Ecomafia. Ecoreati

Presentato l’annuale Rapporto dell’Osservatorio di Legambiente da cui emerge la geografia e le tipologie degli illeciti

 

“La situazione che emerge dalla lettura dal Rapporto ‘Ecomafia 2022’ continua ad essere preoccupante, anche se qualche dato fa emergere in modo positivo i risultati del lavoro di contrasto ai fenomeni illegali sfruttando soprattutto i nuovi delitti ambientali previsti dalla legge numero 68 del 2015. L’azione della criminalità, comunque, continua a minacciare seriamente ambiente, salute ed economia, quella sana. È sufficiente consultare le ricostruzioni dei magistrati e delle forze dell’ordine e di sicurezza per meglio comprendere il continuo e profondo allarme”, ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani. Le considerazioni sono state espresse a Roma nel corso dell’incontro per illustrare gli annuali risultati raccolti nel volume ‘Ecomafia 2022. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia’, a cui hanno partecipato, fra gli altri, rappresentanti delle istituzioni, della magistratura e delle forze dell’ordine e di quelle investigative e del panorama ambientalista.
L’approfondimento di oltre 330 pagine, curato dall’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità della stessa associazione, è articolato in dodici sezioni: dall”Illegalità ambientale’ a ‘Il processo di transizione ecologica e i possibili fattori di rischio’, da ‘I danni ambientali oltre la responsabilità penale: il sistema di allerta’ a ‘La rifiuti connection’, da ‘L’Italia del cemento illegale’ a ‘La piaga degli incendi boschivi’, da ‘Animali sotto scacco’ a ‘Le filiere illecite dell’agroalimentari’, da ‘Il saccheggio del patrimonio culturale’ a ‘Ecomafia in Comune’, da ‘Le mafie nel Sacco: il business degli shopper fuorilegge’ a ‘Il mercato nero dei gas refrigeranti’.
Da Rapporto emerge che nel 2020 sono stati accertati 30.590 reati ambientali. Una media di 84 al giorno. Come dire quasi 3,5 ogni ora. Vicino al 44% quelli registrati nelle quattro regioni a tradizionale insediamento della criminalità organizzata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il ciclo del cemento è ancora leader nella particolare graduatoria con 9.490 illeciti, seguito da quelli dei rifiuti, 8.473, a danno della fauna, 6.215 e del patrimonio boschivo e ambientale, 5.385. Il giro d’affari è stimato sugli 8 miliardi e 800 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente è segnalata una flessione del 12,3%, ma non degli arresti, saliti a 368, +11,9%. In calo anche il numero delle persone denunciate, 27.683, -17,7% e dei sequestri, 8.812, -22,9%.
Campania non invidiabile capoclassifica dell’illegalità ambientale con 4.149, seguita dalla Sicilia con 3.530 e dalla Puglia con 3.042. Calabria e Lazio, rispettivamente con 2.680 e 2.562, completano le prime cinque posizioni. Non solo meridione. Infatti, poi si trovano la Toscana con 1.967 e la Lombardia con 1.821, a dimostrazione che gli interessi economici ingolosiscono anche in altre aree della nostra penisola. In fondo alla lista la Valle d’Aosta con 55 reati, lo 0,2% del totale nazionale.
Roma conquista le luci della ribalta fra i territori provinciali con 1.196 reati e 1.577 illeciti amministrativi e precede Cosenza, 1.060+1.242; Napoli, 1.058+1.613; Salerno, 836+1.300 e Messina, 798+587. Per gli illeciti amministrativi spiccano Bari, 1.418; Potenza, 1.373 e Perugia, 1.224. I procedimenti penali istruiti dalle varie procure applicando la norma che ha introdotto gli ecoreati sono stati 878. Il maggior numero di contestazioni riguarda l’inquinamento ambientale scattato in 445 occasioni, anche se le ordinanze di custodia cautelare hanno riguardato il più delle volte il traffico illecito di rifiuti. Il coinvolgimento della criminalità organizzata riguarda tutti i settori, dalle discariche clandestine ai ‘finti’ titoli di efficienza energetica, dall’abusivismo edilizio e sui litorali alle truffe per il bonus di ristrutturazione degli immobili, dallo smaltimento incontrollato al riciclo camuffato, dai fatturati gonfiati o sgonfiati alla ricerca dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dagli incendi di boschi e del patrimonio naturalistico al traffico illecito di opere d’arte e di specie di fauna protetta. Intanto sono una quarantina le amministrazioni comunali commissariate o archiviate e sono salite a undici le regioni con almeno un provvedimento del genere: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. Un po’ tutti gli intervenuti, a vario titolo e funzioni, hanno commentato negativamente questo aspetto con le molteplici etichette di “zavorra per il Paese”, “nazione maltrattata”, “finto Made in Italy”, “penisola depredata e sfregiata”, “concorrenza sleale” e richiesto “maggiore prevenzione” e “controlli rafforzati”. L’illegalità ha esteso le ramificazioni anche sugli shopper. I dati forniti dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, mostrano che nel 2020 sono state immesse sul mercato 88.000 tonnellate di borse in plastica, +1,6% rispetto all’anno prima, dì cui il 78% costituito da regolare materiale biodegradabile e compatibile; l’altro, quasi uno-su-quattro, non a norma, circolanti soprattutto negli esercizi commerciali e nei mercati.
Nell’occasione Legambiente ha ricordato di aver avanzato dieci proposte che riguardano l’approvazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illegali relative al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali; l’inserimento come reato per gli incendi boschivi; l’approvazione del disegno di legge contro le agromafie a tutela della produzione Made in Italy, per il maltrattamento degli animali e l’istituzione di un Fondo per la prevenzione e la salvaguardia all’abbandono, al sequestro e ai ferimenti; il ripristino della decisione delle prefetture di demolire gli immobili abusivi qualora il rispettivo comune non avesse disposto ed eseguito; l’emanazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del provvedimento per rafforzare l’organico per i controlli sulle opere da realizzare con il PNRR; l’inasprimento delle sanzioni per il traffico e lo smaltimento fuorilegge dei rifiuti; la garanzia per l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e la rimozione della clausola dell’invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista sia nella legge numero 68 del 2015 che in quella che ha istituito il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
Il volume, ‘Ecomafia 2022. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia’, è acquistabile il libreria e, in alcuni casi, nelle edicole al costo di 23 euro.

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