Dalla terra alla terra

I trent’anni del Consorzio Italiano Compostatori. Oltre 8 le tonnellate di rifiuti organici lavorate per biogas e fertilizzanti

 

Il 63% dei rifiuti solidi urbani prodotti sono finiti nel circuito della raccolta differenziata e, di questi, oltre il 39%, è costituito dall’organico, quantificabile in 7 milioni e 200 mila tonnellate. Le stime riferite al 2020 confermano il nostro Paese come uno dei leader in Europa. Superata la quota dei cinquanta milioni dei cittadini coinvolti nella quotidiana suddivisione degli scarti domestici, commerciali e industriali. Gli attuali 359 impianti di compostaggio o integrati sparsi su tutta la nostra penisola hanno trattato quasi 8 milioni e 100 mila tonnellate di rifiuti organici a fronte di una potenzialità annua che sfiora gli 11 milioni di tonnellate, da cui sono stati ricavati 2 milioni e 200 mila tonnellate di compost. Il quantitativo ha consentito di generare biogas e, quindi, energia elettrica pari al consumo medio di 320 mila nuclei familiari. La rete degli impianti operativi nel settore fattura sui 780 milioni di euro l’anno considerando il conferimento dei rifiuti, la vendita del compost e gli introiti della valorizzazione del biogas. Il comparto impegna a vario titolo, funzioni, professionalità e specializzazioni, almeno 12 mila operatori.
Il Consorzio Italiano Compostatori celebra trent’anni di attività e il bilancio e i futuri obiettivi sono stati approfonditi nel corso di un incontro promosso a Roma, ‘Dalla terra alla terra. Visioni, esperienze, prospettive’. Quasi 130 le aziende, fra quelle della produzione e della gestione degli impianti, sono riconducibili e rappresentate dal Consorzio. Sulla nostra penisola sono stati realizzati 294 impianti di compostaggio. Il risultato è la produzione di compost, un fertilizzante organico rinnovabile, che possiede un buon contenuto di sostanze ed elementi utili, come, ad esempio, azoto, fosforo e potassio. Componenti essenziali per conservare a lungo la fertilità del terreno e ad attenuare i fenomeni responsabili dell’erosione e della desertificazione.
65 gli impianti integrati di compostaggio e digestione anaerobica con una capacità di trattamento di oltre 5 milioni di tonnellate. La frazione organica è quella maggiormente lavorata, ma anche altri rifiuti, quelli biodegradabili, come fanghi o scarti dell’agroindustria. Il risultato è rappresentato dal compost e dal biogas, nuovo settore di sviluppo.
Il Consorzio garantisce la qualità dei fertilizzanti attraverso un ‘Marchio compost’, in modo da identificare i prodotti da utilizzare. Il Consorzio Italiano Compostatori, fra l’altro, è impegnato anche nei settori dello studio, della ricerca e delle collaborazioni con enti, amministrazioni pubbliche locali e altre strutture per promuovere anche il recupero delle materie organiche di qualità.
Il Consorzio nasce a Padova nel 1992 e rappresenta il principale riferimento per il recupero e per il riciclaggio degli scarti soprattutto solidi urbani.

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