Il baratro è materializzato al cospetto della concreta realtà dei numeri. Nudi e crudi. L’asprezza dei rincari, in alcuni casi in sospetto odore di speculazione, sono devastanti per le aziende il olivicole. Per la Coldiretti, oltre a quelli ben noti dell’energia, sono segnalati i concimi, +170%; il gasolio, +129%; la plastica, +70%; i barattoli, +60%; la carta per gli imballaggi e le confezioni, +45% e delle etichette, +35% e il vetro, +30%. A questi vanno sommati i malanni e i malesseri di stagionali causati dai cambiamenti climatici, che hanno portato a una siccità mai vista almeno negli ultimi settant’anni. “Stress idrico”, hanno sottolineato gli esperti, che “hanno danneggiato prima la fioritura e poi le gemme degli oliveti, in particolare nelle zone dove non è stato possibile intervenire con le irrigazioni di soccorso per rinfrescare e dissertare le piante”. La ‘Settimana internazionale dell’olio extravergine di oliva’ è stata aperta, in questo scenario da allarme rosso per l’intero settore, in una suggestiva sala di Palazzo Rospigliosi, a Roma. A incupire ancor di più i produttori è stata anche la flessione quantitativa della raccolta stimata in un meno 30 per cento. Dalle proiezioni della Coldiretti e dell’UNAPROL emerge che anche l’offerta del Made in Italy sugli scaffali e la preferenza dei consumatori inevitabilmente rallenti. I rincari attesi nei prossimi mesi, se non settimane, delle bottiglie di nuova produzione porterà ad un raffreddamento da parte degli acquirenti per appesantire il personale carrello della spesa. La raccolta è partita dalla Sicilia, che solitamente anticipa le altre regioni, mostrando un calo di 330 milioni di chili di olio rispetto al 2021. Il negativo andamento si è esteso anche alla Calabria e alla Puglia, che con la registrazione dell’isola, rappresentano quasi il 70% della produzione nazionale. Nelle aree centrali l’andamento è oscillante, comunque con un leggero rialzo nel Lazio e in Toscana, ipotizzabile fra il 10 e il 20 per cento. Previsioni rosee per il resto d’Italia con le regioni del settentrione che dovrebbero registrare una crescita fra il 40 e il 60 per cento, in particolare in Liguria, Lombardia e Veneto. All’olio extravergine di oliva sono collegati sia gli aspetti economico-commerciali e ambientali che quelli sanitari essendo il prezioso ‘oro’ delle tavole e della cucina il principale componente della cosiddetta ‘dieta mediterranea’. Coldiretti e UNAPROL per voce dei rispettivi presidenti, Ettore Prandini e David Granieri, hanno ribadito l’opportunità di verificare, prima dell’eventuale acquisto, le indicazioni riportate sull’etichetta anche se con caratteri lillipuziani. “Controllate”, per non essere ingannati dal falso Made in Italy, se dovessero essere riportate le indicazione ‘miscele di oli di oliva comunitari’ o ‘non comunitari’. Ormai non solo gli operatori agricoli chiedono da tempo un piano nazionale strategico e nel caso per l’ovicoltura per tutelare la qualità dell’extravergine, uno dei simboli del Made in Italy maggiormente ricercato ed apprezzato. Coldiretti e UNAPROL, che rappresenta i produttori, hanno rilevato la necessità “di allestire nuovi impianti con varietà italiane, di risorse per fronteggiare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole, di realizzare innovativi sistemi di irrigazione e di interventi infrastrutturali di manutenzione, risparmio, conservazione, recupero e riciclo delle acque potenziando il numero degli invasi sui territori creando bacini e utilizzando anche le ex cave abbandonate o interrate per raccogliere le piogge visto che, attualmente, la stragrande maggioranza va dispersa”. Un patrimonio “da salvaguardare con 250 milioni di piante che tutelano ambiente e biodiversità, ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro,con grado di coinvolgere almeno 400 mila fra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione per un alimento utile e benefico per la salute con effetti positivi sulla longevità “. A leggere i dati di CREA, il Consiglio di Ricerca Alimenti e nutrizione vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, quasi il 10% delle aziende opera con bilanci negativi e rischia la chiusura con dannose ripercussioni anche sull’occupazione. Il programma dell’iniziativa, dopo l’apertura a Palazzo Rospigliosi, si è sviluppato con incontri e confronti incentrati, fra l’altro, su ‘Il futuro del turismo dell’olio’, sul’L’invasione dell’extravergine di oliva nel mondo dei consumatori’, su ‘Il racconto dell’olio nel mondo. Informarsi per capire’, su ‘L’olio EVO per il mondo della salute’ e sul’Lo scenario del mercato internazionale dell’olio EVO’. Ai vari appuntamenti hanno partecipato amministratori pubblici, responsabili di istituzioni e associazioni sia pubbliche che private, docenti, ricercatori, nutrizionisti, dietologi e operatori del settore. Non sono mancate visite guidate, anche dell’olfatto e del gusto, degustazioni e la cerimonia di celebrazione del trentesimo anniversario dell”Ercole Olivario’ al Tempio Rotondo nell’area archeologica romana del Foro Boario.
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