La positiva escalation nel corso degli anni è testimoniata dall’ampliamento degli spazi espositivi e dimostrativi, dal numero dei partecipanti e dalla consistenza dei frequentatori, prima solo semplici curiosi e qualche interessato, a cui, edizione-dopo-edizione, si sono affiancati osservatori ed esperti e, soprattutto, le aziende pronte all’investimento per sviluppare il progetto, migliorare le condizioni dell’attività ed eventualmente commercializzare con una maggiore competitività. ‘Maker Faire’, nell’appuntamento europeo promosso e organizzato a Roma dalla Camera di Commercio in collaborazione con Innova Camera, l’Azienda Speciale impegnata nello sviluppo del sistema imprenditoriale nell’ambito del progetto PID, Punto Impresa Digitale, ha ormai superato qualsiasi incertezza e saltato la soglia delle dieci stagionalità. Il primo richiamo risale al 2013 avendo come riferimento gli spazi del Palazzo dei Congressi dell’EUR e l’anno dopo quelli dell’Auditorium-‘Parco della Musica’ con l’afflusso di almeno 90 mila persone a ispezionare le varie e originali creatività. Il boom, la svolta e l’abbandono definitivo dello scetticismo e delle perplessità c’è stato al terzo rendez-vous con l’apertura delle porte da parte dell’Università ‘La Sapienza’, uno dei classici riferimenti dell’approfondimento e dell’evoluzione culturale. La vasta area dell’ateneo e il frenetico via-vai hanno liberato la rassegna da qualunque vincolo e preconcetto per diventare la più grande dopo quelle degli Stati Uniti di San Mateo, in California e di New York. San Mateo, in California e di New York, trovando ospitalità dal 2016 nei padiglioni della Fiera di Roma. Nel 2019 erano coinvolte 25, fra università e centri di ricerca e ben 55 istituti scolastici di tutta Italia. Oltre 600 i progetti presentati e preferiti fra le almeno 1.000 proposte arrivate da una quarantina di paesi. Le presenze alla Fiera di Roma hanno superato quota 100 mila, di cui 28 mila studenti soprattutto delle superiori. Nel 2020, a causa delle ristrettezze decise per contenere l’aumento del numero di contagi da Covid-19, ‘Maker Faire’ è stato organizzato on-line con numeri sorprendenti: 2 mila e 435 ore di diretta, 600 mila pagine visualizzate e 311 stand virtuali con idee, progetti e prototipi, che hanno attirato oltre 100 mila ‘navigatori’. Nel 2022 la kermesse con la volontà di innovare, trasformare e crescere è stata allestita al Gazometro, zona Ostiense. Dal 20 al 22 ottobre del 2023 la rassegna torna negli ampi padiglioni della Fiera di Roma e la Camera di Commercio ha già comunicato i termini temporali per le eventuali proposte da sottoporre all’esame dei selezionatori: entro il 31 maggio per ‘Makers’, ‘Schools’ e ‘Universities and Research Institutes’ e, prima, l’8 maggio per ‘Big Bang Projects’. In attesa la Camera di Commercio ha chiamato a raccolta i rappresentanti delle varie categorie nella suggestiva Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano per partecipare all’incontro con il filo conduttore evidente e determinato, ‘Roma hub dell’innovazione verso •Maker Faire• 2023’. Al convegno, aperto dal presidente Lorenzo Tagliavanti, ha partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. È stato proprio il ministro Urso a richiamare l’attenzione sulle indiscusse potenzialità del nostro Paese e le passate “invenzioni di Archimede di Siracusa, Galileo Galilei, Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi, Enrico Fermi. L’Italia deve tornare al centro dell’Europa anche per la possibile espansione dell’aeroporto ‘Leonardo da Vinci’ di Fiumicino e per la capacità di competere in molti settori produttivi, nonostante la mancanza di materie prime, ma con la creatività e il design e con l’elevato livello di trasformazione”. Il nostro Paese ha una funzione importante anche nell’industria aerospaziale, in quanto “fornisce componenti praticamente in tutti i settori” della cosmonautica, personale compreso. Infatti non mancano gli italiani che hanno vissuto e assorbito esperienze al di sopra dell’atmosfera come Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano, Paolo Nespoli, Roberto Vittori, Umberto Guidoni, Maurizio Cheli e Franco Malerba. Il motivo dell’interesse è svelato dal Ministro e riguarda “il sempre maggiore intervento dei privati al posto dei vari stati. È modificato lo scenario con l’afflusso dei capitali dei magnati internazionali. È inevitabile, quindi, varare una normativa adeguata visto che l’Italia è scivolata dal terzo al sesto posto come coinvolgimento nel settore aerospaziale”. La situazione di Roma è stata analizzata e illustrata dal presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti, che ha rivelato “una generale ripresa dovuta, oltre ai tradizionali e conosciuti comparti, anche dal livello e a un uso tecnologico aumentato, probabilmente sospinto nel periodo del lockdown. In quel periodo imprenditori e operatori commerciali hanno dovuto necessariamente ricorrere al digitale per rapporti professionali, economici e con la pubblica amministrazione. Ed ecco che alla riapertura Roma ha registrato una situazione migliore rispetto alla media nazionale”. Tagliavanti non ha tralasciato di riportare d’attualità “un paio di allettanti opportunità come il Giubileo del 2025 e la possibile organizzazione dell’Expo nel 2030, oltre a una serie di grandi eventi, che sono importanti richiami per i turisti”. All’incontro hanno preso parte, fra gli altri, Maria Sabrina Sarto, prorettrice alla Ricerca del’La Sapienza’; Paolo Ghezzi, direttore generale di InfoCamere; Giorgia Pontetti e Luigi Capello, amministratori delegati di Ferrari Farmi e LVenture Group; Pier Andrea Chevallard, Maria Fermanelli e Silvio Rossignoli, rispettivamente presidenti della Confcommercio e della CNA locale e di Federlazio. A Roma, è stato più volte sottolineato, sono operative università e centri di ricerca, che approfondiscono e realizzano progetti innovativi in ogni comparto produttivo.
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