A motori (quasi) spenti

Fleet&Mobility. Approfondimento sul mercato delle auto, che mostra una flessione delle vendite e cambiamenti…

 

La domanda che supera la disponibilità con i tempi di attesa inevitabilmente allungati, le parti di ricambio non sempre reperibili anche a causa della crisi generale delle materie prime e il calo evidente dell’intero mercato. La ‘fotografia’ sul settore automobilistico è stata scattata a Roma nel corso dell’incontro promosso da Fleet&Mobility nei suggestivi spazi di Palazzo Rospigliosi. All’appuntamento, inserito nel programma del’La capitale automobile’, hanno partecipato numerosi rappresentanti delle case costruttrici sia nazionali che straniere, dei concessionari, delle compagnie assicurative, delle società di noleggio e finanziarie e alcuni esperti ed osservatori del comparto.
Nel 2021 sono state vendute un milione e 464 mila auto nuove, alla fine del 2022, secondo alcune previsioni, la quota dovrebbe mostrare una flessione del 32% nonostante gli incentivi e tornare ad livello di decine di anni fa. E anche i segnali delle vendite di auto elettriche non sono incoraggianti a causa della lievitazione dei costi energetici e dell’incertezza generale. Nel nostro Paese, fra l’altro, è rilevante anche il problema delle infrastrutture, in pratica dell’ancora contenuto numero di colonnine installate per la ricarica.
Il confronto, coordinamento da Pier Luigi Del Viscovo di Fleet&Mobility, è stato spostato anche sull’andamento delle fabbriche, in particolare sulle indicazioni delle case costruttrici e sulla relativa condizione socio-economica, che, inevitabilmente, ricade sull’occupazione. Prima i marchi automobilistici erano orientati a riflettere sui volumi da smerciare, sui listini-prezzi, sui bilanci con le uscite al di sotto delle entrate e sui posti di lavoro. In questo periodo del Terzo Millennio, invece, nel clima della cosiddetta ‘transazione ecologica’ e di difficoltà dovuta anche al conflitto nell’Est Europa, l’attenzione sembra essere rivolta a conservare margini di profitto con il segno positivo nei conti e, se fosse provvidenziale, ad abbassare i livelli produttivi con il rischio di creare una ‘bolla’ collegata all’occupazione e con il passaggio dell’efficiente all’efficace. In Europa, è stato rilevato, oltre alle immatricolazioni sono calati parallelamente anche i posti di lavoro. “L’industria, quindi, è in una fase di riposizionamento”.
In questo contesto sembra quasi normale che anche i concessionari siano costretti a modificare il ruolo e le funzioni, in particolare perché ‘minacciati’ dagli acquisti on-line soprattutto di auto usate e dalla compravendita fra privati. Ai saloni, secondo un sondaggio fra gli operatori del settore, gli automobilisti ricorrerebbero per i servizi collegati alla chiusura della trattativa e gli stessi concessionari sarebbero maggiormente disponibili alla permuta usato-per-usato e al ritiro di una vettura già immatricolata. Uno spazio del mercato attualmente occupato da altri. Concessionari chiamati a svolgere anche altri compiti e non solo quelli esclusivi e tipici del venditore. Quotidianità che cambiano e professionalità da accrescere con la competenza e l’esperienza. La figura del concessionario, fra l’altro, è ancora accostata alla sicurezza della transazione e ad evitare frodi o spiacevoli situazioni. Dopotutto per gli italiani l’auto è considerata il secondo bene-sicuro dopo la casa.
I prezzi per l’acquisto delle nuove quattroruote è cresciuto nonostante le agevolazioni statali che negli anni sono state varate. Responsabili soprattutto i continui aggiornamenti, in salita, dei listini delle case automobilistiche. Nel 2021 sono stati spesi 35 miliardi e 600 milioni di euro. La media è passata dai poco più di 18 mila euro del 2013 ai 24 mila e 300 euro dello scorso anno. “Il gravio è finito tutto sui portafogli dei consumatori, oltre mille euro”, hanno rivelato nel corso del convegno romano. In questa situazione è stata registrata anche la flessione delle richieste di finanziamenti per l’acquisto di auto. Da questo calcolo sono escluse le trattative delle società del noleggio. -8% a luglio, -28% ad agosto e -19% a settembre.
Il nostro è il Paese con le auto circolanti più stagionate, anche se è stata richiesta una verifica su quelle effettivamente ‘coperte’ da polizza assicurativa, che dovrebbe diventare necessaria per ogni immatricolazione. Al momento intorno ai 40 milioni. Parco-auto, quindi, più inquinante e pericoloso per la sicurezza stradale.
Aumenta la richiesta di noleggio a lungo termine e l’utilizzo di auto elettriche. Un/quarto delle società sul mercato è in grado di acquistare i veicoli direttamente dalla casa costruttrice in modo da ottenere migliori prezzi e garanzie per il rispetto dei tempi di consegna.
Alcuni dati sono stati raccolti, elaborati e resi noti durante l’appuntamento romano da AgitaLab, il laboratorio di Agenzia Italia specializzato nella ideazione, progettazione, prototipazione ed ingegnerizzazione di processi operativi e commerciali relativi al mondo dell’automotive e dei prodotti e servizi correlati. È impegnata, fra l’altro, a esplorare i nuovi scenari della mobilità e a progettare e razionalizzare le esigenze nel campo del trasporto professionale e privato anche a favore del settore del noleggio.

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