile verve comica, Massimo Troisi aveva affermato “di poter essere invidioso, anche perché, composto il numero, dall’altra parte rispondevano tranquillamente, senza staccare la comunicazione”. Gianni Minà era anche questo. Un reporter, uno scrittore, un documentarista, che aveva impresso il proprio linguaggio e un nuovo sistema di riprendere e rappresentare le varie facce della realtà internazionale anche da altri punti cardinali con uno sguardo forse diverso dal cliché standard. Un modo anche di sorprendere oltrepassando alcune volte la cortese cortina, come in Argentina durante il Mondiale di calcio del 1978 quando continuava l’interesse per la sorte dei cosiddetti ‘desaparecidos’.
Il giornalista delle inchieste e delle interviste clamorose è scomparso nella Clinica ‘Villa del Rosario’ di Roma all’età di 84 anni. Era originario di Torino. Aveva antenati siciliani, ma era nato nel capoluogo della Mole il 17 maggio del 1938. L’animo calcistico ha palpitato sempre per i granata, dato che aveva visto, ammirato e pianto da giovanissimo per il ‘Grande Torino’. Nel quotidiano sportivo della città piemontese, Tuttosport, aveva cominciato a scrivere. L’aveva anche diretto, dal 1996 al 1998, ma, probabilmente, la passione era rivolta ai reportage e ai faccia-a-faccia non solo sportivi, anche se ha seguito sette Giochi Olimpici, otto edizioni del Mondiale di calcio e un ampio numero di incontri di pugilato.
Sui match e sulla boxe ha articolato speciali, approfondimenti filmati e scritti, in particolare su Cassius Clay, poi rinominato Mohammad Alì, su Carlos Monzon, su Teofilo Stevenson e su Nino Benvenuti. Minà, però, guardava al di là dell’evento e del risultato sportivo. Emergeva dai colloqui con i rappresentanti delle istituzioni, con le star del cinema, con i campioni dello sport, con i divi della musica, con i noti scrittori e con i personaggi della società. Il rapporto da professionale sembrava diventare confidenziale, quasi familiare. Nel 1981 è ‘Giornalista dell’Anno’ con il Premio ‘Saint Vincent’, un paio di volte vince il Nastro d’Argento, partecipa ad alcuni festival cinematografici ottenendo affermazioni e riconoscimenti da parte della critica. Alla storia televisiva passeranno i dialoghi, anche amichevoli e poco convenzionali, fra gli altri, con Fidel Castro, il ‘Lider Maximo’ di Cuba, che ha raccontato anche della vita di Ernesto ‘Che’ Guevara e con il Subcomandante Marcos; con il Dalai Lama; con il tecnico Nereo Rocco; con i calciatori Diego Armando Maradona, Michel Platini, Roberto Baggio e Ronaldo; con i velocisti dell’atletica leggera Pietro Paolo Mennea, Tommie Smith ed Erwin Moses; con il ciclista Marco Pantani; con lo sciatore Alberto Tomba; con la modella Naomi Campbell; con John John Kennedy; con Ray Charles; con Martin Scorsese, Sergio Leone e Robert De Niro; con Luis Sepulveda, Jorge Amadone Gabriel Garcia Marquez. L’attenzione era rivolta soprattutto all’America del Sud, quella cosiddetta ‘Latina’, ai temi politici, sociali e ambientali, all’Amazzonia, al Chiapas messicano e a Rigoberta Menchù.
Ha condotto ‘La Domenica Sportiva’ nel 1991 creando lo spazio di approfondimento ‘Zona Cesarini’. Ha proposto e partecipato a numerosi programmi televisivi, ‘Tv7’, ‘AZ. Un fatto come e perché’, ‘Dribbling’, ‘Odeon. Tutto quanto fa spettacolo’, ‘Gulliver’ e ‘Blitz’. Ha scritto libri, anche autobiografici e collaborato con La Repubblica, L’Unità, il Corriere della Sera e Il Manifesto. La storica visita del Santo Padre argentino nel 2015 in centroamerica ha prodotto un lungometraggio che ha vinto l’Award of Excellence, ‘Papa Francesco, Cuba e Fidel’. Nel record del mondo sui 200 metri piani a Città del Messico di Pietro Mennea, 19 secondi e 72 centesimi il 12 settembre del 1979, è stato l’unico testimone dell’impresa della ‘Freccia del Sud’. Roma non dimentica la caratteristica tonalità di Gianni Minà, il modo di allestire un servizio giornalistico e di organizzare originalmente uno speciale. Il 29 marzo il Campidoglio apre le porte per la camera ardente visitabile dalle 10 alle 19. È consigliabile l’utilizzo della mascherina FFP2.

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