Rialzare la ‘Vela’ per l’Expo

Illustrato dal sindaco Roberto Gualtieri il progetto di riqualificazione della struttura di Santiago Calatrava e dell’area di Tor Vergata per il 2030

 

La ‘Vela’, progettata dallo spagnolo Santiago Calatrava, riconquista l’attenzione degli amministratori pubblici romani per tornare protagonista nello scenario mondiale e risale la china dell’interesse generale attraverso l’ambiziosa prospettiva di ospitare l’Expo del 2030 qualora la capitale italiana avesse il conforto dell’assegnazione. Avrebbe potuto nel 2009 quando era stata indicata per essere il riferimento del Mondiale di nuoto. Lo scenario era stato disegnato proprio dall’architetto valenciano, ma è rimasto quasi sulla carta e nelle volontà dell’allora sindaco Walter Veltroni. Opera incompiuta, come altre e in altre zone della nostra penisola.
Nell’occasione l’attuale primo cittadino di Roma riprova a valorizzare sia la struttura esistente che l’intera area di Tor Vergata, periferia cittadina di notevole afflusso e frequentazione vista la presenza del Policlinico, dell’Università, della Banca d’Italia, dell’ Agenzia Spaziale Italiana e del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nei giorni scorsi Roberto Gualtieri ha visitato quella parte di Roma in compagnia di Dimitri Kerkentzes, segretario generale del BIE, il Bureau International des Expositions (Ufficio Internazionale delle Esposizioni) e dell’ambasciatore Giampiero Massolo e ha reso noto urbi et orbi l’innovativo piano per trasformare la ‘Vela’ nel palcoscenico ideale ad accogliere le delegazioni dell’intero pianeta terracqueo.
“18 miliardi di euro sono a disposizione per il quadrante della città”, ha annunciato Gualtieri e sono ricavati dalle varie sezioni finanziarie previste per Roma, fra cui dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, da ‘Caput Mundi’ e da quelli per il Giubileo del 2025. La preparazione per l’Anno Santo potrebbe essere lo slancio in modo da ammodernare e lustrare al meglio la Città Eterna. Un maquillage caratterizzato da 87 interventi già fissati: 32 per la riqualificazione e la valorizzazione, 24 per il territorio e l’ambiente, 23 per l’accessibilità e la mobilità e 8 per l’accoglienza e la partecipazione.
A disposizione dell’Esposizione Universale un ampio spazio dove tutti i paesi saranno in prima fila e i visitatori saranno accolti da foreste per esaltare l’ambiente, il verde e la natura. Oltre venti giorni per un appuntamento straordinario che per la città potrebbe essere un moltiplicatore economico e occupazionale. Positivo, anche a due cifre, rispetto all’investimento di rivitalizzazione della ‘Vela’, che da ‘Città dello Sport’ potrebbe diventare ‘Città della Scienza e dell’Innovazione’, anche sostenibile. Almeno trecentomila i posti di lavoro che saranno a disposizione degli interessati. Un poker di tipologie caratterizzeranno l’eventuale Expo romano: ‘World Expos’, ‘Specialized Expos’, ‘Horticultural Expos’ e Triennale di Milano.
L’area, oltre all’abbellimento strutturale e ambientale, sarebbe interessata anche dall’arricchimento di collegamenti pubblici con i mezzi di trasporto, “su ferro”, naturalmente. Previsti i prolungamenti della metro ‘A’, da ‘Anagnina’ per la zona della Tuscolana e della ‘Laziali-Giardinetti’ dalla parte della via Casilina. Una vera e propria “riurbanizzazione migliorativa”, hanno assicurato dal Campidoglio.
La storia della ‘Vela’ è simile, purtroppo, ad altre segnalate e registrate sulla nostra penisola. Questa inizia nei primi anni Duemila con l’obiettivo di realizzare un impianto sportivo polivalente. Piscine per il Mondiale di nuoto del 2009 assegnato all’Italia, in particolare a Roma, parquet destinato alla pallavolo e alla pallacanestro. 660 i milioni di euro stimati per i lavori. Nel 2005 la partenza con i tempi e i costi che via-via sono diventati più lunghi e larghi con la kermesse sportiva disputata al Foro Italico, negli impianti olimpici. Per anni la situazione è rimasta impantanata, incagliata e congelata e neanche l’ipotesi di un coinvolgimento di sostenitori privati con le rispettive risorse è riuscita a smuovere. E, così, è rimasta la struttura, visibile anche a distanza per l’altezza e il colore, bianco. Nel 2014 l’attenzione era rivolta alla proposta di un uso come serra e orto botanico, in seguito per organizzare manifestazioni musicali e sportive, ma la concretizzazione non c’è stata. Mai. L’ostacolo maggiore, quasi invalicabile, era rappresentato soprattutto dal peso dei costi, negli anni lievitati di quasi undici volte.
La ‘Vela’, disegnata da Santiago Calatrava Valls, attualmente settantunenne, potrebbe finalmente trovare un’adeguata e appropriata utilizzazione, in particolare se il prossimo novembre, venga assegnato a Roma l’incarico di organizzare l’ospitalità nel 2030 dell’Expo. Molte le carte che la Città Eterna può presentare come l’ineguagliabile e inimitabile patrimonio storico-artistico-culturale. E quell’area, con ingresso, almeno finora, da via di Passolombardo, a due passi dalla grande Croce posta da Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000, potrebbe essere rivalutata e cancellata dalla lista delle opere incompiute, che fa rima con spreco delle risorse.

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