Rigenerazione delle città

Convegno a Roma con Regione, Comune e Soprintendenza promosso dall’ACER, che ha presentato un paio di progetti

“Non sono necessari altro consumo e, forse, spreco di territorio e neanche provvedimenti ‘francobollo’ su sollecitazione delle associazioni ambientaliste e spinte della popolazione, semmai una programmazione a lungo termine e ampio raggio sulla visione dell’area urbana puntando sulla rigenerazione, una volta definita ristrutturazione e, poi, riqualificazione. Insomma, un ammodernamento delle strutture sfruttando i nuovi materiali e la tecnologia per il rispetto dell’ambiente e un disegno complessivo per un miglioramento progettuale e di vivibilità” nelle città. Con queste intenzioni il presidente dell’ACER, l’Associazione dei Costruttori Edili di Roma e provincia, Nicolò Rebecchini ha aperto l’incontro sul tema, Rigenerazione. Progetti e cultura’, a cui hanno partecipato, fra gli altri, l’assessore della Regione Lazio alle Politiche Abitative e all’Urbanistica Massimiliano Valeriani e quello di Roma Capitale all’Urbanistica Luca Montuori e il soprintendente speciale all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio Francesco Prosperetti.
La spinta arriva anche dalla nuova normativa regionale, che Valeriani ha rilevato “di poter essere migliorabile, qualora fossero evidenti i presupposti e soprattutto non di principio, a prescindere”. La regolamentazione, a sentire Rebecchini, “è comunque un passo in avanti, in particolare per le amministrazioni pubbliche locali e anche per i professionisti del settore”. Al di là di Roma “sarebbero in arrivo alla Regione le prime progettazioni di alcuni dei 378 comuni del Lazio, anche di medie dimensioni. A questo proposito la Regione ha predisposto un ufficio a supporto e sussidio delle amministrazioni pubbliche locali, proprio per eventuali chiarimenti di alcuni passaggi della nuova normativa”. Non solo. Valeriani ha anche annunciato “l’arrivo in Giunta del PTPR, il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, atteso dal 2008”.
Usi e abusi. “Roma è andata avanti con un specie di ‘fai da te’ insostenibile, ma in tutti i settori”. Utilità “di applicare la legge sull’archeologia preventiva anche sugli interventi dei privati con la possibilità di accordi fra la Soprintendenza e le associazioni di categoria”. Il paesaggio e l’archeologia non possono essere escluse da un Piano di rigenerazione urbana e abitativa. “È evidente la necessità di interventi soprattutto nelle aree periferiche”, ha sottolineato il soprintendente Prosperetti, quando “nelle città e nelle capitali europee da tempo sono in atto programmi di rigenerazione urbana, finalizzati all’infrastrutturazione e alla digitalizzazione, alla difesa idrogeologica, alla mobilità sostenibile, alla riconversione energetica del patrimonio edilizio e nonché alla sua sostituzione”. In Italia questi programmi sono del tutto assenti anche perché nel nostro Paese le politiche di rigenerazione urbana appaiono “gravate da eccessivi pesi di natura procedurale, da conflitti di competenze e di attribuzioni fra diversi livelli di amministrazione e diversi comparti dello Stato. Essenziale affrontare il nodo da troppo tempo trascurato e sottovalutato”. L’emersione di una parte della Relazione Conclusiva della Commissione d’Inchiesta sulla Sicurezza e il Degrado delle Città e delle rispettive Periferie approvata alla Camera è dell’ACER a conferma del generale e abissale ritardo.
Roma, che non può specchiarsi con Milano per interessi, estensione e disegno urbanistico diversi, “deve assolutamente trovare delle soluzioni idonee passando per la cintura ferroviaria, ma anche per l’armonizzazione delle normative e l’eliminazione delle stratificazioni, alcune volte contraddittorie, fra i vari livelli delle amministrazioni”, ha ribadito Montuori, che pensa “a delle incentivazioni, come è stato concretizzato a Milano, ma con altre forme”, in modo da poter riguardare la fiscalità o azioni compensative, comunque determinanti” a una nuova e generale effervescenza.
Esempi di rigenerazione non mancano. Una panoramica delle esperienze sia italiane, poche, che internazionali potevano essere viste nel romano Palazzo degli Esami di via Girolamo Induno. E, lo stesso spazio di Palazzo Merulana, nel quale l’ACER ha promosso e organizzato l’approfondimento, è la testimonianza diretta di rigenerazione urbana attraverso l’intervento determinante dei privati, nell’occasione la Fondazione Elena e Claudio Cerasi, abbellito e arricchito da una splendida mostra.
Questo potrebbe essere catalogato come intervento da ‘francobollo’, isolato, per volontà e iniziativa economica solitaria e non all’interno di una soluzione organica come le soluzioni di rigenerazione studiate e proposte nella
capitale dall’ACER per la Bastogi, nei pressi di via Boccea e via di Torrevecchia e a Tor Sapienza, nell’area compresa fra la Prenestina e la Collatina. Manutenzione, efficientamento energetico e redistribuzione degli spazi e del verde per una migliore vivibilità dei residenti. Un modo per rivalorizzare adeguatamente il patrimonio pubblico con investimenti contenuti e ossigenare un settore, quello dell’edilizia, fra i più martoriati dalle difficoltà economiche degli ultimi anni. “Una visione urbanistica abitativa e proiettata verso i prossimi decenni”, ha concluso Rebecchini.

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