La tecnologia per il noleggio

L’importanza dei nuovi sistemi nel settore automobilistico è stato il tema del confronto promosso nella capitale da Fleet&Mobility con la partecipazione di alcuni esperti della particolare attività

Le applicazioni e le funzionalità delle nuove tecnologie nel settore del noleggio e della condivisione delle auto sono state il filo conduttore del convegno promosso a Roma da Fleet&Mobility. ‘Tech for rent’ è stato il riferimento dell’appuntamento organizzato in una sala di Palazzo Rospigliosi, a cui hanno partecipato i rappresentanti di alcune aziende interessate dai nuovi sistemi utilizzati per migliorare la gestione del servizio. In un sondaggio è stato rilevato che le tecnologie, adattate nelle molteplici situazioni, siano importanti per l’intero comparto sia nella raccolta dei dati e nell’immagazzinamento delle informazioni che per valutare e seguire gli spostamenti e le disponibilità dei veicoli, soprattutto per il car sharing.
Remo Grosso di Drivalia ha sottolineato come è cambiata l’interpretazione del “possesso”, soprattutto fra “i giovani”, che, fra l’altro, “sono maggiormente favorevoli all’elettrico”, 72%, “e alla disponibilità di una condivisione dell’auto”, 55%, ha sostenuto Massimiliano Balbo di Vinadio di Targa Telematics.
La digitalizzazione “è fondamentale per le future generazioni, ma anche per l’attuale”, ha rilevato Federico Caracciolo di Athlon. “Il noleggiatore è praticamente una società di servizio”, ha sostenuto Gregoire Chové di Ecoprogram, mentre Daniele Di Lozzo di Agenzia Italia ha ammesso che “il software consente di ricevere informazioni e di gestire” anche altre situazioni, fra cui le consegne, le sostituzioni, gli appuntamenti in officina e in carrozzeria, l’uso e gli eventuali danni e i pedaggi. “La multifunzionalità, però, dovrebbe essere coordinata”, ha rilevato Pier Luigi Del Viscovo del Centro Studi di Fleet&Mobility, che ha gestito e sollecitato i vari interventi degli esperti. “Il settore, comunque, è in crescita”, ha confermato Roberto Moneda di Texa TMD.
Accumulatori di dati e di informazioni, ma sarebbe “l’integrazione nel sistema a favorire il miglioramento del servizio”, che, comunque, “evolve velocemente”, ha dichiarato Federico Caracciolo di Athlon. La conferma delle maggiori offerte e opportunità è stata stabilita anche da Italo Folonari, amministratore delegato di Mercury e vicepresidente di ANIASA, l’Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio, dello Sharing Mobility e dell’Automotive Digital.
La transizione energetica coinvolge soprattutto il settore automobilistico con una vera e annunciata rivoluzione, ma complicata da realizzare, almeno nei modi e nei tempi fissati dall’Unione Europea. Le case costruttrici con la ricerca e lo sviluppo hanno avviato la trasformazione e la progressiva sostituzione delle alimentazioni motoristiche a fonti fossili, benzina e diesel, con quelle dichiarate “meno inquinanti”. In circolazione, quindi, vetture a propulsione ibrida e a sollecitazione completamente elettrica. Da un sondaggio di Ipsos, leader negli approfondimenti e nelle ricerche di mercato, è emerso che la maggioranza, 60%, acquisterebbe un’auto elettrica, in quanto ecologica, ma sarebbe condizionata al momento di concretizzare dal costo, ancora troppo elevato, almeno nel nostro Paese e dai tempi e dalle disponibilità per le necessarie ricariche delle batterie. “L’auto meno pesa e meno consuma”, ha affermato Alessio Casonato di Agenzia Italia, in riferimento all’autonomia delle batterie, ma il nodo è soprattutto economico. Infatti le considerazioni favorevoli all’immatricolazione è condizionato dalle eventuali agevolazioni. Il 35,4% ritiene salutare per l’aumento del numero delle vendite il parallelo e determinante sostegno rappresentato dagli incentivi con oltre un/quinto, 21,7%, a considerare i gravi ancora superiori ai benefici. Ed è opportuno ricordare che sulle strade ed autostrade della nostra penisola è in circolazione un complesso di auto fra i più vecchi d’Europa.
Il 41,4%, comunque, è convinto dell’importanza della transizione energetica in Europa, anche se il resto del pianeta continua a viaggiare su altre corsie e velocità. Favorevoli, a patto che le strategie non abbiano ricadute negative sull’occupazione e sul personale e anche generale benessere. Intanto le decisioni dell’Unione potrebbero avvantaggiare economicamente e commercialmente i paesi di altre aree del pianeta, in particolare dell’Estremo Oriente, che sarebbero in grado quasi di assumere il monopolio di alcuni settori vitali della produzione e rischiando di relegare l’Europa in una posizione di sudditanza in quanto carente di materie prime. I paesi e i cittadini europei non sono solo ed esclusivamente consumatori, ma storicamente produttori di beni e servizi anche e soprattutto del settore automobilistico.

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