Sono considerati in ogni parte del pianeta indispensabili i numeri telefonici di emergenza, la cui attivazione risale all’inizio del Novecento. Le centrali operative riguardano soprattutto le stazioni di pronto intervento e di soccorso, forze dell’ordine, Vigili del Fuoco e strutture sanitarie. Nel corso degli anni e con il miglioramento della tecnologia il collegamento è stato diretto, senza il passaggio al centralino della compagnia telefonica. Questo consentiva l’inevitabile velocità nella comunicazione e negli interventi richiesti, urgenti e necessari. All’inizio del secolo scorso anche nel nostro Paese sono stati sviluppati i vari sistemi di gestione da parte di Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e del pronto intervento sanitario e ogni settore aveva il proprio e specifico numero, rispettivamente, 112; 113; 115; 118, a cui si è aggiunto il 117 per le segnalazioni al centralino della Guardia di Finanza. Da qualche tempo tutti i numeri di qualsiasi emergenza sono stati unificati, come nel resto d’Europa, 112. La numerazione breve è stata al centro di un approfondimento promosso nella capitale dalla FIASO, la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, su ‘Il servizio di emergenza territoriale 118: attività, modelli organizzativi e prospettive’. All’appuntamento, aperto dal commissario straordinario del Complesso Ospedaliero ‘San Giovanni-Addolorata’ Ilde Coiro, hanno partecipato i responsabili di strutture sanitarie ed operatori del settore, oltre al presidente della FIASO Francesco Ripa di Meana. Dal 1992 le scelte politiche e di programmazione regionale sono state caratterizzate da situazioni variabili, che solo limitatamente hanno omogeneizzato il servizio del numero telefonico d’urgenza 118. I modelli differenti sul territorio nazionale hanno riguardato, in particolare, il numero e la tipologia dei mezzi di soccorso; la composizione degli equipaggi; l’organizzazione e l’integrazione con i servizi di emergenza ospedaliera; le dimensioni delle centrali operative; i livelli di affidamento delle offerte e l’affidabilità percepita da parte dei cittadini. Gli interventi hanno riguardato anche l’organizzazione dell’elisoccorso, che ha visto importanti modiche fin dal 2015. Alcune regioni hanno rafforzato l’opportunità del volo notturno in modo da garantire un servizio per l’intero arco delle ventiquattro ore. Il sistema, fra l’altro, dovrebbe superare l’articolata questione del confine geografico amministrativo seguendo la più utile logica del mezzo disponibile ravvicinato alla richiesta. Un modo di collaborazione per interventi di soccorso urgenti fra regioni, ma anche di stati confinanti, come previsto da alcune norme internazionali.
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