Le vie del commercio sul mare

Convegno di Assoporti sui movimenti nel Mediterraneo con l’Italia chiamata a tornare protagonista

Nel 2016 le relazioni commerciali dell’Italia con i paesi del Bacino del Mediterraneo e del Mar Nero hanno rappresentato il 19% dei trasporti marittimi. Nello stesso anno il traffico complessivo delle merci è stato di 90 milioni e 300 mila tonnellate. Questi sono solo alcuni dei dati di una ricerca illustrata nel corso di un convegno promosso da Assoporti sul tema, ‘Il Mar Mediterraneo. Scenari geostrategici della portualità italiana nel quadrante Mediterraneo-Mar Nero’, a cui hanno partecipato, fra gli altri, i sottosegretari alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi e allo Sviluppo Economico Andrea Cioffi.
L’Italia, nella sfera generale, dovrebbe avere un ruolo ancora più determinante, in quanto l’opportunità è offerta dalla conformazione geografica, un po’ meno, forse, dalle infrastrutture. Dal canale di Suez transitano quasi 45 milioni di TEU. Ogni nave ha una capacità media di una decina di migliaia di TEU, Twenty foot Equivalent, l’unità di misura standard di volume nel trasporto dei container più comuni e riconosciuti, paragonabile a quasi 40 metri/cubi. L’aumento, rispetto all’indicazione precedente, è del 7,1%. I container sono destinati a tutti gli attracchi affacciati sul Mediterraneo. Tre quelli italiani fra i primi diciannove, Genova, Gioia Tauro e La Spezia. Spagna leader, con un incremento del 3,4% nella movimentazione, proprio davanti all’Italia.
I paesi della sponda settentrionale del Mediterraneo e quelli dell’Unione Europea sul Mar Nero superano in TEU quelli dei porti del cosiddetto ‘Northern Range’ contribuendo massicciamente all’andamento economico del Vecchio Continente, che dovrebbero avere una maggiore attenzione da parte del governo comunitario. I porti del ‘Northern Range’ sono praticamente quelli nordeuropei, al di fuori del Bacino del Mediterraneo. Il contributo dell’Italia nel periodo 2007-2017, per recuperare la centralità del Mediterraneo, a leggere i risultati dell’approfondimento, sarebbe sceso. Necessario favorire un servizio di valore aggiunto alle navi e alle merci non solo in ambito portuale. Al Mediterraneo guardano anche i cinesi, che hanno investito nelle strutture e nelle infrastrutture di alcuni paesi, fra cui la Spagna, la Turchia, la Grecia, Israele, l’Algeria, la Francia e la Slovenia.
Per il presidente di Assoporti Zeno D’Agostino è riaffermata la centralità geopolitica del Mediterraneo anche se ancora in condizioni perlomeno contrastanti e in continua evoluzione. La crescita dei volumi di traffico è registrata, anche nella prima parte del 2018, in quelle aree dove c’è una maggiore stabilità nei rapporti politici e diplomatici e, quindi, commerciali ed economici. Il ruolo della portualità mediterranea torna ad essere un riferimento di sviluppo fondamentale e strategico per quello italiano, soprattutto per il Mezzogiorno. E deve tornare ad essere un punto centrale nel dibattito europeo, in quanto l’Italia è il paese più importante dal punto di vista della portualità ed essere capofila della ripresa del dialogo euromediterraneo sulle reti di trasporto verso le realtà delle sponde meridionali e orientali del Bacino. La ripresa del processo di Barcellona, di una costituzione di un grande mercato mediterraneo, è una occasione per il nostro Paese. Il volume di interscambio fra l’Unione Europea e l’Africa, fra l’altro, è superiore a quelli con l’Asia e gli Stati Uniti della stessa Africa.
Il miglioramento delle strutture e delle infrastrutture portuali e ferroviarie; delle connessioni e delle ‘infostrutture digitali’ sono fra gli obiettivi continuamente ricordati, oltre, naturalmente, allo sviluppo delle ‘Autostrade del Mare’.
Il mercato mediterraneo dei Ro Ro, una tecnica di carico di una nave senza il necessario utilizzo della gru, sulla quale gli armatori italiani continuano a investire in modo evidente, è uno spazio di crescita più stabile e promettente del settore dei container.
Il presidente Zeno D’Agostino, inoltre, ha ribadito che fra le eccellenze italiane figurano anche la logistica e il sistema portuale e ricordato l’intesa con l’ENEL per l’installazione di quattrocento colonnine nelle aree degli attracchi per le ricariche energetiche e con il Gruppo delle Ferrovie dello Stato anche per un potenziamento della ‘cura del ferro’.

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