Acquisti pubblici verdi

Convegno su economia circolare e le certificazioni di Accredia. Italia leader in Europa e terza nel mondo

“L’economia circolare non è una applicazione dei nostri giorni, ma già in passato per esigenze soprattutto economiche erano riutilizzati i materiali di scarto e scarsamente impiegati. Basti pensare ai resti della tavola, che diventavano concime per le campagne coltivate. Il settore, però, ha necessità di ammodernamento, miglioramento e sviluppo, in quanto le risorse del pianeta non sono infinite”. Pensieri e voce di Giuseppe Rossi, presidente di Accredia, l’ente nazionale di accreditamento, espresse nel corso del convegno, ‘Dall’economia circolare al green public procurement. La certificazione a garanzia di acquisti sostenibili’, organizzato a Roma, nel suggestivo scenario del Tempio di Adriano di piazza di Pietra. All’appuntamento hanno partecipato rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo produttivo anche innovativo e docenti, fra cui Marco Frey, docente di Economia e Gestione delle Imprese alla Scuola Superiore di Pisa, che ha approfondito la situazione ‘nelle politiche pubbliche’. Dallo studio, fra l’altro, emerge che “sarebbe necessario sollecitare il mercato dell’acquisto di materiali ecosostenibili da parte delle pubbliche amministrazioni, alcune volte penalizzate dal difficile e complicato coordinamento fra uffici di strutture centrali e locali e dalla scarsa formazione del personale”.
La tendenza di questa realtà è stata sostanzialmente confermata da Lidia Capparelli, responsabile della Green Procurement della CONSIP, impegnata negli ordini e negli acquisti di materiali per le pubbliche amministrazioni a prezzi uniformati sull’intero territorio nazionale e altamente concorrenziali.
L’Italia è il Paese leader nel Vecchio Continente sulle politiche relative all’applicazione del Green Public Procurement, le norme europee in materia di appalti pubblici verdi, che ormai rappresentano un riferimento per gli altri componenti dell’Unione. La novità che ha modificato l’andamento è stata l’obbligatorietà, all’interno dei bandi di gara, di Criteri Ambientali Minimi, CAM, per forniture e affidamenti di servizi e lavori.
Il riciclo dei rifiuti urbani ha ormai superato il 45%, con un aumento annuale quasi costante del 4%. Gli imballaggi finiti nel sistema del riuso e di una seconda vita commerciale ha toccato il 77%, al di là dei limiti fissati dall’Unione Europea, in anticipo sui tempi previsti.
Quell’Unione Europea che ogni anno spende per opere, beni e servizi nelle pubbliche amministrazioni sui 1.800 miliardi di euro, quasi il 14% del Prodotto Interno Lordo complessivo. In Italia nel 2016 gli appalti pubblici hanno avuto un valore di 111 miliardi e 500 milioni di euro.
Raffaele Tiscar, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha ben precisato gli ostacoli da superare per ogni materiale raccolto con la differenziata, lavorato, rigenerato e pronto per essere immesso sul mercato con il riconoscimento di prodotto economicamente valido e non più scarto, rifiuto. Trasformazione burocraticamente lenta da completare. Il prossimo 20 maggio, ad esempio, dovrebbe arrivare a destinazione il derivato delle gomme di auto, camion e motorini, che potrebbe essere utilizzato nelle pavimentazioni stradali e degli impianti sportivi.
Accredia, che ha il riferimento al Ministero dello Sviluppo Economico, ha il compito di attestare la competenza, l’imparzialità e l’indipendenza nell’assegnare le certificazioni a protezione degli interessi pubblici, quali la salute, la sicurezza e l’ambiente. 67 i soci di Accredia. Oltre 22 mila le aziende in possesso di una certificazione per i Sistemi di Gestione Ambientale, SGA.
Una lievitazione del 9% dal 2015, dall’entrata in vigore della normativa. L’Italia è prima in Europa e nel mondo preceduta solo da Cina e Giappone.
A conclusione della giornata di approfondimento sono state protagoniste un terzetto di iniziative assolutamente originali illustrate da Riccardo Pianesani, amministratore delegato del Gruppo ILPA; Stefano Saviola, la cui azienda ricicla per la mobilia casalinga e domestica il legno e, in particolare, Adriana Santanocito dell’Orange Fiber, che, con il recupero degli scarti degli agrumi utilizzati per la produzione dei succhi di frutta, crea tessuti, dal 2017 nei laboratori di Ferragamo per la realizzazione delle collezioni stagionali.

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