Il piano promosso dalla Regione Lazio in collaborazione con i ministeri per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo; dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dello Sviluppo Economico, era articolato in un paio di fasi. La prima prevedeva la selezione dei progetti fra tutti quelli presentati e l’altra riguardava la realizzazione delle soluzioni innovative individuate per la valorizzazione, la conservazione, il recupero, la disponibilità e l’uso e la sostenibilità del patrimonio culturale del Lazio. Oltre 23 milioni i milioni di euro stanziati per l’iniziativa, che ha portato all’individuazione di 49 progetti, una quarantina in forma aggregata e gli altri in modo singolo e autonomo. I progetti coinvolgono 247 luoghi della cultura di 95 comuni selezionati e inclusi in quattro specifici settori: archivi e biblioteche; aree o parchi archeologici; monumenti o complessi monumentali e musei, gallerie o raccolte. La maggior parte sono collocate nella cosiddetta area metropolitana di Roma, poi nelle province di Rieti e Viterbo e, infine, di Latina e Frosinone. Quasi la metà sono nel territorio comunale della capitale. Nell’iniziativa sono coinvolti, fra gli altri, il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche; l’ENEA, rinominata Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e il MIUR, il dicastero competente per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca e le diocesi di Albano, Civita Castellana e Viterbo. DTC, Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni e alle attività Culturali, riferimento della sollecitazione dell’amministrazione regionale del Lazio, il cui presidente Nicola Zingaretti ha sottolineato che “il sistema delle industrie creative e culturali è una parte essenziale dell’economia nazionale con oltre 416 mila imprese, il 40% operative nelle aree inserite nella lista dell’UNESCO e considerate Patrimonio dell’Umanità. Il valore è in straordinaria crescita. Nel 2018 è stato di 265 miliardi di euro e l’occupazione è in aumento, come il potenziale di generare possibilità lavorative”. Gli interventi riguarderanno strutture note e meno conosciute, comunque gioielli di un patrimonio strepitoso, unico e impareggiabile in centri estesi e popolati, ma anche in aree dalla dimensione limitata. L’oscillazione, scorrendo l’identikit delle zone, va da Ostia a Fiumicino; dalla Riviera di Ulisse di Formia, Gaeta e Minturno a Santa Marinella; da Zagarolo a Monte Porzio Catone; da Canale Monterano ai paesi della Tuscia; da Cassino a Supino; da Greccio, Poggio Bustone e Rieti a Grottaferrata; da Tivoli a Amatrice e Accumoli fino a Roma. Nei progetti di miglioramento, riqualificazione e ammodernamento sono coinvolte anche alcune fondazioni, in particolare il MAXXI, il Museo delle Arti del XXI secolo e quella Caetani; il FAI, il Fondo Ambiente Italiano e associazioni, l’Archeoparco di Bomarzo e del Cammino.
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