Il Campo dell’odio

Giornata della Memoria. Il 27 gennaio iniziative per commemorare le vittime del nazismo, fra cui a Fossoli


27 gennaio 1945. La data è stata stampata a caratteri cubitali sul grande libro della storia dell’umanità. Infatti riguarda l’ingresso e la successiva liberazione da parte dei militari dell’Armata Rossa sovietica nell’area di Auschwitz, che dai nazisti tedeschi era stata trasformata in un mattatoio, in una gabbia di sevizie, marchiature, improbabili esperimenti e morte. Era la conclusione dell’orrore che aveva caratterizzato la Seconda Guerra Mondiale e portato alla scoperta del mondo della terribile attività dei seguaci di Adolf Hitler e ufficializzato l’agonia dei prigionieri deportati da varie zone dell’Europa. Uno choc. Globale, che, forse, non è stato ancora paradossalmente ben compreso nella gravità e nelle proporzioni. Una consapevolezza non sufficientemente completata e sarebbe sadicamente pericoloso e maldestramente sciagurato solo ipotizzare una eventuale riproposizione di simile vicenda, come la Shoah, una plateale
e tragica riproduzione anche nello spirito e nell’ideologia.
Quel 27 gennaio è diventato praticamente e universalmente incancellabile, immortale. Infatti con una risoluzione nel corso della 42^ riunione plenaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite d’inizio novembre del 2005 è stata decisa e fissata l’annuale Giornata della Memoria (del Deportato Politico e Razziale). Per non dimenticare quelle vere e proprie stragi, che solo nel Campo di Auschwitz, sovrastato all’ingresso dall’incredibile e sconsiderata scritta ‘Arbeit macht frei’, ‘Il lavoro rende libero’, ha contato un numero considerevole di vittime. Allargando alle vicende degli altri recinti è stato possibile scoprire la scomparsa di ebrei, polacchi, rom, prigionieri di guerra e di persone di varia nazionalità.
Negli anni sono state molteplici le testimonianze degli scampati alla barbarie e intensificate le ricerche dei naziaguzzini. Viaggi-studio di giovani accompagnati anche dai sopravvissuti hanno caratterizzato le stagioni successive nelle aree di Auschwitz, Birkenau, Buchenwald, Dachau, Flossenburg, Mauthausen e Ravensburg. Molteplici le iniziative previste nel nostro Paese per il prossimo 27 gennaio nonostante le misure varate per evitare l’ulteriore diffusione dei contagi da Covid-19. Allargato l’utilizzo dell’on-line. Nella Sala ‘Verde’ del Conservatorio di Milano, fra l’altro, omaggio alle musiche di Ennio Morricone, ma sono in programma anche resoconti e racconti nelle biblioteche e in alcune strutture accessibili o con collegamenti attraverso la tecnologia.
Sulla nostra penisola l’evidenza di quella terrificante realtà è in provincia di Modena, nel circondario di Carpi, a Fossoli. La realizzazione della struttura da parte del Regio Esercito risale al 1942 e ben presto è stata trasformata dalla RSI, la Repubblica Sociale Italiana e, poi, dalle SS nel riferimento per il transito dei prigionieri destinati ai nazilager. Almeno cinquemila persone hanno sofferto in quel Campo Polizei und Durchgangslager. Una dozzina i convogli formati con gli sventurati passati dalle baracche modenesi, fra cui Primo Levi, che ha rievocato la breve esperienza nell’apertura del conosciuto scritto, ‘Se questo è un uomo’ e nella poesia ‘Tramonto a Fossoli’. È stato il Campo nazionale della deportazione razziale e degli oppositori politici e fra il 1945 e il 1947 ha ‘ospitato’ i cosiddetti ‘indesiderabili’. Un centro di ‘raccolta’ per i profughi stranieri e, in seguito, per i dalmati e i giuliani scacciati dall’Istria. Per un periodo è stato gestito dalla Comunità dei Piccoli Apostoli di don Zeno Saltini, che ha istituito Normadelfia. Intorno agli anni Settanta l’area, di proprietà dello Stato, è stata praticamente abbandonata ed è finita in una condizione di assoluto degrado. L’inaugurazione a Carpi nel 1973 del Museo Monumento al Deportato ha favorito la cessione gratuita del Campo al Comune emiliano. Ristrutturato per essere aperto agli interessati le strutture hanno subìto danneggiamenti a causa del terremoto del 20 e del 29 maggio del 2012. Inagibilità e susseguente chiusura sanata nello stesso anno per ritornare luogo-simbolo della memoria visitato annualmente da quasi trentamila persone.
Del Campo originale sono rimasti le pareti soprattutto esterne delle baracche, comunque sufficienti per confermare la desolante visione. Il 25 aprile del 2017, in occasione della Festa della Liberazione, il Campo di Fossoli è stato visitato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E per la promozione della ricerca storica e documentale e per la valorizzazione e la divulgazione delle informazioni è stata costituita dal Comune di Carpi e dall’associazione Amici del Museo Monumento al Deportato nel 1996 la Fondazione Fossoli.

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