Era una fredda giornata nel dicembre del 1994, quando nella molisana Larino, in provincia di Campobasso, diciassette esponenti della, più o meno, amministratore pubblica locale hanno fondato le ‘Città dell’Olio’ per diffondere e sostenere la coltura dell’olivo e dei rispettivi territori, tutelare l’ambiente e il paesaggio, raccontare e arricchire le storie e garantire e informare il consumatore sull’autentico extravergine di oliva italiano. “In questi venticinque anni”, come ha ricordato l’attuale presidente dell’associazione nazionale Enrico Lupi, “sono state promosse e organizzate numerose iniziative in ogni area della nostra penisola, fra cui la Giornata della Camminata tra gli Olivi, il ‘GirOlio d’Italia’ e il ‘BimbOil’ negli istituti scolastici delle elementari. Al momento il riferimento delle ‘Città dell’Olio’ è nella provincia di Siena, in particolare a Villa Parigini, nel territorio comunale di Monteriggioni. Saliti ad oltre 320 gli aderenti in rappresentanza di diciotto regioni. E proprio a Siena l’associazione festeggia il quarto di secolo, dal 29 novembre al primo giorno di dicembre, nel suggestivo scenario del Complesso Museale di Santa Maria della Scala. Intenso il programma celebrativo indicato con ‘Olio 2030’, che prevede seminari, incontri, confronti, degustazioni, corsi di assaggio e laboratori. Una ventina i ristoranti coinvolti nella preparazione di ‘proposte ghiotte’ all’olio extravergine IGP Toscano. Quindici, invece, le insegne presenti all’appuntamento di Siena, che saranno chiamate ad allestire le rispettive ‘vetrine’ e ad appesantire gli scaffali. I seminari affronteranno alcuni importanti temi, come la cultura e gli stili di vita; la formazione e l’educazione; la territoriale identità; il paesaggio rurale; la produzione; il marketing e l’economia e il turismo dell’olio e del cibo. Teresa Bellanova, responsabile del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha annunciato l’imminente definizione del “Piano Olivicolo Nazionale avviato dall’allora Governo-Renzi con l’ex ministro Martina e una dotazione di 32 milioni di euro. Importante la ricerca, lo sviluppo anche quantitativo dell’olivicoltura italiana e la collaborazione con la Cassa Depositi e Prestiti, la Borsa Merci Telematica nazionale e il sistema dei confidi, che ha stimolato 170 milioni di euro di investimenti nel settore. Da sottolineare un paio di temi, che saranno analizzati e approfonditi a Siena, la comunicazione e l’informazione. Per difendere e valorizzare le produzioni italiane e le eccellenze dei vari territori, è opportuno trovare una alleanza con i consumatori basata sulla consapevolezza alimentare, quindi sulla trasparenza dell’etichetta e sulla tracciabilità”. 126 i paesaggi rurali storici inseriti in un particolare elenco; 13, di sette regioni, quelli tipicamente Olivicoli. La valorizzazione del patrimonio italiano è sempre di estrema attualità anche per la salvaguardia idrogeologica delle zone coltivate. Presentata la candidatura all’UNESCO per il riconoscimento dei paesaggi e dei territori come Patrimonio dell’Umanità. Al capitolo ‘sottocosto’ gli operatori invitano i consumatori a controllare sull’etichetta la qualità e l’origine del contenuto non sempre esclusivamente italiano delle confezioni poste in bellamostra sugli scaffali della grande distribuzione e pubblicizzate sui periodici e coloratissimi dépliant. A questo proposito il ministro Teresa Bellanova ha posto due questioni, “una riguarda l’eventuale remissione dei coltivatori e, l’altra, sui lavoratori sfruttati con paghe al di sotto delle quote previste”. Un po’ tutti continuano a parlare dell’impossibilità di proporre la vendita a quei prezzi così contenuti del cosiddetto ‘oro verde’, sempre più considerato dai nutrizionisti “un alimento e non un semplice condimento”, punto fondamentale “della benefica dieta mediterranea”. L’Italia, dopo il Giappone, è la nazione con la più alta aspettativa di vita.
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