Al negozio e sul web

Rapporto OPTIME. Il mercato dei tecnologici in Italia è di oltre 17 miliardi di euro. Chieste nuove norme sugli acquisti

Un giro d’affari da oltre 15 miliardi di euro, che potrebbero salire di altri 2 considerando anche i prodotti allegati e paralleli. Il mercato dell’elettronica in Italia equivale praticamente a un punto di PIL, il Prodotto Interno Lordo. E anche una fetta del bilancio familiare. La media nazionale annua è di quasi 270 euro, ben al di sotto di quella tedesca e francese. Migliaia gli occupati nel settore, personale qualificato per l’assistenza alla vendita nei numerosi punti specializzati sparsi in tutta la nostra penisola.
Il flash sull’attuale situazione è stato illustrato da Davide Rossi, presidente di OPTIME, l’Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato Elettronico. Un settore che continua a mostrare una realtà importante per l’economia e per la generale crescita tecnologica nazionale nonostante il lungo periodo di flessione commerciale e minore disponibilità di spesa da parte dei consumatori e l’ancora inadeguamento delle norme italiane, ma anche europee.
Se da un lato il settore è in grado di garantire una stabile occupazione, qualificata ed economicamente riconosciuta al di sopra della media retributiva, dall’altro la concorrenza alle aziende rispettose delle norme è scorretta e, in alcuni casi, anche illegale. Modalità lievitate con l’espansione degli acquisti on-line, ma anche a causa di operatori senza scrupoli, che propongono listini al ribasso assolutamente fuori mercato “se non ci fossero comportamenti perlomeno sospetti”, è stato rilevato nel corso della giornata di analisi e approfondimento promossa in una sala della Camera di Commercio di Roma. L’incremento degli acquisti attraverso i canali telematici è annualmente ancora a due cifre e per le aziende visibili sul web la frequentazione negli esercizi commerciali sale di almeno un/terzo rispetto alla normalità.
Dei 17 miliardi di euro, quasi 2 miliardi e 300 milioni di euro, sono circolati attraverso internet, in pratica il 13,6% del conto totale. L’andamento tecnologico, quindi, è da controllare periodicamente da parte di tutti i gruppi del settore. Dal primo Rapporto emerge che oltre la metà del fatturato è prodotto dai grandi negozi, fra cui Comet, Euronics, Expert, Mediaworld, Trony e Unieuro. Quasi il 30% riguarda i negozi monospecializzati, fra cui quelli di elettrodomestici, fotografia, informatica e telefonia. Un altro spicchio appartiene al commercio multigenere. In pratica gli iper, maxi e supermercati, che hanno angoli più o meno ampi e adeguati destinati alle varie forme di tecnologia.
Rossi non ha potuto evitare di affrontare i malesseri del mercato italiano a causa, soprattutto, dell’evasione delle imposte e di comportamenti irregolari a danno dei consumatori e dei rivenditori rispettosi delle norme comprese quelle sull’ambiente e sul recupero e sullo smaltimento dei RAEE, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Numerose le operazioni di verifica da parte delle forze dell’ordine anche per il versamento dell’IVA e dell’ecocontributo sulle AEE, le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Un fenomeno, quello del regolare smaltimento dei RAEE, che riguarda un po’ tutti i paesi dell’Unione. Un danno economico per i materiali da riciclare e riutilizzare e ambientale per l’incontrollato e sconosciuto smaltimento delle sostanze meno pregiate. Ipotizzata dagli osservatori una quantità non tracciata oscillante fra le 460 mila e le 920 mila tonnellate di apparecchiature.
Lo studio di OPTIME ha rilevato che nel nostro Paese sono operative quasi 25 milioni di e-shopper con il listino-prezzi condizionante delle scelte a rischio di essere vittime di truffe. A questo proposito OPTIME ha varato un vademecum di tutela e garanzia per gli acquisti concentrato in una decina di capitoli, che riguarda anche la pubblicità ingannevole, sulla quale intervengono continuamente le associazioni dei consumatori e l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Nella cinquantina di facciate del Rapporto non mancano le proposte dell’Osservatorio. Sono fondate su un tris di richieste, che riguardano, in particolare, l’adeguamento delle norme sul commercio elettronico datate anno 2000 e dopo quasi vent’anni sono ormai strasuperate dalla rapida trasformazione del mercato e dalla rispettiva quotidianità sociale; la massima e crescente collaborazione fra il pubblico e il privato e la sensibilizzazione del cittadino-consumatore. L’aggiornamento legislativo coinvolge inevitabilmente l’Unione Europea anche per la registrazione commerciale e finanziaria delle transazioni.
Alcuni corti, ‘Il settanta percento’, sono stati realizzati per sensibilizzare i consumatori ad un commercio corretto ed adeguato.

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