A fine anno i bilanci saranno ammaccati, i numeri affievoliti, asciugati nel giro d’affari, probabilmente con un segno più latitante. La totale chiusura nel nostro Paese per un paio di mesi delle attività produttive e l’obbligata clausura domestica decisa per evitare i contagi da Covid-19 hanno intaccato le radicate e le ramificate certezze del settore dell’oggettistica religiosa. La verticale caduta è stata alimentata dalla quasi inevitabile chiusura dei luoghi di culto, di preghiera e riflessione e il transennamento delle varie delle vie benedettine, francescane e francigene; dei cammini; dei pellegrinaggi e delle processioni, sempre per evitare i temibili assembramenti possibili e probabili fonti di allargamento del Coronavirus. E, questo, ha portato per gran parte del 2020 all’abbattimento praticamente completo del commercio e della produzione delle molteplici componenti dell’intero e rilevante segmento economico. La cosiddetta ‘oggettistica sacra’ in Italia coinvolge almeno tremila aziende, soprattutto artigianali e a livello familiare e oltre settecento fra negozi e rivenditori al dettaglio o all’ingrosso, compresi i rappresentanti e i promotori delle novità e delle consolidate offerte. Migliaia gli occupati nel particolare settore, in grado di inglobare anche gli operatori impegnati nelle esposizioni e negli appuntamenti, nei congressi e nei convegni, compresi quelli internazionali. Il fatturato annuale, a sentire gli specializzati, solitamente oscillava fra i 500 e i 700 milioni di euro. Quasi un/quarto è ricavato dalle attività di Roma e di quelle intorno a piazza San Pietro. Intanto le serrande sono state rialzate anche se le frequentazioni sono ancora estremamente limitate e la partecipazione contingentata per mantenere la distanza fra le persone. Queste disposizioni riguardano anche le funzioni religiose, che condizionano le vendite e il relativo razionamento dell’emissione degli scontrini. Per il settore, comunque, qualcosa è promosso e organizzato. In Polonia, infatti, è stato rinnovato l’allestimento di una tre-giorni internazionale con le attrezzature per le chiese, gli oggetti di arte sacra e devozionali. A Torgi Kielce, fra l’altro, erano presenti alcune aziende del nostro Paese, in quanto le offerte e le novità “del Made in Italy sono sempre particolarmente apprezzate, soprattutto nelle aree di antica e fervente traduzione cattolica, come la Polonia e i paesi del continente americano”, ha sottolineato Valentina Zattini, responsabile di Officina Eventi, la società di Imola, che gestisce la manifestazione ‘Devotio’ in cartellone nel 2021 a Bologna. “La partecipazione alla ‘SacraExpo” polacca è stata anche l’occasione per uno scambio collaborativo e commerciale con le realtà di altri paesi”, ha rilevato Valentina Zattini. A questo proposito è stata colta l’opportunità di confermare l’appuntamento a BolognaFiere di ‘Devotio’. Una delle novità della terza edizione sarà l’aumentata disponibilità dello spazio con l’ampliamento ad altri due padiglioni rispetto all’unico del 2019. Porte aperte, oltre che al 33, anche al 31 e al 32. Allargamento dell’area espositiva e, naturalmente, del numero degli stand delle aziende. Il trend è stato confermato in largo anticipo rispetto alla data del taglio del nastro inaugurale fissato per il prossimo 18 aprile nel quartiere fieristico del capoluogo emiliano. Annunciate nella rassegna biennale bolognese l’esposizione di oggetti sia della più antica e classica tradizione che le novità nel design, nelle dimensioni e nei materiali. In bellamostra l’intero campionario composto, fra l’altro, di acquasantiere anche per le benedizioni, addobbi, ampolle, angeli, anelli, arazzi, ciondoli, croci, crocifissi, icone, lampade, portachiavi, portaostie, presepi, rosari, statue e statuine. A completare il panorama anche capi di abbigliamento, fra cui paramenti e vestiari dai copricapi alle calzature e le richieste t-shirt; calici; candelabri e le proposte editoriali come pergamene e pubblicazioni di libri e riviste. La manifestazione, che sarà allestita a BolognaFiere nella primavera del 2021, ha il sostegno, fra l’altro, di Assoreli, l’Associazione rappresentante degli operatori del settore degli articoli religiosi.
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