Fleet&Mobility. Le case automobilistiche hanno realizzato un motore diesel a basso impatto ambientale
L’accerchiamento potrebbe essere disarticolato dai settori di Ricerca&Sviluppo delle varie case automobilistiche e anche dei costruttori dei pesanti mezzi utilizzati per lo più per i trasporti delle merci. L’assedio riguarda le motorizzazioni alimentate con il diesel. Una demonizzazione sostenuta soprattutto da alcuni amministratori locali e che potrebbe condizionare la pubblica opinione, anche se, al momento, il leggero calo dell’interesse registrato dal mercato potrebbe essere solo fisiologico. Gli esperti hanno progettato e realizzato nuove e innovative motorizzazioni, che, praticamente, hanno abbattuto i livelli delle emissioni inquinanti. Le falle al reticolato potrebbero essere ampliate dagli stessi costruttori rivelando urbi et orbi le novità attraverso soluzioni tecnologiche, come hanno sottolineato alcuni degli intervenuti al quattordicesimo summit degli operatori della distribuzione automobilistica promosso a Roma da Fleet&Mobility. “Il problema non è l’industria, ma il legislatore”, in pratica del mondo politico. La flessione delle vendite dei diesel è ancora contenuta, inquinante nelle emissioni delle vecchie e superate versioni, ma non negli attuali sistemi e adattamenti. Alcune innovative motorizzazioni sarebbero addirittura “in grado di ‘pulire’ l’aria” e non di inquinare. La produzione per le ricariche delle batterie allestite sulle auto elettriche non sarebbe ad impatto zero, a meno che non ci sia il generale e completo coinvolgimento dell’energia ‘verde’. Nel nostro Paese il vero nodo riguarda l’anzianità delle vetture circolanti. La mancanza di ricambio è l’evidente causa dell’appesantimento nell’aria delle città. In circolazione sulla nostra penisola motorizzazioni ormai superate dai tempi, dall’impegno e dai relativi risultati della scienza applicata nei laboratori di ricerca e sviluppo. Da non sottovalutare anche le emissioni dovute alle altre componenti delle datate quattroruote, fra cui le gomme e l’impianto frenante. L’industria dell’auto occupa in tutte le varie componenti quasi 3 milioni e 500 mila persone, l’11% del complessivo nazionale. |