Mobilitaria da migliorare

Rapporto CNR-Kyoto Club sull’ambiente in quattordici città italiane nell’ultimo decennio

La Commissione Europea da tempo ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia e di altri paesi, fra cui la Francia, la Gran Bretagna e la Spagna, in merito alla qualità dell’aria e ai relativi superamenti dei limiti previsti dall’attuale normativa per il biossido di azoto e il Pm10, il pericoloso e dannoso per la salute pulviscolo, che finisce nell’atmosfera.
Intanto, sono moltiplicati i controlli e le iniziative delle amministrazioni pubbliche locali di tutto il nostro Paese per cercare di migliorare la situazione.
‘Qualità dell’aria e politiche di mobilità nelle 14 grandi città italiane’, relativo al periodo 2006-2016, è il Rapporto curato da Kyoto Club e dall’Istituto per l’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinato da Anna Donati e Francesco Petracchini e illustrato nell’Auditorium romano delle Ferrovie dello Stato nel corso di un convegno, a cui hanno preso parte esperti, osservatori e rappresentanti della pubblica amministrazione, delle imprese del settore e di associazioni ambientaliste.
Sotto la lente di ingrandimento degli analisti sono finite Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Analizzati tutti gli aspetti riguardanti le condizioni ambientali e l’evoluzione registrata nell’ultimo decennio.
In generale le condizioni sono migliorate con una concentrazione inquinante dell’aria maggiormente contenuta e anche come numero di giornate dove il limite è stato superato. Dito indice accusatorio sul traffico veicolare cittadino e sugli impianti domestici di riscaldamento non opportunamente adeguati. La motorizzazione circolante sulla nostra penisola è calata, anche se rimane alta e la quota di un parco datato e, quindi, inquinante. A questo va sommato l’insufficiente sevizio di trasporto pubblico in alcune città della nostra penisola. Catania con 684 immatricolazioni ogni 1.000 abitanti è leader nella particolare classifica. Precede Cagliari e Torino. Roma ha mostrato il calo più evidente, 13%, ma il dato complessivo rimane elevato, 612 auto ogni 1.000 persone. Impennata nell’ultimo decennio dei veicoli alimentati a gasolio nelle aree del settentrione, mentre in fondo allo Stivale le immatricolazioni risalgono a molti anni fa, soprattutto a Napoli e a Catania. Gli euro 0, 1, 2 e 3 superano il 60% del totale. A Cagliari e Reggio Calabria sono utilizzate maggiormente le auto private, rispettivamente il 78% e il 76%. A Genova e a Milano il maggior numero di quattroruote ferme quotidianamente nel parcheggio vicino casa. A Firenze e nel capoluogo ligure girano il maggior numero di moto, praticamente il doppio rispetto alle altre città. Analizzati anche i dati sulla mortalità stradale. In cima alla non invidiabile graduatoria Reggio Calabria, poi Cagliari, Catania e Messina. È il poker di città con il più alto livello di utilizzo dell’auto. La sicurezza stradale resta uno degli obiettivi della mobilità sostenibile anche per ragioni sociali.
L’accensione giornaliera del mezzo privato, però, viaggia parallelamente alla qualità del trasporto pubblico locale. Servizio considerato non soddisfacente. Meno peggio a Milano e a Genova. Presenze limitate sui bus di tutte le città del meridione, dal fanalino Catania a Cagliari, da Palermo a Messina, da Reggio Calabria a Bari. Il ridimensionamento dei contributi da parte dello Stato hanno condizionato gli investimenti delle amministrazioni pubbliche locali nel settore del trasporto, in particolare a Napoli, Catania, Genova e Roma, dove sono crollate le salite e le discese dei viaggiatori. Segno opposto per altre realtà come Torino, Bologna, Bari e l’immancabile Milano. In questo periodo, dal 2006 al 2016, sono state realizzate nuove linee tramviarie e metropolitane, ma in altre città il rinnovamento di autobus e pullman tarda ancora ed è previsto solo nei prossimi anni.
Aumentano le aree protette nei centri storici cittadini con l’ampliamento delle ZTL. Orari e giorni variabili, modellare per seguire le esigenze delle città italiane. A Torino, ad esempio, la Zona a Traffico Limitato principiale, è in funzione solo dalle 7 e 30 alle 10 e 30. A Messina, invece, non sono stati ancora installati i controlli elettronici.
Allungati i chilometri delle piste ciclabili, in particolare a Venezia, Milano, Bologna, Firenze e Torino. Nella capitale è attesa la chiusura del GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette. Firenze è la città del pedale. Appassionati aumentati in rapporto alla crescita degli spazi e delle fettucce dedicate e riservate.
Salgono anche le aree pedonali nei centri cittadini e l’utilizzo del car sharing per una maggiore offerta a Firenze, Milano, Roma e Torino, compresa quella di auto elettriche. Nel settore il neo riguarda le infrastrutture, in pratica le colonnine per la ricarica delle batterie. Difficoltà nell’espansione anche del bike sharing. Solita eccezione a Milano con l’iniziativa BikeMi e probabile lievitazione a Firenze, Roma e Torino per il flusso libero delle due ruote.
Milano appare la città che ha avviato le misure più risolutive per abbassare il traffico veicolare privato, soprattutto nella cintura centrale.
In alcuni comuni del meridione sono stati avviati piani per aree pedonali, varchi telematici, collegamenti ferroviari e parcheggi di scambio.
L’approfondimento, reso noto nell’anniversario dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, ha osservato una notevole diminuzione delle concentrazioni, dal 36% al 46%, del biossido di azoto a Bari, Bologna, Catania e Reggio Calabria. Segno meno per Firenze, Napoli, Palermo e Venezia. Superamenti dei limiti e delle giornate inquinate a Roma, Torino, Firenze, Milano, Genova, Napoli e Catania.
Per il Pm10 i cali delle concentrazioni sono segnalati a Torino, Milano, Venezia, Napoli, Genova e Roma. Oltre i parametri Messina, Torino, Milano, Venezia, Napoli, Cagliari, Palermo e Roma.
L’amministratore delegato di Trenitalia Orazio Iacono ha annunciato investimenti e interventi per migliorare il trasporto regionale con l’arrivo di nuovi convogli dall’alta tecnologia per la riduzione dell’impatto ambientale e del consumo energetico e il miglioramento del comfort per i passeggeri. Qualità, sicurezza e integrazione riguarderanno tutte le regioni della nostra penisola. Iniziative utili anche per una costante flessione dell’uso dell’auto privata, che devono essere sostenute dalle amministrazioni pubbliche locali.
Intanto l’ENEL, come ha confermato Francesco Venturini, intende aumentare i punti di ricarica per le auto elettriche in vista del probabile e possibile incremento dei prossimi anni.

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