Povertà, lavoro e assistenza sociosanitaria

Rapporto sul ‘welfare state’ dell’Unione Europea realizzato dal Gruppo di Alto Livello. A Roma illustrati i dati anche sull’Italia. Il tour coinvolgerà tutti i paesi

Nei paesi dell’Unione Europea alcuni scenari sono estremamente preoccupanti, forse drammatici e rischiano, in una proiezione di confermato immobilismo, di diventare tragici. I riferimenti riguardano, in particolare, le condizioni socioeconomiche che convivono negativamente con una gran parte della popolazione fino allo stato di povertà e l’assistenza anche sanitaria per una realtà sempre più anziana. E l’Italia non sfugge a questa situazione, anzi è particolarmente presente sia nell’attualità che nel futuro. Una pioggia di dati, elaborazioni, analisi, considerazioni e indicazioni sono state illustrate nel corso di un appuntamento promosso nella capitale all’Auditorium ‘Carlo Donat Cattin’ di via Rieti, dai componenti del Gruppo di Lavoro di Alto Livello.
‘Il futuro della protezione sociale e del •welfare state• nell’UE. Un focus sull’Italia’ è stato il filo conduttore dell’iniziativa sollecitata dalla CES, la Confederazione Europea dei Sindacati, alla quale hanno partecipato anche docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni sia del nostro Paese che europee e delle organizzazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL. Gli interventi, inaugurati dal segretario confederale della CES Giulio Romani e coordinati dal presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio Francesco Sinopoli e dal giornalista di Avvenire Eugenio Fatigante, sono stati raccolti in un paio di sezioni, una internazionale, ‘Il futuro del welfare nell’Unione fra pilastro europeo dei diritti sociali e transizioni epocali’ e, l’altra interna, ‘Il futuro del welfare in Italia con un approccio strategico dell’Unione’.
A coordinare e gestire l’attività del Gruppo è stata Anna Diamantopoulou, fra l’altro ex commissario europeo e con un passato anche da ministro del Governo greco, che ha ricordato come “nel 2024 quasi la metà della popolazione del pianeta sarà chiamata al voto, compresi i paesi dell’Unione”. Dal Rapporto “non c’è alcun segnale per ritenere un futuro migliore, almeno nei prossimi anni”. I governi e l’Unione “dovranno affrontare una serie di importanti problematiche collegate ai cambiamenti climatici, all’immigrazione, all’eventuale allargamento europeo, alla flessione demografica, alla coesione sociale, ai servizi, all’assistenza non solo sanitaria, alle povertà, alla disoccupazione e al futuro dei giovani e dei giovanissimi”. La trasformazione ha portato a un periodo di transizione anche per le continue novità tecnologiche, che non è quantificabile nel tempo e “nello choc, che, comunque dovrà essere inevitabilmente assorbito”. Questa fase “sarà molto costosa, ma sarà opportuno valutare come fosse un investimento sociale e non un costo”. Necessario proporre “un’Europa a favore dei giovani e dei giovanissimi, che saranno i futuri cittadini” del Continente. “Vita infantile, vita lavorativa e vita da anziano, possibilmente da pensionato, che impatta notevolmente sullo stato di salute e l’Italia, su questo, è particolarmente coinvolta, in quanto è un paese in continuo e costante invecchiamento con un handicap ormai pluriennale fra numero di nascite e di decessi”.
Quasi il 20% è a rischio-povertà e il 16,5% non ha una occupazione e non frequenta istituti scolastici. La percentuale italiana riportata sul Report è maggiore della media europea: il 27,1% dei bambini è sulla soglia o proprio immerso nell’indigenza, il 17,1% non studia, il 20% non ha un lavoro con un contratto standard e il 33% chiede quale dimensione avrà il futuro. In molti paesi dell’Unione, dove il Rapporto sarà presentato singolarmente come in Italia, la condizione degli anziani è drammatica. Elencate le priorità, che riguardano l’occupazione, i minori e gli anziani. “Infatti senza un reddito non c’è possibilità di sostenere le spese di una abitazione e soddisfare le rispettive necessità di una quotidianità di coppia e la soluzione è rimanere con i rispettivi familiari e, quindi, escludere un eventuale allargamento e arricchimento del nucleo con eventuali nascite”. A questa situazione è sommata quella “dei rapporti di lavoro per le donne e i sostegni degli stati per favorire le garanzie sia occupazionali che economiche”.
