L’agrifood tech

Illustrata a Roma, nella Casa delle Tecnologie Emergenti della Stazione Tiburtina, la novità RAFT, che favorisce gli incontri fra gli operatori del settore, le istituzioni e le associazioni

Il cosiddetto ‘food tech’ rappresenta una delle novità emerse negli ultimi anni, sviluppato in particolare nel periodo del confinamento domestico deciso per evitare l’estensione del numero dei contagi da Covid-19. Il comparto, comunque, ha allargato le possibilità sfruttando le potenzialità e le molteplici opportunità anche seguendo la doppia funzione del mercato oscillante fra la tradizionale domanda e la relativa offerta. Il settore continua a mostrare una dinamicità quasi sorprendente con costanti investimenti, almeno in Europa, soprattutto in alcuni paesi come Gran Bretagna, Francia, Spagna, Olanda e Germania e la costante formazione di start up per soluzioni innovative, comunque collegate alle tecnologie sempre più avanzate, aggiornate e adeguate alla situazione. Interessati e coinvolti soprattutto i settori della produzione, della lavorazione, della conservazione, del confezionamento, del controllo e della distribuzione degli alimenti. Nel nostro Paese il fatturato dell’agroalimentare rappresenta una importante ‘voce’ del PIL, il Prodotto Interno Lordo.
Nella capitale, all’interno della Casa delle Tecnologie Emergenti operativa alla Stazione Tiburtina riferimento delle attività del Comune, è stata presentata una nuova iniziativa, ‘RomaAgriFoodTech’, RAFT. A illustrare la proposta è stato Virgilio Maretto, uno dei promotori e cofondatore di Food Innovation Broker, alla presenza, fra gli altri, dell’assessore alle Politiche della Sicurezza, alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli. “Il Campidoglio sostiene questo tipo di esperienze e valuta i progetti di una realtà agricola in profonda trasformazione condizionata dai cambiamenti climatici che ormai sono di estrema attualità. Roma, è opportuno ricordare, è il più ampio comune agricolo d’Europa. Nell’occasione ribadiamo anche la collaborazione iniziata con la Pecora Nera Editore”, che annualmente pubblica una Guida per segnalare le migliori offerte della ristorazione cittadina e i migliori punti di vendita di quel che è collegato alle bontà dell’enogastronomia. La Pecora Nera, oltre al perimetro di Roma e dintorni e a qualche testimonianza regionale, riporta anche le proposte di altre città come Milano e Torino.
RAFT, ‘RomaAgriFoodTech’, ha l’obiettivo di collegare start up, aziende, in particolare medie, piccole e micro; istituzioni; produttori e distributori. Nel sistema sono partecipi anche “le associazioni; i centri di ricerca; le università; fra cui ‘La Sapienza’; la FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi e avviato sperimentazioni con l’istituto Agrario ‘Giuseppe Garibaldi’ e quello Professionale ‘ELIS’, ‘Educazione, Lavoro, Istruzione e Sport’, per le attività pratiche. Le grandi imprese hanno le possibilità nello stesso organico di mostrare le rispettive potenzialità, ma le altre non riescono a comunicare i progetti e le proposte”, ha rilevato Virgilio Maretto. La ristorazione, fra l’altro, dovrebbe essere inserita nel settore agricolo, in quanto “finalizza il lavoro e l’impegno nei campi, proprio utilizzando i progetti delle varie coltivazioni”.
Alla giornata hanno portato il contributo, fra gli altri, Max Leveau, cofondatore di Forward Fooding; Michele Frenzese, ideatore di ‘RomeFutureWeek’; Fabio Massimo Pallottini, vertice del CAR, il Centro Agroalimentare Romano e della Centrale del Latte; Carlo Hausmann e i responsabili di alcune inedite start up impegnate in vari settori, comunque tutti collegati all’agrifood.
“Alcuni prodotti sono stati proposti ai consumatori senza essere stati opportunamente testati”, ha ammesso Max Leveau, fra cui la ‘carne’ sintetica, prodotta in laboratorio, che comunque, l’Italia ha posto al bando. “Italia con note positive per l’evoluzione del comparto e con potenzialità da sostenere e da sviluppare” con Milano particolarmente attiva e operativa. L’obiettivo riguarda anche la possibilità di rendere accessibili al maggior numero di persone l’offerta agricola in un settore che potrebbe crescere velocemente. A seguire i dati resi noti dal Report ‘DigitalFoodLab’, gli investimenti in un paio di stagioni sono praticamente raddoppiati arrivando a 2 miliardi e 500 milioni di euro. Start up moltiplicate nel numero e nelle attività, che riguardano, fra l’altro, l’agritech per migliorare la produzione e la qualità anche con l’utilizzo di droni, sensori e software; il foodscienze, per soddisfare le richieste, le conoscenze e le esigenze con maggiore trasparenza, salute e attenzione alla salvaguardia ambientale; la consegna e la vendita al dettaglio, delivery&retail, per diventare un’alternativa all’e-commerce nel settore alimentare; i media, per essere riferimento dei consumatori, in particolare sulle novità e valutare i cambiamenti delle necessità della popolazione acquirente e il coaching, per indirizzare la clientela nella scelta sugli scaffali. Interesse in ampliamento anche per le fattorie e l’agricoltura urbana e per le coltivazioni verticali in modo da contenere i consumi di suolo e di acqua.

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