Cultura e natura

Addio a Milano a Giulia Maria Crespi, una delle protagoniste del FAI, il Fondo Ambiente Italiano. Aveva 97 anni

Una difesa ed estenuante e a oltranza dell’altra, dell’ambiente e della cultura storica, tradizionale e impareggiabile del nostro Paese. Questo appassionato impegno ha caratterizzato gran parte delle iniziative di Giulia Maria Crespi, scomparsa nei giorni scorsi a 97 anni a Milano. Imprenditrice, originaria dell’attuale provincia di Lecco, di Merate, discendente della famiglia dei cotonieri lombardi e collegata ai proprietari della fabbrica di Crespi d’Adda, Giulia Maria Crespi è stata anche al comando del Corriere della Sera. All’inizio degli anni Settanta ha modificato la direzione: da Giovanni Spadolini a Piero Ottone. E, poi, fra l’altro, l’allontanamento di Indro Montanelli, che l’aveva denominato ‘dispotica guatemalteca’.
La ‘zarina’, comunque, nel giro di pochi anni ha ceduto le partecipazioni a Gianni Agnelli, ad Angelo Moratti e ad Andrea Rizzoli. Era in possesso anche delle quote del Gruppo Editoriale L’Espresso. È stata alla gestione anche di una azienda agricola nel Parco del Ticino, fra l’unione con il conte Marco Paravini e l’architetto Guglielmo Mozzoni.
 L’illuminazione, assolutamente originale e risultata straordinariamente positiva, è datata 28 aprile 1975, quando a Milano con Renato Bozzoni, Alberto Predirti e Franco Russoli, è stato istituito il FAI, il Fondo Ambiente Italiano. All’idea aveva collaborato la figlia di Benedetto Croce, Elena, seguendo la scia del National Trust for Places of Historic Interest of Natural Beauty. La struttura che dal 1895 in Gran Bretagna è impegnata nella difesa e nella valorizzazione dei beni artistici anglosassoni.
L’attività di raccolta di acquisizioni e donazioni è iniziata il 18 ottobre del 1975. Un patrimonio culturale e ambientale da tutelare. E “per un paesaggio, l’arte e la natura da esaltare” e da ammirare. Beni storici, artistici e naturalistici aperti al pubblico anche straordinariamente e per lo più gratuitamente un paio di volte l’anno. La partecipazione e il coinvolgimento è stato dilagante e in continuo crescendo anche da parte degli appassionati stranieri.
Giulia Maria Crespi, nata il 6 giugno del 1923 a Merate, era alla presidenza onoraria del FAI, guidato dal 1975 al 2009; poi da Ilaria Borletti Buitoni dal 2010 al 2013 e, quindi, da Andrea Carandini. “È un evento che segna un momento cruciale nella storia della Fondazione, una vena di tristezza nelle strutture operative e delle delegazioni”. Carandini ha ricordato “la chiarezza dell’insegnamento, il solco tracciato, lo stile che il FAI è chiamato a seguire per il bene della nazione fissata nella missione definita dalla stessa Giulia Maria Crespi”.
 Il FAI è composto, secondo i dati del 2019, da 213.813 persone e sostenuto da qualche 8 mila volontari, distribuiti nelle 116 delegazioni e utili all’apertura delle molteplici aree “per promuovere l’educazione e la sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto, alla cura dell’arte della natura e l’intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani”. Dal 1992 è stata promossa la Giornata del FAI e negli anni altre iniziative come, fra l’altro, ‘I luoghi del cuore’ per non dimenticare, ‘Ricordati di salvare l’Italia’ e ‘Punto i riflettori’.
Al FAI è stata assegnata l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. A Giulia Maria Crespi, fra l’altro, la laurea honoris causa in Storia dell’Arte da parte dell’Università di Bologna.

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