Un maquillage per i centri storici

‘Ecosistema del commercio’. Confronto alla Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma fra gli amministratori pubblici e le associazioni di categoria

 

“Lo sviluppo dei centri storici di grande valore del nostro Paese e il rilancio dell’economia in una fase non proprio semplice”, ma le amministrazioni pubbliche locali, anche nel confronto con il Governo nazionale, hanno il compito di formulare “proposte e ascoltare le richieste delle varie associazioni di categoria che operano in quelle aree”. Le indicazioni, seppur parziali, sono state illustrate dall’assessore alle Politiche della Sicurezza, delle Attività Produttive e delle Pari Opportunità di Roma Capitale Monica Lucarelli, che ha convocato i rappresentanti dei settori impegnati e coinvolti in un incontro promosso alla Casa delle Tecnologie Emergenti all’interno della Stazione Tiburtina.
‘Ecosistema del commercio’ è stato il riferimento del confronto coordinato dalla giornalista Roberta Serdoz, a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Roberto Gualtieri, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti e i vertici e i rappresentanti di Confesercenti, CNA, Confartigianato e Confcommercio, rispettivamente Valter Giammaria, Luca Barrera, Antonio Fainella e Romolo Guasco. All’appuntamento hanno offerto il contributo anche gli esponenti delle amministrazioni comunali di Milano, Alessia Cappello; di Firenze, Giovanni Bettarini e di Napoli, Teresa Armato e, naturalmente, il vicepresidente della Regione Lazio e responsabile alle Attività Produttive Roberta Angelilli e il presidente del Quarto Municipio della capitale Massimiliano Umberti.
“La ripresa è sospinta anche dagli investimenti sia pubblici che privati, dall’organizzazione dei grandi eventi in città, ma il centro storico dovrà avere una attenzione particolare per l’evidente spopolamento di residenti e di esercizi commerciali”, ha rilevato Roberto Gualtieri. Le luci accese dei locali e le serrande alzate rappresentano un presidio del territorio per evitare l’abbandono di intere aree della città. “L’obiettivo è di avere i quartieri con le strade illuminate e le zone vivibili. Ed è per questo che è importante un continuo confronto fra amministratori e imprenditori”. Annunciato un censimento delle attività soprattutto di quelle storiche.
Un’estensione di oltre 1.200 chilometri/quadrati di una città che negli anni passati ha subìto l’invasione della grande distribuzione, ma che cerca di fronteggiare la crescente presenza dei cosiddetti ‘minimarket’ e dei negozi poco rappresentativi. Lorenzo Tagliavanti, che guida la Camera di Commercio, ha ribadito il calo del numero degli artigiani, il quasi sorprendente rilancio oltre la media nazionale e la risoluzione collettiva anche per problematiche individuali, di un settore. “Salvaguardare i centri storici delle città del nostro Paese equivale a conservare un patrimonio dell’umanità, in quanto quel perimetro non è dei residenti o degli operatori”. Nell’area centrale di Roma ci sarebbero “quasi 2.500 fra strutture pubbliche e Istituzionali e attività no-profit, come istituti religiosi, fondazioni di banche, assicurazioni e associazioni”, che, “a richiesta”, potrebbero essere coinvolte in questa ‘missione’.
Intanto l’aula ‘Giulio Cesare’ del Campidoglio ha inserito importanti novità a tutela del tessuto economico del centro storico. Nei prossimi mesi saranno analizzati i dati di un censimento generale anche sulle botteghe storiche per delineare eventuali nuove aperture di attività artigianali particolarmente colpite dal periodo del Covid-19. La Città Eterna, comunque, mostra segnali positivi, soprattutto per l’afflusso turistico, che ha riattivato anche altri comparti commerciali. L’attenzione è rivolta anche ai rioni e ai quartieri, che sono meno noti e quasi sempre non inseriti nei percorsi definiti dai tour operator anche di quel turismo cosiddetto ‘mordi e fuggi’. Zone che comunque hanno importanti risorse storiche, artistiche e culturali.

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