Alberi aspirasmog

Forum nazionale sulla gestione forestale sostenibile promosso a Roma da Legambiente. Ribadita l’importanza per l’ambiente

 

Salvaguardare, sostenere, sviluppare e valorizzare il patrimonio boschivo nazionale, ma anche mondiale. Gli alberi rappresentano il miglior antidoto naturale per contenere il livello di inquinamento atmosferico, in quanto sono veri e propri aspirasmog. ‘Conservare, rigenerare, ricostruire’ sono stati gli argomenti di comune interesse. Filo conduttore del Forum nazionale ‘La bioeconomia delle foreste’ promosso nella capitale da Legambiente, a cui hanno partecipato, fra gli altri, il presidente Stefano Ciafani, i responsabili di alcune vaste aree protette, docenti, rappresentanti di amministrazioni pubbliche locali, di associazioni e di imprese, ricercatori, forze dell’ordine e di sicurezza, naturalisti, esperti ed osservatori del settore.
Legambiente ha sottolineato come il nostro Paese sia in ritardo nella pianificazione e nella gestione forestale e nella valorizzazione del comparto Made in Italy. La superficie boschiva nazionale sfiora il 40% e con un sistema di tutela teoricamente fra i più particolari d’Europa, ma solo il 18% del patrimonio è pianificato dagli enti locali e le certificazioni forestali interessano appena il 9% delle aree. A preoccupare l’associazione ambientalista sono soprattutto l’importazione di quasi l’80% del fabbisogno di legname e di semilavorati, un primato europeo, che a livello globale solletica illeciti traffici e deforestazioni con un giro d’affari, secondo alcune stime, inferiore solo a quello delle sostanze stupefacenti.
A quattro anni dalla tragedia ambientale ‘Vania’, che dal 26 al 30 ottobre del 2018 nelle zone del nord-est del Paese ha devastato 41 mila ettari di boschi schiantando 8 milioni e 700 mila metri/cubi di legname, Legambiente ha illustrato alcune proposte da presentare al nuovo Governo per accelerare l’attuazione della strategia nazionale forestale, rendere obbligatoria la pianificazione senza rinvii o deroghe alle regioni che non rispettano normative e scadenze. Non solo: sarebbe opportuno valorizzare il settore del Made in Italy e inserire le foreste nelle strategie per la decarbonizzazione. E questi sarebbero modi per raggiungere gli obiettivi su clima e biodiversità fissati al 2030. Le foreste sono un patrimonio ambientale. Un ruolo diverso nel settore del legno da arredo, seconda manifattura del Paese, potrebbe far lievitare il riciclo post-consumo, che, al momento, vale già quasi 2 miliardi di euro e oltre 11 mila posti di lavoro. A Palazzo Falletti di via Panisperna Legambiente ha ribadito la necessità di utilizzare maggiormente il legno nelle molteplici produzioni e per scopi energetici sostenendo l’utilità di materiale d’origine forestale in sostituzione di quello fossile e anche, dove possibile, del cemento nel settore edile. E anche biomassa boschiva per la produzione di energia rinnovabile: bioeconomia circolare. Richieste anche agevolazioni finanziarie per il settore forestale e per i giovani che attraverso vecchie e nuove imprese investono nel ‘verde’ anche con bonus fiscali e il varo di un piano per contrastare il commercio illegale e la deforestazione.
L’approfondimento romano era articolato in tre sessioni, che hanno riguardato ‘i cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità per la riduzione dei rischi per gli ecosistemi forestali’, ‘la bioeconomia circolare per promuovere le filiere Made in Italy’ e ‘le strategie per le foreste, la biodiversità e il clima’. Gli incendi, per lo più dolosi, sono un’altra piaga per una riforestazione, comunque controllata ed adeguata, che avviene spontaneamente anche in alcune zone della nostra penisola per l’abbandono dell’interesse agricolo, delle conseguenti coltivazioni e, quindi, delle relative terre. Nel corso dell’incontro è stato ricordato come sia più veloce il fenomeno dei cambiamenti climatici che la fase di riforestazione.

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