Le donne dell’audiovisivo

Convegno a Roma sulla presenza femminile nell’industria del settore nella Giornata della Proprietà Intellettuale

 

Equilibrio e non equilibrismo in un settore dove il dislivello favorevole agli uomini è scomparso e, in alcuni comparti, addirittura invertito. Almeno a sentire le testimonianze delle responsabili di alcuni uffici di importanti e ben note aziende italiane e internazionali, “per merito e non per rispetto delle cosiddette ‘quote rosa’”. E, allora, il riferimento del convegno, ‘Donne nelle industrie audiovisive tra innovazione e creatività’, promosso nella Sala ‘Gianfranco Imperatori’ dell’Associazione Civita dalla FAPAV, è trasformato e rafforzato rivelando una elevata e forse sottostimata presenza femminile anche nei ruoli e nelle funzioni determinati per l’andamento delle rispettive attività. A revisionare la situazione hanno provveduto sia Federico Bagnoli Rossi, al vertice della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali che Nicola Maccanico, vicepresidente dell’Associazione Civita, i quali hanno sottolineato come “in questi ultimi tempi siano cadute le barriere e l’assoluta collaborazione, il dialogo e il confronto siano le migliori soluzioni per i dipendenti e per la stessa azienda”.
L’appuntamento ‘rivelatore’ è stato organizzato in occasione della Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale e coincide anche con l’inizio dell’iter al Senato della normativa sulla cosiddetta ‘pirateria’, che danneggia soprattutto l’industria musicale e cinematografica. La serie degli interventi, coordinati da Francesca Medolago Albani, segretaria generale dell’ANICA, l’Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Digitali, è stata inaugurata dal messaggio preconfezionato di Daren Tang, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale e da Stan McCoy, presidente della MPA-EMEA, la Motion Picture Association-Europe MiddleEst & Africa.
Matilde Bernabei, presidente onorario e fondatrice nel 1992 con il genitore Ettore Bernabei della Lux Vide, ha ricordato di aver sollecitato l’avventura nella produzione di serie, poi, fra l’altro, risultata vincente. “La prima è stata ‘Giuseppe’ per i personaggi del’La Sacra Bibbia’”. Francesca Fastelli, in audiovideo, responsabile della Regolamentazione e degli Adempimenti Istituzionali di Mediaset, ha reso noto come “la mappa stia lentamente, ma inesorabilmente cambiando, condizionata anche dalle nuove assunzioni che la maggior parte sono al femminile”. Questo “processo è avvenuto quasi naturalmente”, senza traumi o forzature. “È necessario cogliere le possibilità, soprattutto essere presenti. L’imprevedibilità che può cambiare la vita, la qualità e il livello dell’attività professionale, la cosiddetta ‘sliding doors'”, è stata la rivelazione di Domizia De Rosa, presidente Women in Film, Television & Media. “Maggioranza femminile” nell’organigramma di Netflix, ha ammesso Luisa Cotta Ramosino, direttrice delle Serie Italiane della piattaforma.
“Ormai siamo arrivati quasi alla parità fra conduttrici e bordocampiste”, ha confermato Ughetta Ercolano, vicepresidente Content di DAZN Italia. Per l’imprenditrice Manuela Cacciamani, fra l’altro presidente dell’Unione Editori e Creatori Digitali dell’ANICA e fondatrice di One More Pictures, “le tecnologie ormai sono fondamentali e occorre sollecitare e sviluppare l’ambizione e il coraggio. La creatività e la sensibilità sono favorite dai nuovi e moderni strumenti”. All’attrice, sceneggiatrice e regista Giulia Steigerwalt “questa differenza di genere non” l’ha “mai notata, forse favorita dall’ ambiente familiare, anche se negli anni, comunque, un cambiamento nell’ambiente c’è stato”. Altra attrice, sceneggiatrice e regista, “anche per necessità, in quanto non tutti i personaggi da interpretare erano ideali e allora sono stati ‘costruiti’, ‘cuciti’, interpretati e diretti in un film comico”. Più volte Pilar Fogliati, all’anagrafe di Alessandria dal 28 dicembre del 1992 Maria Del Pilar Fogliati, ha confessato di aver posto l’annoso quesito, “‘Le donne sono in grado di far ridere?’ e non in una commedia, anche brillante dove per lo più si chiede, ‘Chi è la lei vicino al protagonista maschile?’, ma proprio in un film comico con la vedette al femminile”. Le perplessità e le ansie, se superate con la pellicola ‘Romantiche’, “torneranno per l’opera seconda”. Quasi inevitabile seguire le indicazioni di Francesca Fastelli, “fiducia e autorevolezza”.

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