Abusi e stalking

Numerosi i casi. Convegno in Campidoglio prima della Giornata contro le violenze sulle donne

“La violenza non ha confini, ma ha le chiavi di casa”. Riflessione che arriva quasi alla vigilia della Giornata dedicata a ricordare e sensibilizzare la pubblica opinione la violenza sulle donne prevista per il prossimo 25 novembre. Nell’ultimo anno, secondo i dati resi noti dal Ministero dell’Interno, in Italia sono state oltre 130 le vittime. Situazioni tragiche, alcune volte sottovalutate, di cui spesso sono responsabili i familiari, più o meno diretti, fidanzati, compagni, mariti ed ex.
Il campionario delle violenze, però, comprende, oltre l’omicidio, gli abusi, i maltrattamenti, le aggressioni, le molestie, lo stalking, giuridicamente “atti persecutori”. A leggere i risultati dell’ISTAT, nel 2015 sono state più di 3 milioni le donne vittime, ma sono molti i casi non segnalati alle forze dell’ordine, in quanto la sensazione evidente è di non superare i risolvere il problema. A Roma, per la Questura, nel 2017 il numero delle violenze sessuali ha toccato quota 220, una ventina al mese. Una crescita del 20% rispetto all’anno precedente e del 33% a guardare le scoperte ai danni di minori, soprattutto under 14.
“Informazioni, come il taxi scontato per le donne nelle ore serali, comunque dopo le 22; l’installazione di telecamere nelle aree più a rischio e l’istituzione di una Commissione sulla Sicurezza” i primi interventi proposti all’attuale amministrazione monocolore pentastellata di Roma Capitale da Rachele Mussolini, nell’aula Giulio Cesare rappresentante della Lista Civica con Giorgia, che ha promosso in Campidoglio un convegno, ‘Stalking, violenza domestica e alienazione parentale. Percorsi di conoscenza e contrasto’, al quale hanno preso parte magistrati, avvocati, rappresentanti della pubblica amministrazione, della ricerca e della sanità. All’appuntamento della Sala della Protomoteca hanno partecipato, fra gli altri, il componente del pool Antiviolenza del Tribunale di Roma Vincenzo Barba; il giudice Valerio De Gioia; gli avvocati Marcello Melandri, Daniela Missaglia e Anna Pettene; il neurologo e psichiatra Stefano Ferracuti e l’addetto alla Direzione Generale della Giustizia Civile del Ministero Giuseppe Buffone.
Nel 2016 nel nostro Paese le donne assassinate sono state 149, di cui quasi il 75% da parte di un componente della famiglia. Il reato di stalking è stato inserito nel Codice Penale nel 2009 e poi modificato nel 2013. Dopo una tendenza alla denuncia registrata nei primi anni, la percentuale è paurosamente precipitata: da oltre 13 mila e 100 a poco meno di 6 mila e 500. La segnalazione, infatti, è interpretata come inutile se non seguita da provvedimenti evidenti e concreti da parte delle istituzioni a difesa e sostegno della vittima di turno.
Nel 2013 il Parlamento ha ratificato la Convenzione di Istanbul e approvato le “disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza di genere”. La legislazione italiana, però, non prevede una definizione di femminicidio inteso come uccisione di una donna per questione di genere.
Altro dato allarmante: una vittima italiana su tre avrebbe dichiarato che il personale sanitario non avrebbe sostenuto e assistito adeguatamente nel periodo post-violenza e nel 63% dei casi sarebbe stato consigliato alle straniere il ricorso e il successivo coinvolgimento delle forze dell’ordine. Per il Ministero della Giustizia i reclusi per abusi sono quasi 3 mila, di cui 1.828 italiani; per stalking 691 e per maltrattamenti 186. Migliaia le persone denunciate e segnalate all’autorità giudiziaria.

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