“Maggiori investimenti per le persone soprattutto per quelle a basso e bassissimo reddito”, ha rilevato la polacca Agnieszka Chlon Dominczak, vicedirettore della Scuola di Economia di Varsavia. E per la definizione del Rapporto, stampato in Inglese e in francese e anche in italiano con la collaborazione della CES, è stata verificata anche “la disponibilità di risorse dei singoli paesi”, ha ricordato Anton Hemerijck, docente di Scienze Politiche e Sociologia all’istituto Universitario Europeo.
Nell’approfondimento del Gruppo è stata considerata anche la questione fiscale, in particolare per un “paese come l’Italia, in cui l’evasione ha superato i 100 miliardi di euro. La quota sul lavoro è elevata e i salari e gli stipendi, oltre alle pensioni, hanno progressivamente perso il potere d’acquisto”, ha precisato Elena Granaglia, docente in Scienza delle Finanze all’Università RomaTre. Qualche proposta è stata indicata, che riguardano la tassazione dei redditi delle multinazionali, che in alcune occasioni sono destinati ai cosiddetti ‘paradisi fiscali’, delle transazioni finanziarie e dei maggiori profitti per ottenere “una redistribuzione sociale delle imposte e non solo di quelle prelevate alla fonte relative al lavoro dipendente e alle mensilità pensionistiche”.
All’incontro hanno preso parte i segretari confederali di CGIL e UIL Daniela Barbaresi e Vera Buonomo e generale della CISL Luigi Sbarra; il collaboratore del commissario Paolo Gentiloni Fabrizio Balassone; la responsabile della Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione a Bruxelles Ruth Paserman e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone. La responsabile “tecnica” del dicastero di via Vittorio Veneto ha sottolineato “l’importanza delle riflessioni offerte dai dati del Rapporto, da cui emergono le difficoltà di tutti i paesi anche se a differenti livelli. Il lavoro, i giovani, il generale invecchiamento della popolazione, i servizi, la sanità e l’assistenza sono fra le argomentazioni fondamentali da affrontare prossimamente. L”inverno’ demografico abbassa anche la quota dei potenziali occupati a svantaggio della previdenza e della futura rata pensionistica da ottenere sempre in una età maggiore”.
Le retribuzioni congelate da anni e la continua flessione del potere d’acquisto finisce per far scivolare nelle problematiche economiche anche chi è occupato. “Una retribuzione dignitosa per superare queste difficoltà e l’ipotesi di una eventuale partecipazione agli utili aziendali anche per responsabilizzare maggiormente gli stessi lavoratori”.
Nel corso degli interventi all’interno dell’Auditorium di via Rieti è stato anche ribadito che in alcuni paesi la visione politica è notevolmente stretta ed accorciata soprattutto per motivi di convenienza elettorale. La mancanza di una programmazione a lunga scadenza evita iniziative che potrebbero allargare gli orizzonti e gli obiettivi. E, invece, è diventata quasi una normalità provvedere amministrativamente a breve termine.
Il Gruppo di Lavoro di Alto Livello continuerà il tour informativo negli altri paesi dell’Unione, che deve essere concluso prima delle elezioni europee. In ogni appuntamento, oltre alle considerazioni generali, i riflettori saranno rivolti sulla realtà che ospita gli esperti protagonisti della raccolta dei dati e delle relative analisi anche di giustizia sociale.

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