Infortuni sul lavoro

Ricordati i 75 anni dell’ANMIL con uno studio, da cui emerge ancora l’alto numero di morti e feriti

Nessuna significativa flessione nel numero degli infortuni sui posti di lavoro in Italia, oltre 641 mila, compresi quelli fatali. Praticamente sullo stesso livello del 2016, -0,8%, come le malattie professionali, poco meno di 60 mila. L’andamento non ha risentito assolutamente dell’ormai lungo e intenso periodo di difficoltà economiche. Questa situazione emerge, nonostante i dieci anni dal varo del Testo Unico Salute e Sicurezza sul Lavoro, anche se ancora mancano alcuni decreti attuativi. E le tipologie dei contratti sono molteplici in ogni settore produttivo.
I dati sono stati resi noti nell’anno numero 75 dell’ANMIL, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro. Una rappresentanza, per l’importante occasione, ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco. Promosso al CNEL un convegno per illustrare i risultati del secondo Rapporto sulla Salute e sulla Sicurezza sul Lavoro aperto dal presidente nazionale Franco Bettoni e la partecipazione, fra gli altri, dagli ex ministri Cesare Damiano e Maurizio Sacconi; dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e dell’INAIL, l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.
Il 14 ottobre l’ANMIL ha celebrato sull’intera penisola la 68^ Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Bettoni ha ribadito l’obiettivo di dimezzare nei prossimi cinque anni il numero degli infortuni e le tragedie sui posti di lavoro. “A questo proposito è necessario coinvolgere ogni struttura interessata per mettere a sistema le energie presenti sul territorio attraverso le adeguate risorse inserite nella Finanziaria. Le norme in Italia sono tante e sicuramente fra le migliori, ma in buona parte vanno attivate o riviste in maniera adeguata alle esigenze del mercato”, ha rilevato il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Claudio Durigon.
L’impegno “dell’INAIL sulla prevenzione” è stato confermato dallo stesso presidente dell’Istituto Massimo De Felice anche “con l’aggiornamento dei macchinari e dei cicli di produzione”.
Lutto nazionale per ogni “morte bianca”, ma “la cultura della sicurezza sui posti di lavoro dovrebbe crescere in tutto il Paese”, ha ribadito Annamaria Parente, vicepresidente della competente Commissione del Senato. Annunciato anche l’impegno per la ricostituzione dell’apposita Commissione d’Inchiesta sugli Infortuni.
“La complessità delle norme” è stata sottolineata dall’ex sindacalista dell’UGL Renata Polverini, vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera. Non solo. “A questo va aggiunto un meccanismo di controlli troppo frastagliato” e “la formazione deve riguardare anche la materia della sicurezza sul lavoro fin dalle classi della scuole elementari, cominciando dai figli degli occupati e, in particolare, dalle famiglie degli immigrati”.
L’abbassamento del livello di sicurezza sarebbe stato individuato dal segretario confederale della CGIL Franco Martini e riguarda “i quasi 900 contratti, che rivelano una continua riduzione del costo del lavoro”.
Di “malattie professionali” ha parlato il responsabile della CISL Angelo Colombini, che ha fissato per “il 6 novembre un presidio sotto il Ministero del Lavoro”, mentre la UIL, attraverso Silvana Roseto, ha rivolto l’attenzione “sui rischi degli occupati anziani, che faticano a restare nelle stesse mansioni e sull’alto tasso di precarietà, sull’inadeguata formazione e su un’ampia platea di non assicurati” e, quindi, non tutelati.
“Uscire dalla logica del profitto” è l’indicazione espressa dal presidente della Confartigianato Giorgio Merletti.
Maria Amata Garito, rettore dell’UniNettuno, invece, ha proposto la “creazione di un gruppo composto da docenti universitari ed esperti del mondo del lavoro sugli specifici temi anche per sostenere gli invalidi con forti menomazioni, in modo da essere reinseriti nella quotidianità attiva”. L’industria metallurgica, metalmeccanica e dei trasporti sono i settori che nel 2017 hanno registrato i maggiori aumenti degli infortuni. Aumentate
le denunce di incidenti nelle aree di tutto il settentrione con Lombardia ed Emilia-Romagna al comando della non invidiabile classifica regionale.
Il Rapporto dell’ANMIL, fondata nel 1943, ha approfondito soprattutto cinque argomenti: l’attivazione del Testo Unico nel decennio fra il 2008 e il 2018; la salute e la sicurezza attraverso le riforme del mercato del lavoro; gli ambienti; l’evoluzione della normativa in ambito nazionale ed europeo e l’andamento degli infortuni e del numero delle malattie professionali.

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