Un drone terrestre su Marte. L’obiettivo è di esplorare la superficie del cosiddetto ‘Pianeta Rosso’ e anche di affiancare le prossime missioni e le iniziative spaziali ufficiali. Il piccolo velivolo autonomo, alimentato da energia ‘pulita’, è inserito nel progetto ‘X5′ sostenuto dalla società italiana Vector Robotics sarà protagonista di ulteriori test negli Stati Uniti, in particolare nel deserto dello Utah, in un paesaggio rassomigliante a quello di Marte. L’evoluzione tecnologica è convertiplano in grado sia di un saliscendi, decollo e atterraggio, verticale che di volo automatico. L”X5’ è stato sviluppato anche per essere utilizzato in futuro nel cosmo, su Marte. Infatti sarà impiegato nelle missioni di simulazione ‘Amadee21’ e ‘Smops’, in programma alla MDRS Mars Desert Research Station, nello Utah, nel prossimo bimestre ottobre-novembre. È prevista anche la sperimentazione della mappatura in 3D della superficie del ‘Pianeta Rosso’ in connessione con un rover a terra e per simulare voli di ricerca e di soccorso di eventuali astronauti in possibile difficoltà. È allo studio anche una versione terrestre di questo drone a propulsione solare, ‘EOS’, utilizzabile per attività di osservazione e ricerca a lungo e largo raggio. Il drone ‘EOS’, appendice dell”X5′, è un velivolo sempre a spinta solare con un’autonomia di tre ore e progettato per applicazioni terrestri. È dotato di una struttura modulare, di un paio di fotocamere e garantisce una elevazione fino a 4.500 metri e una distanza di una ventina di chilometri. Prestazioni da leader di mercato nello specifico settore. Il volante potrà essere sfruttato per sorveglianza e soccorso e per missioni tecniche, di aerofotogrammetria. Intanto, favoriti anche dalla clausura domestica decisa per contenere i contagi da Covid-19, è lievitato nel 2020 il conseguimento degli attestati per l’attività di volo attraverso esami on-line sulla piattaforma dell’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile. Passione e professione hanno portato dallo scorso marzo al rilascio di oltre 45 mila ‘patenti’, soprattutto di giovani, fra cui geometri, ingegneri e videomaker. Un’ottantina i centri di addestramento APR, Aeromobili a Pilotaggio Remoto, sparsi sull’intera penisola, che hanno rilasciato almeno 25 mila attestati per attività di volo in aree critiche e non. Dall’inizio del 2021 è operativo il Regolamento Unico Europeo sui droni definito dall’EASA, l’European Avation Safety Agency, che faciliterà sia il rilascio del brevetto che le operazioni BVLOS, Beyond Visual Line of Sight. In pratica i voli a lunga distanza, oltre la linea dell’orizzonte visivo del pilota, necessari per il monitoraggio delle grandi aree o per il trasporto di materiali e prodotti, anche sanitari.
|