Aumenta il valore e l’export

A Roma presentato il Rapporto ISMEA-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole con la partecipazione, fra gli altri, del ministro Francesco Lollobrigida

Nonostante… Infatti, nonostante i cambiamenti climatici che hanno condizionato soprattutto la quantità della produzione, ma meno la qualità; l’aumento generalizzato dei costi dei materiali utili e utilizzati anche nel settore agricolo; la situazione geopolitica con alle frontiere le porte girevoli o, addirittura serrate; gli scambi commerciali continuamente attentati da qualche improvviso provvedimento salvavita e una organizzazione ancora non al top come sarebbe fondamentale, in particolare per la presenza sui mercati internazionali. Be’, nonostante questo e qualcos’altro rappresentato dai mutamenti degli scenari e dall’imprevedibilità costantemente in agguato vista anche la conformità geografica del nostro Paese, la situazione non è allarmante.
Segno positivo nel settore agricolo con l’aumento del valore in diciotto delle venti regioni, anche a dimostrazione della varietà climatica e coltivabile presente in Italia. Il Rapporto di ISMEA-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP e STG, rispettivamente di Denominazione di Origine e Indicazione Geografica Protetta e Specialità Tradizionale Garantita, salito alla ventunesima stagionalità, mostra un export complessivo, con alimenti, olio e vino, cresciuto fino a 11 miliardi e 600 milioni di euro. E un recupero nei mercati extracomunitari.
L’approfondimento è stato illustrato da Maria Grazia Zaganelli dell’ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare. “Nel 2022 il valore dell’agroalimentare e del vino italiano DOP e IGP ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro a conferma di un trend di crescita ininterrotta che ha resistito alla crisi e alle emergenze di ogni genere dell’ultimo triennio”. Il settore ha resistito “all’eccezionale siccità e le produzioni DOP e IGP hanno continuato ad essere determinati contribuendo anche ad attivare flussi di turismo enogastronomico”. L’andamento presente e futuro potrebbe essere condizionato anche dall’inserimento della ‘Cucina Italiana’ nella lista dell’UNESCO dei Patrimoni Culturali Immateriali “come insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui sapori locali che caratterizzano le Indicazioni Geografiche”.
All’annuale appuntamento hanno partecipato, fra gli altri, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida; il presidente e il direttore generale della Fondazione Qualivita Cesare Mazzetti e Mauro Rosati; il commissario straordinario dell’ISMEA Livio Proietti e l’europarlamentare Paolo De Castro. Il ministro Lollobrigida ha sottolineato come “in Europa, indipendentemente dalla colorazione politica, è importante difendere e sostenere gli interessi della produzione del nostro Paese, esempio di modello qualitativo. Il cosiddetto ‘Italian Sounding’ ha ormai raggiunto i 130 miliardi di euro nonostante le continue segnalazioni alle autorità giudiziarie e a quelle competenti delle imitazioni e delle falsificazioni delle specialità italiane”. Lollobrigida ha anche ricordato di aver più volte coinvolto i ministri degli altri paesi, in quanto “individuare e scoprire la falsificazione dei prodotti è una garanzia di qualità soprattutto per i propri consumatori”.
Sulla nostra penisola i Carabinieri specializzati nella Tutela Agroalimentare entrano in scena nel 37% dei casi per le segnalazioni dei rispettivi consorzi. “Il settore è un bene da salvaguardare come fosse una struttura del Paese, una diga, un ponte, una ferrovia”.
Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi di Federdoc ha sostenuto che “i consorzi maggiormente organizzati dovrebbero supportare quelli con risorse limitate per far fronte comune da parte dei produttori del Made in Italy”. La stessa considerazione è stata espressa da Paolo De Castro, favorevole “al rafforzamento dei consorzi”, mentre, ha notato con soddisfazione che “in alcune zone della nostra penisola è in corso un lento, ma evidentemente ripopolamento”.
Il responsabile del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari, Felice Assenza, ha rivelato che sono effettuate “60 mila verifiche, anche sull’origine degli ingredienti utilizzati per le lavorazioni e sul commercio sul web”. Il sostegno della pubblica amministrazione chiedono i consorzi, come ha rilevato Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia.
Le quattro regioni del nord-est, con Veneto ed Emilia-Romagna capofila, valgono il 55% del comparto. 11 miliardi di euro con una crescita di quasi il 6% rispetto al 2021. E fra le prime venti province ben tredici sono di quell’area e tutte, meno Siena, -1,4%, hanno mostrato resoconti superiori all’anno precedente con Brescia, Treviso e Parma sul podio.
853 i prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP, IGP e STG rappresentati da 296 consorzi di tutela autorizzati dal Ministero di via Venti Settembre, 168 per gli alimenti e 128 per il vino. Almeno un milione gli occupati. In Europa sono registrati 3.151 prodotti con l’Italia leader seguita dalla Francia, 713 e dalla Spagna, 357, poi la Grecia, 262 e il Portogallo, 193. Ortofrutticoli e cerealicoli sono quelli maggiormente rappresentati, quindi formaggi e prodotti a base di carne. Sette le new entry in Italia: dal Lazio l’Asparago Verde di Canino, area viterbese; dal Piemonte il Canelli DOP; dalla Calabria il Cedro di Santa Maria del Cedro; dalla Campania la Ciliegia di Bracigliano e quella toscana di Lari; l’Olio Campania e il Sebadas di Sardegna. La Toscana vanta il maggior numero di prodotti marchiati, 90 e precede il Veneto, 89 e il Piemonte, 84. Nei primi nove mesi del 2023 è stato registrato un ennesimo balzo del 10% della spesa alimentare nella GDO, la Grande Distribuzione Organizzata. Il prezzo dei prodotti IGP, però, sono lievitati meno rispetto alla media. Ed è aumentata anche l’incidenza sulle vendite dagli scaffali dei discount.
“Il nuovo Regolamento, che entrerà in vigore nei primi mesi del 2024, prevede molte novità, fra cui procedure abbreviate e semplificate anche per le modifiche dei disciplinari; maggiori protezioni per le IGP vendute on-line; tracciabilità del produttore sull’etichetta e potenziamento del ruolo istituzionale dei consorzi nella gestione delle rispettive Indicazioni Geografiche. Questa parte è particolarmente attesa e sospinta dall’Italia”, ha ribadito Maria Grazia Zaganelli dell’ISMEA.

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