Norme rinnovate

Approvato praticamente all’unanimità il Testo Unico del Commercio nel Lazio atteso da oltre vent’anni

Dopo oltre vent’anni il Lazio ha un nuovo Testo Unico del Commercio. È stato approvato a larghissima maggioranza lo scorso 10 ottobre dal Consiglio regionale. Le norme che regolano le attività sul territorio dell’intera regione aggiornano una situazione completamente trasformata rispetto agli ultimi anni dello scorso secolo e, in particolare, al 1999. In questo ampio periodo, fra l’altro, sono state realizzate strutture con concentrazioni di punti-vendita, i centri commerciali. Una settantina nel Lazio, quasi quaranta solo a Roma e un tris di outlet, che hanno complicato l’attività ai cosiddetti ‘negozi di strada’. L’espansione tecnologica, anche portatile, ha cambiato il sistema delle vendite, rafforzato dai ciclopi internazionali come Amazon e intaccato ancor di più il tradizionale contatto diretto, personale con il punto-vendita. Inevitabile portare nel Terzo Millennio anche la normativa definita da Marta Leonori, consigliere in via della Pisana, in collaborazione con le altre forze politiche della Regione e i rappresentanti delle associazioni di categoria.
Ad illustrare e analizzare il contenuto del Testo sono stati proprio Marta Leonori, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive Paolo Orneli, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti e quelli della locale ConfEsercenti Valter Giammaria e della CNA, la Confederazione Nazionale degli Artigiani, Michelangelo Melchionno. Tagliavanti ha ricordato che “il mercato on-line erode quasi il 17% e, in questo modo, pur se i consumatori acquistano, le risorse non restano sul territorio e, comunque, rispetto al 2007, le spese sono calate di ben 17 miliardi di euro”. In Italia il numero delle aziende del commercio ha registrato una flessione del 32%. A Roma il dato è lievemente positivo e nell’intera regione la diminuzione è impercettibile, -0,31%. “Quasi un/quarto delle imprese opera in questo settore, fra la capitale, l’hinterland e in Lazio”.
“Occorre anche valutare la durata delle attività e non solo il saldo puramente e semplicemente statistico. Molte, infatti, non riescono a decollare e la crisi sopraggiunge fra i 12 e i 18 mesi”, ha rilevato Giammaria, che ha richiamato anche “il rispetto delle regole, una maggiore elasticità sull’orario della ZT soprattutto romana e l’intensificazione massiccia dei controlli sul commercio illecito, abusivo e di merce contraffatta e sui minimarket”.
“A questo proposito”, ha rivelato l’ex assessore del Comune di Roma Marta Leonori, “il Testo Unico del Commercio prevede anche un riordino per questo tipo di attività”. 109 gli articoli che compongono il TUC, che affrontano, fra l’altro, la tutela dei contratti di lavoro e delle pari opportunità, il contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione, il sostegno a iniziative di recupero delle eccedenze alimentari e di farmaci, le misure per contrastare la malamovida e un Osservatorio regionale puntato sul particolare settore. Gli oltre cinquecento emendamenti presentati, analizzati e approfonditi hanno consentito di allargare le disposizioni della legge-quadro anche alle edicole e ai negozi di animali di affezione. Per sostenere il commercio di vicinato è stato deciso di rafforzare il ruolo delle reti di impresa. Nella legge, per la prima volta, sono stati inseriti i tempory store e gli outlet con i dettagli relativi alle merci che possono essere vendute e alla tutela del consumatore. Saranno più chiare le modalità per lo svolgimento dei saldi e il divieto di anticipare i tempi per le vendite a prezzi ribassati. Le sanzioni saranno differenziate per le piccole, medie e grandi superfici a disposizione dell’attività. Previsti interventi a tutela dei centri storici e incentivi per progetti di decoro urbano ed estetici negli allestimenti delle vetrine. Ai centri commerciali sarà offerta la possibilità di attrezzare spazi di primo soccorso e intervento sanitario. Ridisegnato l’iter amministrativo con semplificazioni anche per i comuni in merito al passaggio o al rilascio delle licenze e delle varie autorizzazioni e saranno disciplinati i mercatini di antiquariato. Musei, teatri, cinema, dimore storiche e alberghi potranno avere angolidi ristoro aperti al pubblico e le edicole continueranno ad avere una centralità per l’informazione e come centri di democrazia polifunzionale. Disponibilità alle amministrazioni comunali per varare un catalogo degli arredi destinato ai luoghi e ai locali pubblici, che saranno sollecitati a commercializzare i prodotti tipici. Immancabile il sostegno all’avanzata tecnologica e l’istituzione di un ‘Fondo per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione del commercio del Lazio’. 12 i milioni destinati dalla Regione, a cui vanno sommate le risorse europee. Attenzione e limitazioni per l’installazione e l’utilizzo di apparecchi da gioco; per la riqualificazione dei mercati giornalieri e settimanali e per l’accesso al credito.
“Con le luci dei negozi spente muore anche una parte della vita della città”, ha ribadito Paolo Orneli. Importante nelle prossime settimane dare contenuti a questo Testo Unico del Commercio “con la scrittura dei regolamenti anche con il sostegno e la collaborazione delle varie associazioni di categoria”. Dal Testo sono state escluse le aree di servizio per il rifornimento di carburanti, mentre, dopo aver eliminato numerose vecchie e superate disposizioni, dovrebbe essere esaminato un Piano articolato per il turismo.

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