Percezione della corruzione

Presentato a Roma l’annuale Rapporto di Transparency International. L’Italia guadagna una posizione continuando il trend positivo

 

L’Italia ha conquistato una posizione nella scalinata internazionale, ma ha confermato il precedente punteggio del 2011, comunque al di sotto della media. Il dato è emerso durante la presentazione dell’indice di percezione della corruzione promossa da Transparency International e organizzata nella capitale, nello Spazio Europa, riferimento, fra l’altro, della Commissione e della stessa Unione Europea.
Dopo un paio di stagioni è ritornata con la partecipazione il tradizionale appuntamento, “una guida che orienta anche gli imprenditori, gli investitori e i grandi gruppi internazionali” su dove indirizzare le rispettive risorse economiche. Il nostro Paese, quindi, nel 2022 è salito al quarantunesimo posto, sempre con un livello 56. La media è 66 considerando che 0 (zero) è il peggior punteggio possibile e 100 (cento) rappresenta il top. Più è alto il responso e minore è la percezione della corruzione. L’Italia è stabile e ha guadagnato una posizione soprattutto per demeriti altrui, scivolati indietro. In cima alla particolare graduatoria i paesi del ghiaccio e della neve: Danimarca (90), Finlandia e Nuova Zelanda (87), Norvegia (84), Singapore e Svezia (83). Il trend per l’Italia, comunque, è da qualche anno positivo.
“È il risultato dei provvedimenti e delle normative, in particolare del Codice degli Appalti, che ha favorito il miglioramento”, ha affermato Iole Anna Savini, presidente Transparency International Italia, l’organizzazione non governativa, che opera da trent’anni in un centinaio di nazioni. Dal 1996 è stilata una particolare classifica sul livello di percezione della corruzione nel settore pubblico di 180 paesi di tutto il mondo. Tredici gli strumenti di analisi e di sondaggi rivolti a esperti nel business dell’intero pianeta. Ben 155 nazioni hanno toccato il punteggio di 43 e due/terzi sono sotto la soglia-media e dal 2012 al 2020 solo 25 paesi hanno compiuto progressi significativi. Transparency International collabora con le istruzioni, gli enti e le imprese per attivare le misure per la prevenzione. Sottoscrive anche protocolli con le camere di commercio Italo-estere e con quelle di altri paesi operativi sulla nostra penisola, fra cui l’Italy China Council Foundation.
Dal Report CPI 2022 emerge la correlazione fra corruzione, conflitti e sicurezza. “La corruzione consuma le risorse per il benessere comune, genera tensioni sociali, abbassa la fiducia dei giovani e favorisce le attività criminali. In pratica minaccia la stabilità politica, sociale ed economica”. L’Unione con la media di 66/100 è ancora l’area con Il punteggio più alto. L’Italia nell’Unione dei 27 è alla posizione numero 17. Per Iole Anna Savini “il decisore politico dovrà mettere in prima fila i temi della trasparenza e del contrasto alla corruzione, fra cui rafforzare i controlli, scongiurare i conflitti di interesse, promuovere la definizione di regole per il bilanciamento fra diritto all’informazione e la stabilità dei dati e regolare le attività di lobbying”.
All’incontro hanno partecipato il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro, che ha ribadito “di non voler limitare l’utilizzo per le indagini delle intercettazioni telefoniche” e il presidente dell’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia ha indicato le principali tematiche da affrontare, come “i conflitti di interesse, la partecipazione alle gare pubbliche rivolta solo a chi ha possibilità e capacità, la positiva digitalizzazione del Codice degli Appalti e una piattaforma unica della trasparenza a disposizione di tutti, comuni ed enti e una regolamentazione per le lobby”. Alla giornata sono intervenuti anche il direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea Antonio Parenti e il riferimento dell’Unione nel nostro Paese, Fabrizio Marcelli.

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