I tesori delle stalle

Matera, Capitale Europea della Cultura, ospita il mondo della zootecnia nazionale con ‘Alleviamo futuro’

Raccontare le storie, ricordare le quotidianità della professione e i segreti del mestiere, informare sulle razze di ogni specie, mostrare le varie produzioni per essere degustate e apprezzate dai visitatori e confrontare esperienze, iniziative e piani per migliorare la situazione e le condizioni dell’intero settore. ‘Alleviamo futuro’, con la seconda ‘a’ maiuscola per sottolineare anche la passione degli operatori, è l’occasione per un’esposizione completa dell’attività nazionale in uno scenario mozzafiato come quello di Matera per un altro trimestre Capitale Europea della Cultura. La manifestazione, in programma dal 19 al 22 settembre, è promossa e organizzata dall’AIA, l’Associazione Italiana Allevatori e dall’ARA, quella Regionale della Basilicata.
Un poker di palcoscenici ospiteranno le molteplici iniziative: la masseria Torre Spagnola, ex riferimento per il cambio dei cavalli lungo la via Appia, quasi al confine con la Puglia; il Mulino Alvino, progettato da Leonardo Ridola ed edificato fra il 1884 e il 1885 per la preparazione anche di pane e pasta; il Palazzo dell’Annunziata, costruito nel 1735 e per anni convento delle monache domenicane, poi sede del Tribunale e domicilio degli uffici giudiziari e al momento spazio multifunzionale e il Parco della Scultura Cava Paradiso, all’interno della zona protetta dell’Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, che ospita l’inventiva dell’artista materano Antonio Paradiso.
La quattro-giorni nella Città dei Sassi sarà aperta dal meeting nazionale dei laboratori di analisi del Sistema Allevatori impegnati a salvaguardare il benessere e le condizioni degli animali e la qualità delle produzioni alimentari a tutela dei consumatori. Previsti anche un incontro dell’EHRHC, l’European Holstein & Red Holstein Confederation, con la partecipazione dei rappresentanti di Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Polonia, Spagna e Ungheria e mostre fotografiche sulla storia di alcune razze caratteristiche del nostro Paese. In cartellone anche confronti fra gli allevatori su alcune razze; sulla funzione dell’agricoltura e dell’Istituto Zooprofilattico; esposizioni e progetti sullo sviluppo della sostenibilità ambientale. Saranno organizzati anche concorsi fotografici e di pittura, spettacoli equestri, visite ed escursioni più o meno guidate e le immancabili carrellate di specialità agroalimentari.
Allevatori come ambasciatori chiamati, fra l’altro, a presidiare il territorio e in grado di valorizzare le aree e le strutture e di offrire opportunità occupazionali di ogni livello. Occhiata curiosa e interessata da parte degli appassionati visitatori al rito della transumanza.
Il comparto zootecnico rappresenta una quota importante e rilevante all’interno dell’agroalimentare italiano, che pesa il 12% del Prodotto Interno Lordo e impegna e coinvolge quasi un milione e 300 mila addetti. La qualità e la sicurezza delle carni e del latte e delle molteplici lavorazioni e trasformazioni sono assicurate da una serie di controlli, che iniziano fin dagli allevamenti e non eguagliabili in tutta Europa. Le esportazioni sono aumentate nell’ultimo decennio del 47,8% per 41 miliardi e 800 milioni di euro. Imponenti i prodotti disponibili sul mercato Made in Italy, 5 mila 155, più le 297 DOP e IGP riconosciute a livello comunitario. All’AIA aderiscono almeno 46 mila aziende, delle quali 18 mila 664 sono specializzate nella bovinocoltura da latte. Altre cifre: l’attuale patrimonio zootecnico è arricchito da oltre 5 milioni e 500 mila bovini; 398 mila bufalini; da quasi 7 milioni di ovini; da poco più di un milione di caprini; da 344 mila cavalli; da 82 mila e 400 asini e all’incirca da 7 mila, fra muli e bardotti.

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