La ripartenza del trenino

Al Ministero l’adeguato progetto della nuova tramvia per Tor Vergata e il capolinea da ‘Laziali’ alla Stazione Termini

Ci siamo. Forse. Dopo anni. Finalmente. E molteplici ipotesi, mai realizzate. Il futuro dell’ultracentenaria linea ferrata romana sulla via Casilina sarà più completo e opportuno rispetto ai sempre utili servizi disponibili nelle ultime stagioni. Nelle scorse settimane l’amministrazione del Campidoglio, come programmato, ha completato l’aggiornamento del progetto presentato nel dicembre del 2018 al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un progetto riveduto e corretto dopo aver deciso di non disperdere il patrimonio attraverso una riconversione e la trasformazione del collegamento in una tramvia con il prolungamento verso l’area di Tor Vergata per favorire i frequentatori delle varie facoltà universitarie, dell’Agenzia Spaziale Italiana e i familiari dei degenti del Policlinico.
La svolta per il rilancio e la riqualificazione è passata attraverso il PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, varato anche con il contributo dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni locali e territoriali. Gli amministratori di Roma Capitale hanno anche reso noto di aver richiesto il necessario finanziamento per la realizzazione degli interventi. L’iniziativa e la volontà della rivisitazione dell’infrastruttura sarebbe stata confermata dagli uffici del dicastero e anche dall’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli nel corso del sopralluogo, accompagnata dal sindaco Virginia Raggi, al cantiere della metro ‘C’ della nuova stazione ‘Amba Aradam-Ipponio’.
La prima fase della novità dovrebbe riguardare il trasferimento del capolinea dalle ‘Laziali’ alla Stazione Termini lungo via Giovanni Giolitti e la deviazione nell’ampia periferia della capitale in direzione dell’Università e del Policlinico di Tor Vergata e l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana e, poi, eventualmente, dirottando l’interesse per il casello ‘Torrenova’ dell’A/1 e la Banca d’Italia. Ancora indecifrabili i tempi di realizzazione. Intanto i successivi passi riguarderanno la definizione dei progetti esecutivi e il conseguente bando per l’affidamento dei previsti e programmati interventi.
La ferrovia è stata inaugurata diventando attiva e operativa da Roma a Genazzano il 12 giugno del 1916. L’anno successivo è stata prolungata a Fiuggi, Alatri e Frosinone per un’estensione di 113 chilometri e 908 metri. Negli anni Venti dello scorso secolo era anche importante per il traffico delle merci in arrivo e in partenza dallo scalo ferroviario romano di San Lorenzo. Nel novembre del 1926 è stato aperto il tratto urbano fra ‘Frosinone-Città’ e ‘Frosinone-Madonna della Neve’. I chilometri complessivi, così, sono diventati 137. La velocità oscillava sui 40 chilometri/orari. Nell’area romana, il 28 aprile del 1927, è stata inaugurata la diramazione da Centocelle a piazza dei Mirti con la spettacolare rotatoria del cosiddetto ‘trenino’ per il ritorno verso la stazione ‘Laziali’.
Il ridimensionamento chilometrico della tratta con la conseguente dismissione di alcune stazioni è iniziato quasi alla fine del 1983, quando è stata cancellata la parte da San Cesareo a Fiuggi e viceversa. Il contenimento del tragitto è continuato con la contrazione via-via a Pantano, nel 2008; a Grotte Celoni e a Giardinetti. Poco meno di 10 chilometri per offrire passaggi pubblici nelle zone al di là delle Mura cittadine, nei popolari e popolati quartieri romani. La ritirata del trasporto pubblico su ferro è stato condizionato anche dai lavori per il completamento della linea ‘C’ della metropolitana, che, fino alla fermata ‘Parco di Centocelle’, vede praticamente l’itinerario sovrapposto. E siamo nei pressi di via Palmiro Togliatti. Lo storico collegamento, però, ha interrotto il percorso a ‘Centocelle’, ignorando in modo inaccettabile, incredibile e paradossale per qualche centinaio di metri il contatto, lo scambio.
Dal 1950 la stazione ‘Laziali’ è diventata l’altro estremo, punto fermo della ferrovia. Nel 1983 è stato ristretto con l’eliminazione di un paio di banchine. L’attuale percorso non supera i 6 chilometri, ma è utile e apprezzato agli abitanti delle aree alle porte della stretta cittadina. Una decina le fermate da ‘Laziali’: ‘Santa Bibiana’, ‘Porta Maggiore’, ‘Ponte Casilino’, ‘Sant’Elena’, ‘Villini’, ‘Alessi’, ‘Filarete’, ‘Torpignattara’, ‘Berardi’ e ‘Balzani’, prima dello stop a ‘Centocelle’.
 Dal 1916 al 1941 la gestione era affidata alla SFV, fino al 1976 alla Stefer, poi all’Acotral con scadenza 1993, quindi alla Cotral con lo stop avvenuto nel 2000, un anno a Metroferro, a MetRo al limite del 2010 e, infine, all’ATAC. Il ping pong fra le varie amministrazioni pubbliche locali sulle competenze dovrebbe essere definitivamente concluso. Alcuni caratteristici protagonisti dei continui via-vai sulla strada ferrata sono esposti al Museo allestito all’ex stazione di Colonna, nell’hinterland della capitale con futuro programma al Polo espositivo dell’ATAC. In alcuni comuni della provincia romana gli spazi ormai inutilizzati sono stati rivalutati e destinati a servizi e svaghi per i cittadini.

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