Accordo fra i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e Intesa Sanpaolo per valorizzare e sostenere i beni storici e archeologici nazionali
Le attività, illecite, non hanno confini essendo praticamente planetarie. Il giro d’affari complessivo ha il perimetro indefinito dal valore incalcolabile e il numero dei responsabili, naturalmente, indecifrabile. I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, però, continuano le indagini e rafforzano l’impegno nei controlli e nelle verifiche sfruttando l’imponente doppia banca-dati, fra le più aggiornate e invidiate al mondo, che, una cataloga le sparizioni e, quindi, il ricercato e, l’altra, è un vero e proprio campionario delle opere d’arte e dei reperti storico-archeologici in possesso delle strutture sia pubbliche che private.
A questo proposito i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto una collaborazione per valorizzare e sostenere la salvaguardia delle opere, promuovere la legalità ed evitare il saccheggio e la conseguente dispersione delle ricchezze nazionali. La dichiarazione d’intenti è stata siglata nella capitale, in particolare nella Caserma ‘Alfonso La Marmora’, base del Reparto Operativo del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, dal generale Vincenzo Molinese e da Paolo Maria Vittorio Grandi, alla presenza anche di Stefano Lucchini, rispettivamente responsabili, fra l’altro, della Direzione Arte, Cultura e Beni Storici e degli Affari Istituzionali e della Comunicazione Esterna.
Il documento prevede iniziative per la diffusione della cultura attraverso l’allestimento di esposizioni, anche temporanee, di bellezze artistiche recuperate, immagini della storia del nostro Paese e parti utili a ricostruire l’era archeologica, che, in questo modo, sono riproposte alla visione della collettività per sollecitare la sensibilizzazione alla fondamentale importanza di evitare una indiscriminata dispersione a vantaggio di trafficanti senza particolari scrupoli.
Intesa Sanpaolo, fra i più noti istituti di credito della nostra penisola, è impegnata da tempo anche nella tutela, nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano composto da immobili, collezioni d’arte e archivi, alcuni confluiti nel Gruppo da altre banche progressivamente assorbite o associate. Varato il pluriennale ‘Progetto Cultura’, che prevede iniziative promosse dalla Direzione Centrale Arte, Cultura e Beni Storici. Il polo museale delle ‘Gallerie d’Italia’ ospita quasi 35 mila opere di proprietà di Intesa Sanpaolo negli spazi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Le ‘Gallerie’, fra l’altro, offrono laboratori didattici e programmi per appassionati e anche per semplici curiosi per un costante avvicinamento al mondo dell’arte. Nel ‘Progetto Cultura’ è inserito dal 1989 il piano ‘Restituzioni’ con l’obiettivo di restaurare e donare nuovamente alla generale contemplazione alcuni caratteristici capolavori. Almeno duemila, finora, fra aree archeologiche, chiese e musei di tutta la nostra penisola sono stati coinvolti negli interventi di Intesa. E ogni due anni l’Istituto, in collaborazione con le varie soprintendenze, sostiene economicamente le necessità e le urgenze, come, fra gli altri, per gli affreschi giotteschi dell’Abbazia marchigiana di Chiaravalle e per la maxitela di Paolo Callari, meglio conosciuto nell’arte con il riferimento di Paolo Veronese, la ‘Cena di San Gregorio Magno’, realizzata nel 1572 e ammirabile nella Basilica Santa Maria di Monte Berico, a Vicenza.
Il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, addirittura un anno prima della Convenzione dell’UNESCO di Parigi, che invitava gli stati ad adottare gli opportuni servizi per salvaguardare le rispettive testimonianze storico-artistiche e per impedire l’acquisizione di opere e di reperti illecitamente esportati favorendo il recupero di quelli trafugati. Il Comando ha il naturale riferimento al Ministero della Cultura di via del Collegio Romano ed è articolato, con quasi trecento militari, in 17 nuclei suddivisi in un tris di sezioni: ‘Antiquariato’, ‘Archeologia’ e ‘Falsificazione e Arte Contemporanea’.
Le banche-dati sono ultrafornite di indicazioni e contengono almeno un milione e 300 mila particolari di opere sparite e 8 milioni e 202 mila fra reperti, dipinti, statue e oggetti che i possessori hanno prima fotografo e, poi, segnalato per l’opportuno aggiornamento della lista dello speciale settore dei Carabinieri. L’elenco, comunque, è in continuo e costante arricchimento.
Nel 2022 l’attenzione degli investigatori ha portato al recupero di 80 mila e 522 beni d’arte per un valore stimato vicino agli 85 milioni di euro. In oltre mezzo secolo le divise dei Carabinieri hanno trovato e restituito alla vista dei visitatori di musei e luoghi d’arte e dei legittimi proprietari almeno 3 milioni di preziosi oggetti e sequestrato quasi un milione e 400 mila opere false.