Illustrati i risultati del progetto ‘ARTEMISIA’ gestito dal CNR, dall’Università del’La Sapienza’ e da iComfort. Raccolti ed elaborati i comportamenti dei visitatori del Museo di Roma di Palazzo Braschi
Atto finale nell’aula ‘Guglielmo Marconi’ del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, anche se le intenzioni dei protagonisti sarebbero di allungare l’esperienza del progetto ‘ARTEMISIA’, che, in pratica, è l”Analisi delle Reazioni e delle Traiettorie dell’Esperienza Museale Individuale con Strumenti di Intelligenza Artificiale’. I risultati dell’iniziativa, collegata a un bando regionale dell’autunno del 2021 e concretamente operativa dallo scorso aprile, sono stati illustrati dagli stessi promotori e organizzatori, fra cui dell’Istituto di Scienze e Patrimonio Culturale del CNR, dell’Università del’La Sapienza’ e di iComfort. Al sostegno economico ha pensato la Regione Lazio attraverso il DTC, il Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali. La collaborazione è arrivata anche dal Ministero dell’istruzione e del Merito.
L’originale novità, che “potrebbe essere replicata in varie città della nostra penisola ed anche diventare un riferimento per altri paesi” ha rilevato un Augusto Palombini del CNR, ha riguardato l’installazione di alcuni tipi di sensori in un paio di piani del Museo di Roma. L’obiettivo era di verificare il percorso e i tempi dei visitatori nelle aree espositive e al cospetto delle opere. Analizzato anche “il rapporto fra l’invasività e la raccolta dei dati fondamentali per disegnare le posizioni e l’orientamento dei frequentatori del luogo d’arte”.
A Palazzo Braschi sono stati rilevati gli spostamenti, che hanno consentito e facilitato con la tecnologia la composizione di alcuni grafici. L’osservazione, naturalmente in forma anonima, è stata in grado di individuare e seguire individualmente ogni visitatore, comunque informato all’ingresso, attraverso “la testa e la spalla”. Al termine dei tour culturale sono stati completati anche dei questionari per arricchire ancor di più la sperimentazione.
Ricerca qualitativa e quantitativa con alcune sorprendenti scoperte come quando “i visitatori hanno mostrato maggiore attenzione alle didascalie e a qualche opera di valore contenuto rispetto ad altre, per lo più attirati dalla riproduzione che caratterizzava un monumento, un personaggio o un panorama della Città Eterna”. Palazzo Braschi ha molteplici ingressi, fra cui da corso Vittorio Emanuele II e dalla centralissima piazza Navona. Caratteristico anche il cortile interno per il passaggio o la sosta. Gli esperti hanno gestito i flussi, praticamente in tempo reale, che hanno riguardato anche i giovani e, soprattutto, i giovanissimi impegnati nella ricerca di spazi. L’interesse ha coinvolto non solo i dipinti, ma anche le statute e le altre composizioni artistiche.
Immagazzinate e poi elaborate le traiettorie nel periodo trascorso nei vari spazi del Museo. Attrazione per le opere, trattenimento e visione delle illustrative didascalie. Il responso grafico e le relative considerazioni possono essere estremamente utili dagli allestitori delle mostre, in modo da comprendere dove i frequentatori sono maggiormente attirati e interessati. Potrebbe sembrare un’operazione di marketing per la cultura, un insieme di strategie e analisi finalizzate a studiare e capire le necessità del frequentatore, in modo da realizzare i prodotti e le iniziative più adatte.
Ogni persona, sfruttando un opportuno algoritmo, è stata ‘riconosciuta’, ‘registrata’ con un numero interattivo e seguita. 50 mila le tracce , 64 milioni di coordinate e 46 mila i percorsi archiviati. Particolarmente frequentati, naturalmente, i passaggi obbligati e le attenzioni, la maggior parte di qualche minuto, sono rivolte più ai colori e alle tonalità che alle dimensioni e alle proporzioni delle opere e alle caratteristiche delle rappresentazioni con la visione soprattutto di Roma.
La lunga giornata nell’aula di piazzale Aldo Moro, coordinata da Augusto Palombini, è stata articolata in plurisegmenti con la partecipazione dei rappresentanti, fra gli altri, del CNR, dell’Università ‘La Sapienza’, del Parco Archeologico del Colosseo, della Sovrintendenza Archeologica Capitolina e di iComfort, impegnato nell’installazione e nel coordinamento dell’apparato tecnologico. Il Museo offre agli interessati esposizioni permanenti, ma anche nuovi allestimenti e qualcuno ha ipotizzato anche l’interesse per la posa dei sensori anche nella zona con le opere ‘stabili’.
Gli approfondimenti hanno riguardato, fra l’altro, ‘Il progetto •ARTEMISIA•. Panoramica e prospettive; ”La sensoristica e il sistema di monitoraggio’; ‘Dati e traiettorie, traiettorie e oggetti’; ‘Analisi ed elaborazione dati’; ‘L’applicativo •ARTEMISIA•’; ‘Sensoristica, modelli analitici e patrimonio culturale’; ‘L’indagine quali-quantitativa’; ‘Impatto e prospettive per le realtà culturali’; ‘User experience e tecnologie per il monitoraggio del pubblico’ e ‘L’uso dei modelli predittivi per l’analisi del pubblico: tra gestione ed engagement’.