5 dicembre: la Giornata Mondiale del Suolo. Sembra inutile e banale ricordare e sottolineare che dal suolo dipende la vita sul pianeta. Inesorabilmente. Inequivocabilmente. Il suolo è una risorsa limitata, non rinnovabile, ma, eventualmente, con il tempo, ripristinabile. Ignorando e sottovalutando la tutela del suolo è elevato il rischio di frane e alluvioni. Suolo indispensabile per la conservazione della biodiversità e barriera ai cambiamenti climatici. Insomma, alla vita, all’esistenza sul nostro, sempre più compresso e stretto, pianeta. Legambiente, in collaborazione con l’ISPRA, la CIA degli Agricoltori Italiani, il CREA, l’ERSAF, il Politecnico di Milano, il CCIVS, il Comune di Roma e Zelena Istria, ha promosso ‘Soil4Life’, un progetto europeo che coinvolge Croazia, Francia e Italia per promuovere l’uso sostenibile delle risorse del suolo in tutto il Continente. L’iniziativa è sostenuta economicamente dalla Commissione Europea nell’ambito del programma ‘Life’, che vede protagoniste associazioni ed enti di ricerca. La novità vede impegnata l’Unione Europea, che al tavolo delle Nazioni Unite ha sottolineato l’intenzione di rispettare entro “il 2030 l’arresto dei processi di degrado del suolo”. Territorio, almeno nel nostro Paese, non più utilizzato per le emergenze abitative. In un confronto parallelo fra Lombardia e Lazio e, in particolare con Milano e Roma, è emerso che nella regione del nord sia sorta dai campi una nuova cittadina da 17 mila abitanti, mentre nell’altra sia stato formato un agglomerato senza persone. Roma ha visto crescere nel 2017 il consumo di suolo di 102 ettari. Milano, invece, di 121, con la differenza di almeno del numero di abitanti in Lombardia, +17.092 in raffronto di un -1.431 in alloggiati. Di estrema importanza la funzione dell’attività degli agricoltori, che “sono una parte della soluzione e non quella del problema”. In ogni caso, sia di agricoltura conservativa, che integrativa o intensiva. L’Italia, fra l’altro, “è il Paese più sicuro nella produzione agricola in Europa”. Per i consumatori. E Roma è il comune agricolo più esteso del Vecchio Continente. ‘Restiamo con i piedi per terra e fermiamo il consumo del suolo’ è lo slogan che accompagna l’iniziativa organizzata da Legambiente. L’obiettivo è l’eloquente inversione di tendenza che dovrebbe portare a una ricostruzione del territorio utilizzato. A leggere le indicazioni della Commissione Europea emerge l’erosione, la diminuzione della materia organica, la contaminazione locale o diffusa, l’impermeabilizzazione, la compattazione, la perdita della biodiversità, la sanizzazione, le frane, le alluvioni e la desertificazione. In Italia il consumo di suolo, fra il 2013 e il 2015, ha mediamente oscillato sui 35 ettari al giorno. Un consumo di suolo che continua a coprire ininterrottamente aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e capannoni, servizi e strade, infrastrutture, insediamenti commerciali e produttivi. Dagli anni Cinquanta del 2,7% del territorio nazionale allo stimato del 2015 pari al 7%, quasi 21.100 chilometri/quadrati dell’area della nostra penisola.
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