Ecoreati, inchieste e arresti

Rapporto di Legambiente. Aumenta l’attività giudiziaria con la nuova legge, che, comunque dovrà essere ampliata

“I dati raccolti in questo Rapporto confermano e testimoniano la validità e l’importanza della legge numero 68 del maggio del 2015 sugli ecoreati voluta fortemente da Legambiente”, ha affermato il presidente Stefano Ciafani nel corso della presentazione del volume sul’Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia’ nella Sala della Lupa della Camera dei Deputati di Palazzo Montecitorio.
Dal Rapporto Ecomafia 2018 emerge come il numero degli arresti, 538 e delle inchieste per il traffico organizzato di rifiuti, 76, è più che raddoppiato. La “speranza” del sottosegretario Salvatore Micillo “di non vedere più pubblicato il Rapporto, in quanto i reati ambientali sono scomparsi”, almeno per il momento resta insoddisfatta. La lievitazione è dovuta essenzialmente ai nuovi e appropriati strumenti in possesso degli investigatori e a una attività illegale florida e fiorente, il cui fatturato ormai ha superato di 100 milioni i 14 miliardi di euro, +9,4%. La crescita dell”industria’ delle ecomafie interessa soprattutto il ciclo dei rifiuti, il settore agroalimentare e il racket degli animali. Altro giro, altra piaga: la corruzione, da abbattere “con una sburocratizzazione per permessi e autorizzazioni, chiedendo anche il sostegno e la collaborazione delle amministrazioni pubbliche locali”, ha dichiarato il ministro Sergio Costa, ex generale dei Carabinieri, ma della Forestale, in prima linea “nell’altra vita” contro l’illegalità ambientale.
Le cifre, una pioggia, fra l’illuminante e l’allucinante: 30.692 reati accertati su tutto il territorio nazionale, come dire 84 al giorno e, incredibile, mediamente 3,5 ogni ora; 39.211 persone denunciate; 11.027 sequestri e 538 arresti, trasformati al netto ed evidente rialzo da un precedente di 225 nel 2016. Ogni regione ha i suoi peccati, tutte, anche la Valle d’Aosta è in lista con l’impercettibile 0,2%. Tant’è. Leadership nel meridione dove ha radici e imperversa la criminalità organizzata. Nell’ordine, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Poco distante il Lazio e anche la Toscana e la Liguria. La ‘forbice’ va dal 14,6% campano ak 6% ligure. Nelle quattro regioni del sud a tradizionale insediamento mafioso sono state registrate 13.488 infrazioni, il 44% del totale; 13.413 denunce; 207 arresti e 3.699 sequestri. La provincia di Napoli al comando con 1.351 infrazioni accertate, poi quella di Roma con 1.260, quindi Cosenza, 1.074 e Salerno, 974.
Tracciati anche i settori degli ecoreati collegati all’agroalimentare con 37.751 illeciti, 196 arresti, 22.000 denunce e 1.491 strutture chiuse; all’abusivismo; ai rifiuti; agli incendi; agli animali, oltre 6 mila segnalazioni, 24 ordini di custodia cautelare, 2 mila sequestri e all’archeomafia, quasi una new entry nell’analisi, con 102.406 oggetti recuperati, 11 arresti e 1.136 denunce.
La maggior parte degli affari loschi riguarda lo smaltimento dei rifiuti speciali, stimato in 3 miliardi e 200 milioni di euro e l’abusivismo edilizio, 2 miliardi di euro. Da non sottovalutare il settore delle specie animali e vegetali protette, 3 miliardi e 200 milioni di euro e la corruzione ambientale, 300 milioni di euro per favorire l’illegalità. In questo comparto le inchieste sono state 106; 656 gli arresti; 1.030 le denunce e 16 le regioni coinvolte con il Lazio al non invidiabile gradino più alto del podio.
Dal gennaio del 2017 allo scorso maggio sono state bloccate 4 milioni e 500 mila tonnellate di rifiuti illegali, come dire 181 mila 287 TIR, che messi in fila occuperebbero una striscia da Trapani a Berlino. 46 gli stati coinvolti, fra cui 18 europei e 15 africani, ma anche una dozzina dell’Asia.
Capitolo a parte occupano gli shopper illegali, che nonostante la messa al bando le organizzazioni probabilmente controllano ancora con la diffusione del 60%, con punte, secondo Assobioplastica, del 70% fra gli ambulanti e dell’80% nei commercianti al dettaglio. A questo proposito il responsabile al dicastero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costa è d’accordo sull’individuare i produttori che propongono al mercato i sacchetti non biodegradabili a basso costo e anche sull’allargamento e sull’inasprimento della legge sugli ecoreati inserendo, ad esempio, “il sequestro dei beni ricavati dall’illecita attività”; il Daspo, l’allontanamento per chi commette danni a quel territorio che evidentemente non ama e non rispetta e il bracconaggio come delitto ambientale”. E, poi, da richiedere “un fondo unico di garanzia alimentato proprio dai sequestri dei beni” e dalle sanzioni; una “banca-dati collaborativa” fra agenzie e investigatori e “la figura dell’ispettore ambientale” rafforzando anche numericamente i vari organici. Nel 2018 sono stati già sciolti 18 amministrazioni comunali per sospette infiltrazioni della criminalità organizzata, tanto per affrontare la questione-corruzione.
Legambiente ha messo sul tavolo, oltre alle misure per chi delinque contro flora e fauna fra danneggiamenti e traffici clandestini, anche la gestione allo Stato e, quindi, alle prefetture, dell’abbattimento delle costruzioni abusive; la tutela dei prodotti agroalimentari con una serie di nuovi reati come il “disastro sanitario” e “l’omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato”; la protezione del patrimonio archelogico-architettonico-culturale-storico sollecitato nella passata legislatura dai ministri Dario Franceschini e Andrea Orlando; una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore e una Commissione parlamentare d’Inchiesta sull’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin. Richiesta esposta davanti al procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho. Commissione parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti allargata allo scarico nelle acque promossa da tutti i senatori e deputati presenti, Paolo Arrigoni, Vilma Moronese, Paola Nugnes; Chiara Braga, Stefano Vignaroli e Rossella Muroni, pronta a richiedere nuove disposizioni per i pescatori, che con le rispettive attività potrebbero recuperare e smaltire le plastiche galleggianti nel mare senza incorrere in alcuna sanzione.
“Le fasi della repressione dovrebbero essere accompagnate da quelle della prevenzione con iniziative di sensibilizzazione destinate soprattutto ai giovani e promosse fin dai primi anni scolastici”, ha precisato il ministro Costa.
Ricordata e omaggiata la figura e il pluriennale impegno del legambientino Tiziano Granata scomparso la scorsa primavera a cui è stato dedicato questo Rapporto 2018 sul’Le storie e i numeri della criminalità’ a danno dell’ecologia e di tutti i cittadini.

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