Nel 2015 il recupero dell’Atrio dei Gesuiti, la storica entrata del prestigioso Palazzo di Brera, a Milano. Due anni dopo il restauro dell’originale della statua di San Teodoro, primo patrono di Venezia, al Palazzo Ducale. In questi giorni a Roma il via alla valorizzazione della fontana ‘Venezia sposa il mare’, l’opera settecentesca dello scultore Carlo Monaldi. È il terzo degli interventi inseriti nella collaborazione ‘Arte e impresa’ fra Fondaco e Rigoni di Asiago. I lavori, che dovrebbero essere completati nei prossimi cinque mesi e comunque entro luglio, rafforzano il progetto ‘La natura nel cuore di Roma’ avviato a Palazzo Venezia per il Polo Museale del Lazio. In un paio d’anni è stato riqualificato il giardino, che era stato impunemente trasformato in un vero e proprio parcheggio e moltiplicate le possibilità gratuite di ingesso ai visitatori. Porte aperte all’area interna dalla centralissima piazza Venezia, da via del Plebiscito e da via degli Astalli, come dire piazza San Marco, da dove è possibile vedere e ammirare la realizzazione di Monaldi, probabilmente nato a Roma intorno al 1683. La fontana sarebbe stata realizzata nel 1730, commissionata dall’ambasciatore della Repubblica Veneta Barbon Morosini. È composta da una grande vasca, fiancheggiata da un corridoio con un paio di lunghi sedili di pietra abbelliti da puttini, che sostengono i territori d’oltremare conquistati da Venezia: Candia, Cipro, Dalmazia e Morea. I putti con gli scudi e le indicazioni delle conquiste sono stati aggiunti in seguito, nel 1930, da Giovanni Prini. Nella vasca dei pesci di travertino fuoriescono zampilli d’acqua. Al centro una statua marmorea raffigura Venezia. Alla base un leone alato di San Marco con l’anello a decretare l’indissolubile e indimenticabile unione con il mare. Una iscrizione in latino ricorda che la fontana è stata costruita sia a favore dei residenti del Palazzo che di quelli vicini. La deviazione dell’Acqua Vergine da piazza Trevi è dovuta agli interventi delle allora massime autorità del Vaticano: Papa Alessandro VIII Ottoboni e Papa Benedetto XIII Orsini. L’intervento, realizzato dalla Pantone Restauri di Roma dopo l’opportuna analisi delle condizioni, riguarderà tutte le parti della struttura, la pulitura lasciando la patina del tempo, le stuccature, l’impermeabilizzazione e l’impianto idrico, in modo da garantire la quotidiana funzione della fontana. “Ogni fase del restauro”, ha annunciato Sonia Martone, direttore di Palazzo Venezia, “potrà essere seguita e apprezzata dai visitatori, in quanto il cantiere sarà aperto. Un modo per valutare costantemente la progressione delle attività ed eventualmente organizzare le visite guidate di divulgazione e approfondimento”. Le operazioni saranno sostenute dalla sponsorizzazione della Rigoni di Asiago, azienda veneta leader nella produzione biologica di qualità e particolarmente attenta ai valori della tradizione e della cultura. L’amministratore delegato Andrea Rigoni, sollecitato, ha anticipato i positivi risultati del 2017 “del fatturato, salito del 15% rispetto all’anno precedente”. L’impegno parallelo e integrato della società del vicentino ha trovato una opportuna e valida sponda nella Fondaco, il cui presidente Enrico Bressan ha ricordato come “la scelta sia rivolta a bellezze, valori, significati e simboli collegati al Veneto. Lo stesso Palazzo, voluto dal cardinale veneziano Pietro Barbo, con un passato da vescovo di Vicenza, prima della massima rappresentanza a piazza San Pietro come Paolo II, è da sempre il riferimento dei veneti a Roma”. La Rigoni di Asiago, fra l’altro, è partner di FederBio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica e di ‘Cambia la Terra’, il progetto per sviluppare la sensibilizzazione sull’utilizzo delle sostanze chimiche per le coltivazioni e dannose sia all’ambiente che alla salute. La fontana è un simbolo dei momenti più importanti della città lagunare, il cosiddetto ‘sposalizio con il mare’, la Festa della Sensa, celebrata da oltre mille anni nel bacino di San Marco, a Venezia, il giorno dell’Ascensione. Ricorda la conquista della Dalmazia da parte delle navi lagunari capeggiate dal doge Pietro Orseolo II nel 9 maggio dell’anno 1000. Successo utile all’allora potenza marinara anche per liberare l’Adriatico dai rischi degli assalti dei pirati. Palazzo Venezia è uno dei 43 luoghi d’arte di Roma e del Lazio coordinati e gestiti dal Polo Museale regionale guidato da Edith Gabrielli, che ha rilevato i confortanti risultati mediamente ottenuti, in particolare nella bigliettazione, “passata da un ricavo di 4 milioni di euro del 2015 a oltre 14 milioni di euro dello scorso anno”. Tutela, conservazione e manutenzione dei musei. A Palazzo Venezia gli interventi sono ben visibili con la riapertura di spazi e sale, oltre alla ‘liberazione’ del giardino interno dalle auto e alla riapertura di tutti gli ingressi. Nell’ultimo triennio sono stati quasi seimila gli studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro.
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