Dal carcere ai parchi

Intesa per interventi socialmente utili nelle aree verdi della capitale. Particolari ancora da definire

Quando? E quanti? Intanto l’annuncio, l’ufficialità con la firma sul documento per sostenere la reintegrazione sociale e lavorativa di persone private della libertà in lavori socialmente utili.
A sottoscrivere la lettera d’intenti sono stati i rappresentanti di Roma Capitale, del Tribunale di Sorveglianza della Città Eterna, del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Garante cittadina dei diritti delle persone private della libertà personale, rispettivamente Virginia Raggi, Maria Antonia Vertaldi, Santi Consolo e Gabriella Stramaccioni.
L’imput è il rispetto del principio stabilito dalla Costituzione Italiana con l’articolo 27, secondo cui il trattamento rieducativo dei soggetti privati della libertà personale deve tendere al reinserimento sociale e che lo svolgimento di una attività lavorativa a beneficio della comunità possa costituire un efficace strumento di reintegrazione volto a rinsaldare il patto di cittadinanza.
Nella Sala della Piccola Protomoteca del Campidoglio è stato più volte ribadito che le persone attualmente detenute potranno essere in grado, nelle ore del giorno, di essere impiegate in progetti utili per la città, in particolare per la pulizia dei parchi e di alcune aree verdi della capitale. La sera, poi, il rientro negli istituti.
La popolazione carceraria romana sfiora quota quattromila nei complessi di Regina Coeli; Rebibbia, dove c’è il settore femminile più grande d’Europa e quello per i minori di Casal del Marmo, nel quale “l’85% non ha concluso la scuola dell’obbligo”.
“Un modo di riscatto, l’offerta di una opportunità”, ha rilevato il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Maria Antonia Vertaldi.
“Un modo per un’operazione straordinaria di interventi a sostegno del Servizio Giardini, da tempo con l’organico insufficiente rispetto alle esigenze, in quanto le uscite non sono state adeguatamente rimpiazzate”, ha sostenuto Virginia Raggi, sindaco di Roma Capitale.
Il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo ha ricordato quando “non è stato registrato alcun episodio anomalo per il Giubileo dei Detenuti con ottocento persone private della libertà personale accompagnate in Vaticano”.
Ribadita “l’affidabilità per l’osservanza delle regole” e la necessità “di un titolo spendibile ottenuto nel periodo della reclusione una volta usciti e tornati nella vita sociale per un opportuno reinserimento”.
Ancora top secret sui tempi di realizzazione del progetto e sui luoghi dove intervenire. Di diciotto mesi dovrebbe essere il periodo della prima fase operativa di “altissimo valore sociale”, ha affermato Daniele Frongia, assessore comunale allo Sport, alle Politiche Giovanili e Grandi Eventi con delega ai Rapporti con il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
E proprio Gabriella Stramaccioni ha commentato come “le persone detenute che lavoreranno per la città lasceranno un segnale chiaro di recupero e restituzione” alla comunità.
“La lettera firmata in Campidoglio sarà il volano per altre decisioni che porteranno a protocolli d’intesa più operativi su altri temi, quali l’ambiente, il patrimonio e lo sport, su saranno coinvolti diversi assessori”, ha precisato Frongia, che non manca di ribadire che “i detenuti sono tessuto della città”.

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