Sulla capiente gabbia-montacarico per scendere di una trentina di metri rispetto all’orizzontale asfaltato con il necessario casco protettivo attentatore delle acconciature e le obbligate scarpe corazzate antinfortunio, che, praticamente, azzerano lo spessore delle calzature femminili. Dopotutto la visita è in un cantiere attivo e operativo anche durante le feste di Natale e di fine e inizio anno. La coppia istituzionale al femminile formata da Paola De Micheli e da Virginia Raggi, rispettivamente alla guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’amministrazione di Roma Capitale, hanno verificato l’andamento degli interventi previsti per il prolungamento della linea ‘C’ della metropolitana dalla stazione di ‘San Giovanni’ a quella di ‘Amba Aradam-Ipponio’ e, quindi, a piazza Venezia con la sosta intermedia di ‘Fori Imperiali-Colosseo’ per lo scambio con la ‘B’. I lavori e lo scavo della ‘talpa’ fino ai Fori sono ripresi dopo che il Ministero ha concesso 10 milioni di euro nell’ambito di una collaborazione per realizzare opere importanti, se non fondamentali, utili al miglioramento, “al salto di qualità della capitale d’Italia”, ha ricordato Paola De Micheli. Altri 500 milioni di euro e anche i progetti di un trasporto pubblico sostenibile nella Città Eterna sono stati sbloccati fra il dicastero e il CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Le novità riguardano soprattutto i collegamenti ‘puliti’ del servizio locale. Le strade ferrate di superficie e sotterranee sono il futuro voluto e scritto sia dall’amministrazione monocolore pentastellata del Campidoglio che da parte dei cittadini coinvolti nella definizione del PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, approvato lo scorso agosto. Il Ministro ha anche ribadito il ruolo del MIBACT, il dicastero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in merito alle continue testimonianze dell’Antica Roma emerse e recuperate nel corso degli scavi. “Anche l”Amba Aradam-Ipponio’ sarà una archeostazione con i reperti esposti come in quella di ‘San Giovanni'”, ha rivelato Virginia Raggi. Aspetto unico, assoluto, come solo Roma è in grado di offrire, che potrebbe diventare un vero e proprio polo museale. “Il cantiere urbano più grande d’Italia ha sviluppato un fatturato da 120 milioni di euro”. Il completamento della tratta fino a piazza Venezia dovrebbe avvenire entro il 2024, proprio alla vigilia dell’apertura dell’Anno Santo, che richiamerà a Roma milioni di viaggiatori, fra fedeli e turisti, da ogni angolo del pianeta. L’amministrazione comunale ha rilevato che la linea ‘C’ non avrà il capolinea a piazza Venezia. Infatti dovrebbe essere confermato l’iniziale percorso, che prevedeva una fermata dalle parti di piazza Navona, probabilmente ‘Chiesa Nuova’, poi nell’area del Vaticano, di piazza Risorgimento e di ‘Ottaviano’ per il comune stop con la ‘A’ e, quindi, stazione a ‘Clodio-Mazzini’. Stazione che potrebbe rappresentare il passaggio verso Saxa Rubra. Intanto la fermata ‘Pigneto’ diventerà un altro interscambio ferroviario con la FL1 e la FL3. Imminenti ormai gli interventi per la copertura delle attuali vie ferrate. Ventidue, almeno finora, le fermate della linea ‘C’ negli oltre 18 chilometri compresi fra gli estremi di ‘San Giovanni’ e ‘Montecompatri-Pantano’. Il primo viaggio fra la soglia dell’hinterland romano e ‘Parco di Centocelle’ risale all’inizio di novembre del 2014. La seconda tratta, fino a ‘Lodi’, è stata inaugurata il giorno dei santi Pietro e Paolo dell’anno successivo e, quindi, dal maggio del 2018 i convogli senza macchinista banno trovato il blocco delle corse a ‘San Giovanni’ per il relativo interscambio con la ‘A’. Il percorso, almeno fino a ‘Parco di Centocelle’, ricalca quello dell’ormai storica ‘Laziali-Fiuggi-Alatri’, da tempo compressa a ‘Centocelle’ sfuggendo per alcune centinaia di metri all’abbraccio con la ‘C’. E proprio il sopralluogo alla futura stazione ‘Amba Aradam-Ipponio’ è stata l’occasione per affrontare anche gli eventuali interventi sulla momentanea linea moncata del ‘trenino’. Il piano prevede la deviazione in direzione di Tor Vergata per servire sia il Policlinico che le varie facoltà universitarie. L’incertezza riguarda il punto dello snodo. In ballottaggio ‘Parco di Centocelle’ con la percorrenza di via dei Romanisti; ‘Torrenova’ e ‘Giardinetti’, dove per anni è stato posto il fine-corsa ancora adesso illuminato nelle ore buie come fosse operativo, ma probabilmente per motivi di sicurezza. Al di là della struttura con vista sul Raccordo Anulare e in direzione del centro cittadino, le banchine, le pensiline e il poker delle ferrose parallele appaiono abbandonate all’inesorabile destino. Della riqualificazione o della definitiva uscita di scena e dal catalogo delle possibili opzioni del trasporto pubblico locale. Al disegno della linea per la prossima destinazione il punto di snodo più vicino e comodo potrebbe essere ‘Torre Angela’. La rivalutazione del collegamento sarebbe un’opportuna soluzione per gli spostamenti sull’affollata via Casilina. Intanto ai tecnici e agli esperti del settore sarebbe stata spostata a giugno la scadenza per la presentazione delle nuove proposte.
|