Le auto del noleggio

Fleet&Mobility. Approfondimento sul particolare settore, che, comunque lo scorso anno ha mostrato segnali confortanti

 

Nebbia, qualche nuvola, comunque in un panorama poco limpido. A mostrare l’incerto scenario del prossimo futuro sono stati gli stessi operatori del settore automobilistico condizionati soprattutto dall’alimentazione indicata da chi fissa le normative e le scadenze. L’insicurezza generale per la cosiddetta ‘transizione ecologica’ ed ‘energetica’ è collegata alle risposte su quando e come, che inevitabilmente potrebbero modificare le strategie e, quindi, avvantaggiano la cautela. Eppure il settore del noleggio a lungo termine ha registrato nel 2022 segnali positivi, in particolare nelle immatricolazioni, +17%; nella consistenza delle auto disponibili, +9% e nel fatturato, +13%.
Questi alcuni dei dati resi noti nel corso dell’appuntamento promosso a Roma da Fleet&Mobility nell’ambito del programma ‘La capitale automobile’ rivolto soprattutto al comparto aziendale, ‘Corporate’. Il noleggio continua ad essere la soluzione preferita, almeno a scrutare i numeri, sicuramente riguardo alle altre possibilità, quale il car sharing. Due, soprattutto i riferimenti, agli aeroporti e nelle città, anche se in alcuni casi poco produttivi. Negli scali sono disponibili il 60% delle possibilità, il resto nel cosiddetto ‘downtown’. Eloquenti e chiarificatori i responsi con un rapporto di 7 a 1. Massimiliano Archiapatti di Hertz, però, non ritiene conveniente sospendere l’offerta nelle città, in quanto, comunque, rappresenta un presidio e offre un’opportunità.
Gli interventi, nel suggestivo scenario di Palazzo Rospigliosi, a Roma, sono stati gestiti e coordinati da Pier Luigi Del Viscovo del Centro Studi di Fleet&Mobility, che ha comunicato altri risultati sull’andamento del 2022 alla presenza, fra gli altri, di Federico Caracciolo di Athlon e Paolo Manfreddi di Drivalia, Gian Paolo Aliani Soderi di Mawdi Mapfre, Roberto Moneda di Texa TMD e Salvatore Saladino di Dataforce, Massimiliano Balbo di Vinadio di Targa Telematics, Massimiliano Abriola di Arval, Fabio Bongianni di EsCarGo, Giovanni Giulitti di Flee e Toni Purcaro di Dekra, Aldo Viano presidente di ANIASA, l’Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio, della Sharing Mobility e dell’Automotive e Digital e Massimiliano Archiapatti di Hertz. Nel 2022 le immatricolazioni complessivamente sono state un milione e 335 mila, quasi 130 mila in meno rispetto al 2021, per un valore, però, aumentato, 37 miliardi e 600 milioni di euro in confronto ai 35 miliardi e 600 milioni di euro dello scorso anno. Alfa Romeo, Audi, BMW, Jeep e Skoda le preferite.
Auto elettriche sempre più in circolazione, ma ancora non è ben chiaro il periodo e se la futura situazione sia una previsione o un obiettivo, anche se più volte è stato dichiarato soprattutto a livello europeo. Intanto “la Cina ha conquistato la leadership delle esportazioni di auto soprattutto elettrificate con la batteria che può essere anche noleggiata e all’esigenza sostituibile”, ha rivelato Toni Purcaro di Dekra. Le vendite nel nostro Paese, però, non decollano e le infrastrutture, vedasi e soprattutto cercasi all’indicazione ‘colonnine per la ricarica’ sono ancora limitate nel numero. E nonostante l’Italia abbia un parco-vetture fra i più datati d’Europa la sostituzione dell’auto con una moderna, tecnologica e a contenuto impatto ambientale non è certamente una delle urgenti priorità domestiche. E anche gli operatori italiani saranno quasi costretti ad offrire nuovi servizi anche per il territorio con la formazione di altre professionalità e specializzazioni.
Confronto impari fra le estensioni cittadine di Roma e di Milano a vantaggio della capitale, come è altrettanto imparagonabile l’offerta largamente maggiore nel capoluogo lombardo. Nelle auto da noleggiare, sia negli scali aeroportuali che altrove, il rapporto-raffronto perimetrale è di quasi 10 a 1, ma gli utenti a Milano sarebbero stati una volta e mezzo quelli della Città Eterna. “Un settore che potrebbe allargarsi”. E, intanto, scende anche la ‘popolazione’ dei nuovi patentati.
A sentire gli intervenuti non decolla come ipotizzato il servizio di car sharing. Una delle cause è collegata alla fiscalità, 22%, invece del 10% come le altre forme del trasporto, ma anche la necessità di vetture più confortevoli e condizioni migliori nell’abitacolo.
Nel corso della giornata è stato approfondito anche il movimento dei mezzi pesanti, oltre i 35 quintali. Almeno 600 mila le immatricolazioni, quasi la metà con un’esistenza stradale rilevante. 350 mila gli autisti stimati, il 21% al di sotto dei quarant’anni. Alle necessità mancherebbero 23 mila guidatori, in quanto dopo la pausa forzata per il Covid-19 in molti hanno lasciato l’attività. Cercate, nel corso di uno studio, le cause, che riguardano essenzialmente i disagi nell’usufruire dei servizi per la cura della persona, il riscontro economico, le relative condizioni nei rapporti in quanto il 40% opera per altri privati o società e l’ambiente. In passato chi iniziava questa professione del trasporto delle merci su gomma era identificato con un preciso cliché relativo all’estrazione sociale e all’origine geografica.

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