Garantisce la tutela della salute, è sostenibile e multitasking: il vetro dopo un tempo in cui sembrava relegato ai margini da nuovi materiali artificiali oggi è sulla frontiera più avanzata di stili di vita, modelli di consumo e sistemi valoriali. Per 28 milioni di italiani il vetro è, infatti, poco o per niente sostituibile in utilizzi e ambiti di vita decisivi, con 15,5 milioni di italiani per i quali non c’è alcun ambito o utilizzo in cui il vetro possa essere sempre sostituito e con l’81% degli italiani che lo ritiene il packaging più sostenibile e il 65% più sicuro per il cibo. Il “Valore sociale di prodotti e attività dell’ industria vetraria in Italia” è il tema di un’ indagine condotta dal Censis e presentata oggi che sottolinea come l’ elevato valore sociale del vetro si materializzi in una pluralità di aspetti come la capacità di dare risposte efficaci, funzionali, credibili al crescente bisogno di sicurezza, soprattutto nell’alimentare, dei consumatori; l’essere riconosciuto come il materiale riciclabile per eccellenza, soluzione concreta alla domanda sociale di sostenibilità e paradigma di circular economy; saper far coesistere nel quotidiano funzionalità ed estetica, grazie ad oggetti di produzione industriale che incarnano un certo savoir faire artigianale; sapersi proporre come indispensabile, insostituibile per momenti eccezionali o importanti della vita. “L’indagine del Censis – dichiara Marco Ravasi, Presidente della sezione vetro cavo di Assovetro- dimostra come oggi il vetro sia sulla frontiera più avanzata dell’innovazione e delle culture sociali e interpreti, meglio di altri materiali, il nostro tempo, diventando protagonista assoluto dei comportamenti, per i quali la sostenibilità è criterio d’elezione. Anche i numeri dimostrano questo crescente appeal del vetro: nei primi 10 mesi del 2017 la produzione di contenitori in vetro è aumentata del 2,05% rispetto allo stesso periodo del 2016”. Il vetro è agli occhi degli italiani soprattutto un materiale che garantisce igiene e tutela della salute, ed è riciclabile e ecologico, aspetti di grande contemporaneità perché lo rendono particolarmente adatto a rispondere a logiche e pratiche dell’economia circolare. Il 35,7% degli italiani lo ritiene igienico e salutare; il 25,9% ecologico e riciclabile; il 12,1% sicuro; il 4,9% classico; il 4,8% versatile, utilizzabile per tante cose in modo diverso. I Millennials sono la classe di età che ha la visione più articolata delle proprietà del vetro, segnale del loro alto apprezzamento per il valore funzionale del vetro e, più ancora, della sua poliedricità. Il termine che più viene in mente ad un giovane nel pensare al vetro è ecologico, riciclabile (24,7%) a differenza delle altre classi di età che, invece, richiamano in primis igienico e salutare. Oggi il vetro è in sintonia piena, funzionale e culturale, con i Millennials, ed è così, osserva il Censis, che un materiale antichissimo come il vetro oggi ha un valore sociale molto elevato, perché operativamente incarna valori ed esigenze funzionali fondamentali dei Millennials. Sul podio della top ten degli ambiti di vita in cui il vetro non è mai sostituibile c’è al primo posto la bottiglia per il vino (40,9%), la bottiglia per la birra (31,7%), i contenitori per profumi (25,9). Guardando alle aree geografiche sono soprattutto gli abitanti del Nord-ovest ad essere convinti che il buon vino può stare solo in una bottiglia di vetro. Ad apprezzare vino birra e profumi in vetro sono soprattutto gli anziani che si dimostrano portatori di culture sorprendentemente moderne, improntate a valori ecosocial; nel vetro leggono infatti un fattore di straordinaria rassicurazione di fronte al proliferare di microminacce quotidiane. Oltre 6 milioni di italiani indicano nel salutismo, inteso come i diversi aspetti del rapporto tra il cibo e la propria salute, il core del proprio stile alimentare E proprio il vetro possiede alcune caratteristiche importanti per la sicurezza alimentare. Si tratta delle qualità di resistenza alle alte temperature di lavaggio dei contenitori vuoti, della robustezza indispensabile per il riempimento, della richiudibilità perfetta, della totale garanzia di non assorbimento di sapori e odori, cioè tutte caratteristiche che lo rendono uno dei prodotti/materiali più sicuri dal punto di vista igienico sanitario. Tutte qualità queste che danno risposte efficaci, funzionali, credibili al crescente bisogno di sicurezza dei consumatori, soprattutto nell’alimentare. Tanto che il 65% degli italiani considera il packaging in vetro il più sicuro per il cibo, il 72% degli italiani per le bevande, il 51% lo reputa migliore per prevenire forme di contaminazioni del cibo. Il modello di consumo compulsivo, con la crisi economica ha spinto gli italiani verso modelli di consumo temperati, più sobri, che possano generare imballi facilmente smaltibili, meno inquinanti, facilmente riciclabili. Il vetro per le sue proprieta è particolarmente in linea con le esigenze sociali attuali di riciclo e riutilizzo: dal vetro si ottengono efficacissimi prodotti usa, getta e ricicla al 100%. E nel 2018, secondo stime, il vetro raggiungerà l’obiettivo del 75% di riciclo cioè un tasso di riciclo pari a due terzi del totale del vetro messo in consumo. Il vetro si propone così come lo straordinario combustibile di una economia circolare in cui il riutilizzo eterno tutela l’ambiente, si adatta ai nuovi stili di vita, abbatte i costi di produzione generando continuamente vetro riciclato come nuova materia prima dagli utilizzi molteplici. Una dimensione questa perfettamente capita dai cittadini che per l’81% considera il vetro la forma di packaging più sostenibile e amico dell’ambiente; per il 53% considera i rifiuti di vetro i meno dannosi per l’ambiente; per il 47% che può essere riciclato di più di altri materiali. Gli italiani sono tra i principali consumatori di vetro della Ue. In Italia il consumo annuo di vetro procapite in valore è pari a 78,5 euro, superiore a quello dei tedeschi (75,6 euro procapite), dei francesi (64 euro), degli inglesi (58,5 euro), degli spagnoli (51,8 euro) e del valore medio dei paesi della Ue (68,8 euro). In particolare per gli imballaggi il consumo degli italiani uguale a 26,4 euro procapite è più alto di quello di altri paesi dell’ Ue. La produzione nazionale vetraria è stata nel 2016 pari a 3,7 milioni di tonnellate con un incremento del +7,8% rispetto al dato dell’anno precedente. Ogni anno quindi l’Italia produce una quantità di vetro pari a circa 62 chilogrammi per abitante. Nel settore fabbricazione di vetro e prodotti in vetro operano 4.594 imprese. Gli occupati sono 36 mila circa, con punte di oltre 15 mila nella fabbricazione di vetro piano, di 7,5 mila in quella del vetro cavo (in aumento dal 2011 del +17,8%) e di 6,2 mila nelle aziende di fabbricazione e lavorazione del settore altro vetro.
|