Il nostro Paese in Europa è fra quelli che maggiormente utilizzano il sistema dell’irrigazione, quasi 2 milioni e 400 mila ettari, dietro solo alla Spagna con 3 ettari e immediatamente ai piedi del virtuale podio per Superficie Agricola Utile, il 9% dopo Malta, Cipro e Grecia. In oltre la metà dell’area, un milione e 300 mila ettari, la gestione è collettiva fra le varie strutture. Da una ricerca, voluta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è emerso che il valore medio per una azienda irrigua è ben superiore alle altre per una differenza di 13 mila e 500 euro l’ettaro. Non solo, ma in quelle aziende è favorita anche l’occupazione, quasi il doppio. L’irrigazione contribuisce in modo significativo al valore agricolo e, quindi, al reddito di tutte le principali colture sia al nord che al meridione e rafforza la stabilità della stessa impresa. Queste sono solo alcune delle considerazioni esposte nel corso dell’incontro, ‘Il contributo dell’irrigazione per la competitività delle imprese agricole nel contesto della PAC 2014-2020′, promosso al Villaggio della Coldiretti allestito nella capitale, nell’area del Circo Massimo, dall’ANBI, l’Associazione Nazionale dei consorzi di gestione e tutela del del territorio e delle acque irrigue, a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon; il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Elena Fattori e la componente di quella della Camera Maria Spena. L’appuntamento è stato aperto dall’intervento del presidente dell’ANBI Francesco Vincenzi, che ha sottolineato come “i consorzi di bonifica abbiano ormai dimostrato la capacità di rispondere in modo concreto alle necessità di generale manutenzione e salvaguardia dei territori e far fronte, per quanto possibile, ai cambiamenti climatici e di uno sviluppo ancora troppo collegato al cemento e all’asfalto”. In un secolo, secondo una stima, sarebbe stato consumato il suolo corrispondente all’area complessiva di Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia. “Importante è il Piano Nazionale degli Invasi approvato e finanziato dal Governo per la conservazione del prezioso liquido e la successiva utilizzazione evitando” una sciagurata e incomprensibile “dispersione”. I 149 consorzi associati gestiscono oltre 200 mila chilometri di canali e producono energia attraverso i 234 impianti idroelettrici per 495 milioni di chilowattora. Dalle 46 strutture del fotovoltaico sono ricavati un paio di milioni di chilowattora. 3 milioni e 300 mila gli ettari irrigati, praticamente poco più dell’80% del totale, dalla gestione collettiva, che facilita l’economia e il lavoro. L’ANBI ha fondato con le associazioni del settore di Francia, Portogallo e Spagna Irrigants d’Europe per portare all’attenzione del Parlamento e della Commissione dell’Unione le problematiche dei paesi mediterranei, del sud del Continente. Massimo Gargano, direttore generale dell’ANBI, ha ribadito che l’Associazione, oltre a quelli già realizzati, ha pronti nel cassetto progetti esecutivi per migliorare la conservazione dell’acqua e la sicurezza dei territori. Un piano pluriennale di investimenti per la prevenzione, in modo da evitare i dannosi disastri e le perdite di vite umane causati dal maltempo e dai mancati interventi.
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