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Raccolta differenziata a domicilio e Tariffa Puntuale in tutta Italia per un sistema più proporzionale con chi produce più rifiuti

Nel 2020 tutti i comuni del Lazio dovranno essere in grado di applicare ai propri abitanti la Tarip, la Tariffa Puntuale, che riguarda la raccolta dei rifiuti, soprattutto differenziato. La novità, comunque, l’intera penisola, comprese le aree imbarazzatamene indietro nella percentuale di raccolta degli scarti opportunamente e materialmente separati per avviare il primo passo verso la lavorazione e il conseguente riutilizzo. L’economia circolare. Completa e completata. La scadenza del 2020 è stata fissata dall’amministrazione regionale del Lazio, ma prossimamente potrebbe coinvolgere tutti i comuni, in quanto nel frattempo sono stati anche i parametri da seguire per le somme da pagare.
Questo genere di tariffa, accompagnata dagli slogan che ‘chi sporca inquina’ e ‘chi produce rifiuti paga’ e in proporzione di più, è apparsa per la prima volta con i provvedimenti decisi e varati all’inizio degli anni Novanta dall’allora ministro dell’Ambiente Edo(ardo) Ronchi. Nel corso degli anni sono rimaste le linee generali, ma modificate e trasformate in alcuni contenuti dopo anni di rallentamenti e veri e propri impantanamenti. Indicazioni che andavano dall TARSU alle varie evoluzioni della TIA; il passaggio da tassa a tariffe; da TARES a TARI fino alle ormai imminenti misurazioni, peraltro già applicate da alcune amministrazioni pubbliche locali. Una minima parte, almeno quanto riferito da Daniele Dati dell’I&S, Informatica e Servizi, nel workshop ‘Tariffa puntuale ed economia circolare nel Lazio’. Dati ha illustrato le esperienze ricavate direttamente sui territori, però di limitate e circoscritte dimensioni. Il meccanismo, comunque, dovrebbe essere generale, al di là dei tempi di attuazione e dell’impegno economico iniziale da parte dell’amministrazione pubblica locale e del numero di operatori impiegati per completare le tre fasi: creazione di una anagrafe nominativa dei residenti e degli alloggiati con tanto di riferimento domiciliare preciso compreso di civico e interno; la consegna del kit necessario alla differenziata domestica composto da sacchetti e contenitori con chip e definizione delle quote a carico del contribuente basate su una parte fissa relativa ai servizi porta-a-porta e l’altra variabile dovuta alla produzione di rifiuti. L’oscillazione è intorno ai 2/3 per la parte più o meno fissa e tutto sembra ruotare su un paio di essenziali aspetti, che riguardano l’organizzazione e la tecnologia.
Riccardo Viselli di Unitalia, che rappresenta 173 imprese, delle quali 163 coinvolte nella gestione del riciclo dei rifiuti urbani, ha ricordato i 43 mila occupati. Nella casella delle variabili ha inserito i componenti del numero del nucleo familiare e i servizi a richiesta oltre gli standard offerti. È innegabile che i cittadini devono essere allettati dal calo delle quote annuali da soddisfare con i pagamenti, mentre sull’altro piatto della bilancia è posto il beneficio ambientale e la rendita delle amministrazioni pubbliche locali con la vendita dei materiali raccolti. I ritardi dell’attuazione di questo sistema sono collegati alla mancanza di una chiara e precisa normativa e alla mancanza di sanzioni.
Pregi e difetti visti dal palazzo comunale. Ariccia è stato il primo comune del Lazio a partire con questa iniziativa. Il vicesindaco e assessore all’Ambiente Enrico Indiati ha ammesso il rischio di una inversione per il ritorno ai cassonetti se anche la cittadinanza non sia completamente sensibile e partecipe avendo vantaggi soprattutto economici. Il centro dell’hinterland romano, comunque, è salito al 73% nella differenziata e una volta al mese è organizzata la pulizia di boschi e aree verdi dai rifiuti di ogni tipo e dimensione lasciati incontrollabilmente abbandonati.
Raphael Rossi, prima di arrivare nella pontina Formia, ha acceso la giostra del nuovo sistema a Parma dell’era-Pizzarotti con tanto di sfilata cittadina per la fine dei cassonetti dell’indifferenziato. Tempo per organizzare e per consentire ai cittadini di assorbire la novità per una raccolta cadenzata e costante porta-a-porta. Il dispositivo elettronico sui contenitori favoriranno il conteggio. Nella città emiliana le comunicazioni avvenivano inizialmente con il doppio sistema per confrontare l’attualità con il consolidato calcolo. Per essere efficiente il porta-a-porta ha una necessità preparatoria di almeno 18 mesi. Infatti non è possibile far scomparire un’abitudine pluriennale. Se la novità fosse accompagnata dalla creazione di isole ecologiche l’impulso sarebbe maggiore.
Intanto la raccolta domiciliare è partita anche sull’isola di Ventotene. Altre originali, ma concrete iniziative per migliorare la raccolta differenziata sono state rilevate da Gianfranco Labib della Roma Ecologica, la società chiamata ad allestire
impianti per la raccolta dei materiali in centri commerciali e di aree ad alto passaggio e frequentazione. In cambio al consumatore saranno rilasciati buoni-acquisto e così il cerchio dei vantaggi è concluso. Un meccanismo, che ha prodotto un aumento del 70% delle vendite dei prodotti in offerta e del 20% dei clienti. Per le casse dei comuni solo segnali positivi.
Cristiana Avenali, consigliere regionale del Lazio, ha sottolineato il sostegno economico per i comuni pronti a passare alla Tariffa Puntuale e la proposta di realizzare impianti per il riuso dei materiali per una concreta economia circolare.

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